Se ami la montagna e i paesaggi mozzafiato, non c’è niente di meglio di un incantevole borgo abruzzese immerso nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, una delle aree protette più estese e affascinanti d’Italia. Oggi viaggiamo su strade panoramiche, curve e tornanti, e andiamo a scoprire Opi, in provincia di L’Aquila. Situato a 1250 metri di altitudine, d’inverno è caratterizzato da tanto freddo e neve. Ma in primavera rinasce: non c’è momento migliore per riprendere in mano la moto e mettersi in viaggio!
Il viaggio inizia da L’Aquila: la via maestra è la statale SS696 del Parco Regionale Sirente-Velino, che passa da Rocca di Mezzo, Rovere, Ovindoli, Celano, attraversando paesaggi montani e scorci spettacolari sugli Appennini. Confluisci sulla SP83 – strada provinciale Marsicana: subito dopo Gioia dei Marsi iniziano le curve e i tornanti più serrati. Continua il tragitto all’interno del Parco Nazionale del Lazio, Abruzzo e Molise, fino a raggiungere Opi in due ore abbondanti di percorso.
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È un borgo piccolo non solo per il nome, ma anche per le dimensioni e la popolazione (trecento abitanti). Eppure fa parte dei Borghi Più Belli d’Italia, vanta la Bandiera Arancione del Touring Club Italiano e ha ottenuto il riconoscimento di “Comune Sostenibile” per le politiche di sostenibilità ambientale e sociale. Oltre a tutte queste certificazioni, non manca la soddisfazione della visita nel 1929 di un grande artista come l’olandese Maurits Cornelis Escher, che ha illustrato il profilo del borgo in una delle sue litografie ispirate ai viaggi in Abruzzo.
Opi è un piccolo gioiello medievale che conserva intatta la sua autenticità. Una passeggiata nel centro storico ti porterà a scoprire la Chiesa di Santa Maria Assunta (XII Secolo) che è la chiesa principale. Ma soprattutto ti farà ammirare il panorama dalle terrazze del borgo: un mare di vette che si stagliano all’orizzonte, assolutamente da immortalare in una foto ricordo.
Per scoprire storia e tradizioni del territorio opiano non c’è niente di meglio che entrare nei musei. A partire dal Museo del Camoscio, piccola esposizione collocata nella palazzina Bevilacqua nel centro del paese, che dispone di un centro visite in cui si possono osservare gli animali in semilibertà in un’area faunistica. E poi c’è il Museo dello Sci e della Montagna nella sede del municipio (che fu palazzo baronale della Famiglia Rossi) e il Museo della Foresta e dell’Uomo, nei locali dell’ex segheria della val Fondillo (ingresso 2 euro).
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Nel territorio di Opi ricade parte di cinque nuclei di faggete vetuste con alberi secolari che vanno oltre i 560 anni di età. Sono stati dichiarati Patrimonio Unesco, ed è il primo riconoscimento di questo tipo per la regione Abruzzo.
Dopo una giornata in sella alla moto, non c’è nulla di meglio che gustare i sapori tipici della tradizione abruzzese. Opi è il posto giusto per assaporare piatti genuini come gli gnocchetti al camoscio, una specialità della zona, e le sagne e fagioli, un primo piatto rustico e saporito. Non mancano salumi e formaggi locali, perfetti per una degustazione accompagnata da un buon bicchiere di Montepulciano d’Abruzzo.
Opi è una destinazione perfetta in ogni stagione (per i viaggi in moto meglio evitare l’inverno), ma la primavera e l’autunno offrono i colori più spettacolari. In primavera, i prati fioriti e il clima mite rendono il viaggio ancora più piacevole. L’autunno, invece, tinge il paesaggio di sfumature dorate e regala un’atmosfera unica. Per continuare il viaggio, ci sono tanti altri bellissimi borghi nei dintorni, e su TrueRiders abbiamo parlato recentemente di uno che è stato un tormentone sui social network!
Scrivo di viaggi e musica - che a volte sono la stessa cosa.
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