Un angolo particolare di Puglia è quello dei Monti Dauni, dove il verde incontra la pietra e le tradizioni resistono al tempo. Roseto Valfortore, meno di mille anime e un’anima grande quanto la sua storia, è uno dei luoghi più belli di questa parte di Sud, e non solo, visto che fa parte dei Borghi Più Belli d’Italia e vanta la Bandiera Arancione del Touring Club Italiano. Un paese che sembra disegnato per chi cerca strade da percorrere con calma e cuore, soprattutto in occasione della Pasqua. Partiamo in moto per un viaggio che va oltre le solite rotte, e ci conduce in una Puglia che si muove piano, ma emoziona forte!
L’itinerario per raggiungere Roseto Valfortore parte da Lucera, storica città federiciana. La strada da prendere è la SP109 e ci si impiega una quarantina di minuti. Prosegui poi per Faeto, Troia e infine Foggia, chiudendo un anello che regala un punto di vista insolito sulla Capitanata foggiana. Tempo totale in sella: due ore, per circa 93 km di percorso.
Le vie del borgo di Roseto Valfortore.
Roseto Valfortore si trova in provincia di Foggia, tra i monti della Daunia, sull’alta valle del fiume Fortore. L’altitudine è di 658 m s.l.m. ma il territorio si alza fino ai 1145 m s.l.m. del Monte Saraceno. Anticamente si chiamava Rosito per l’abbondanza di rose selvatiche che si trovavano nel suo territorio. Valfortore si riferisce al fiume Fortore che percorre la valle. Meno di mille abitanti, ma tanti tesori, delizie e tradizioni da scoprire.
A Roseto Valfortore, la Settimana Santa è uno dei momenti più intensi dell’anno. La Processione del Venerdì Santo è il culmine di questo periodo: è una rappresentazione che prevede oltre cinquanta figuranti – con l’eccezione di Gesù, la Madonna Addolorata e San Giovanni che sono raffigurati da statue. Il percorso della Via Crucis è in salita, accompagnato da tredici “giudei”, ovvero soldati romani a cavallo, che scortano la statua di Cristo.
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Camminare per Roseto Valfortore è come sfogliare un libro scritto tra il Medioevo e il barocco. Le sue case in pietra, la Chiesa di Santa Maria Assunta (1507), la Piazza Umberto I centro del borgo, i mulini ad acqua lungo il torrente: tutto parla di un’epoca antica e di una bellezza che non ha bisogno di essere “instagrammata” per colpire l’immaginazione. E ci sono tante altre cose da non perdere: eccone alcune.
I murales del centro storico, dedicati alla vita contadina e alle tradizioni locali
L’Osservatorio di Ecologia Appenninica che documenta flora e fauna dei Monti Dauni
E se hai tempo, fai una deviazione verso Faeto (il paese del prosciutto crudo di montagna e della lingua franco-provenzale) o sulle strade di Padre Pio verso Troia, con la sua splendida cattedrale romanica.
In un borgo così, la cucina è identità. A Roseto Valfortore, le delizie sono tante e squisite:
Il miele, prodotto tipico per cui questo territorio si distingue, prodotto delle aziende rosetane Pacifico Apicoltura e Cistone.
Il tartufo, eccellenza a cui viene dedicata una fiera ad Agosto, e che è valso al Comune la certificazione di Città del Tartufo.
Il centro di Roseto Valfortore.
Scrivo di viaggi e musica - che a volte sono la stessa cosa.
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