Lo si può trovare in purezza, servito in magnifiche bottiglie decorate che richiamano i colori e le atmosfere di questa regione straordinaria. Soprattutto, è una presenza irrinunciabile nei piatti della tradizione, da quelli più complessi fino alla “semplice” frisella con i pomodori. Insomma, l’olio pugliese è qualcosa a cui difficilmente si può rinunciare, un vero oro liquido che fa bene al cuore e all’anima, in quel tacco dello Stivale che è il Salento. Oltre trenta comuni tra ulivi, trulli e frantoi, da vivere (in tutto o in parte) con questo itinerario nell’entroterra leccese, alla scoperta dei Borghi dell’Olio.
Per questo nostro itinerario nell’entroterra leccese alla scoperta dei Borghi dell’Olio, punto di partenza ideale è proprio la “capitale” salentina, Lecce. Da qui, prendiamo la SP1 in direzione Otranto e arriviamo a Melendugno in circa una ventina di chilometri. Da qui prendiamo la SP146 in direzione di Martano, che raggiungiamo in poco meno di 10 chilometri. Ancora, un tratto pressoché rettilineo tra gli uliveti della Puglia lungo la SP48 ci porta, in 12 chilometri, nella bella Galatina. Iniziamo a ritornare verso Nord, prendendo la SP18 che in 16 chilometri ci fa raggiungere Copertino, poi da qui la SP6 verso Monteroni di Lecce (9 km) e infine torniamo a Lecce con la SP6 in poco più di 10 chilometri.
La produzione dell’olio pugliese ha da sempre giocato in tutta la regione, ma specialmente nell’entroterra leccese e salentino, un ruolo più che fondamentale per la sua intra economia. Il clima ideale, la composizione del terreno ed il sole caldo regalano all’oro liquido un particolare e inconfondibile gusto, da molti intenditori premiato ed elogiato per le sue caratteristiche organolettiche. Una visita, se avrete fortuna, a uno dei numerosi frantoi ipogei sparsi nel territorio diventa quindi obbligata: chiamati in lingua salentina “Trappiti”, questi frantoi sono antri sotterranei privi di luce e scavati nel banco calcareo che, sfruttando la maggiore costanza termica per proteggere l’olio prezioso, venivano utilizzati per la spremitura e la frangitura delle olive prodotte dai maestosi ulivi secolari.
Il nostro viaggio nell’olio pugliese non può che partire da Lecce, seconda in tutta la Puglia per numero di abitanti. È considerata la Firenze del Sud, per la ricchezza del suo panorama artistico, soprattutto di chiese e palazzi barocchi che la rendono una meta irrinunciabile per tutti i visitatori che scelgono di visitarla. Alle sue spalle una storia antica, che affonda le proprie radici già in età messapica, nel III secolo avanti Cristo. Protagonista importante della storia romana, visse, in età medievale, le conquiste e le dominazioni greche, saracene, longobarde, normanne e poi ancora, in età moderna, aragonesi, napoletane e austriache. A testimonianza di un sì ricco passato, innumerevoli monumenti, resti e architetture sparse nel suo centro e nel suo territorio: Lecce va vista, visitata e scoperta.
Torre dell’Orso, una delle spiagge più famose del Salento, amata da tanti turisti balneari che la scelgono per andare al mare a Melendugno.
La bella Melendugno, piccolo borgo nel cuore della Puglia salentina, ha un nome che rimanda alla produzione del prelibato miele: ancora una volta ci troviamo di fronte ad un paese la cui cultura e la cui storia millenaria sono perfettamente riflesse dalla ricchezza e dalla bellezza del suo centro storico. Una sosta per visitare il palazzo baronale d’Amely, la chiesa di Maria Santissima Assunta o l’abbazia di Santa Niceta potrebbe, per molti, risultare quasi obbligatoria. Non resteranno però delusi quanti, ai castelli e alle chiese, dovessero preferire i tradizionali trulli pugliesi. Fatto di maestosi ulivi secolari, frantoi, dolmen e furnieddi (trulli in dialetto salentino), l’entroterra di Melendugno stupisce anch’esso per ricchezza e bellezza.
Costruito sopra i depositi calcarei del miocene, il comune di Martano, seppur di modeste dimensioni, è il più popoloso della Grecia Salentina, area ellenofona in cui si parla il griko, antica lingua di origine greca. Anche nel caso di Martano, non mancano palazzi e architetture civili, religiose o militare meritevoli di essere ammirate. Stesso discorso vale, ovviamente, per i suoi dintorni e la campagna che lo circonda, il cui paesaggio è, appunto, prevalentemente composto da ulivi.
Gli interni della Basilica di Santa Caterina di Alessandria, a Galatina.
Tutti lo chiamano leccese, ma il vero pasticciotto nasce a Galatina, una trentina di chilometri a sud di Lecce. Un piccolo ma grazioso comune, con la perla nascosta della basilica di Santa Caterina d’Alessandria, completamente affrescata all’interno con dei cicli pittorici che lasciano a bocca aperta. La stessa bocca che, a poche centinaia di metri, potrà degustare il pasticciotto di Andrea Ascalone, la pasticceria che rivendica, sin dal 1755, l’invenzione del dolce salentino per eccellenza, uno scrigno di pasta frolla ripieno di crema pasticcera, lasciata appena bruciacchiare in superficie. Una prelibatezza da passeggio, che ci amplia l’orizzonte gastronomico di questo itinerario all’insegna dell’olio pugliese.
Responsabile editoriale di TrueRiders sin dal 2015
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