Più alta di quello che pensi: a quasi 1500 metri c'è la piccola strada di provincia che collega l'Emilia-Romagna alla Liguria

Più alta di quello che pensi: a quasi 1500 metri c’è la piccola strada di provincia che collega l’Emilia-Romagna alla Liguria

Stefano Maria Meconi  | 06 Giu 2025  | Tempo di lettura: 4 minuti
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Non è una delle strade più note, neanche una delle più percorse, e dunque è perfetta per tutti quelli che, come te, sono a caccia di quell’itinerario della domenica che preveda di fuggire da tutte le situazioni di traffico e sovraffollamento di ogni ordine e grado. Perché qui, a cavallo tra l’Emilia-Romagna e la Liguria, si consuma uno dei percorsi più secondari degli Appennini, una strada ideale per vivere paesaggi di montagna e, allo stesso modo, passare dai quasi 1500 metri dello scollinamento alle spiagge della Riviera di Levante in un tiro di schioppo. Insomma, il Passo del Tomarlo è una strada che parla poco, ma fa i fatti. Pronti a scoprirla insieme?

Passo del Tomarlo in moto. L’itinerario

Mappa

Percorso

Per scoprire il Passo del Tomarlo, TrueRiders ha pensato a un itinerario abbastanza lungo. 200 chilometri da fare preferibilmente in una giornata, tra la Riviera di Levante e gli Appennini. Partenza e arrivo a Chiavari, località turistica tra Rapallo, Portofino e Sestri Levante. Da qui, si segue il percorso della SP586 che, risalendo l’entroterra ligure, conduce in circa 50 chilometri a Santo Stefano d’Aveto. È da qui che affrontiamo il Passo del Tomarlo “vero e proprio”, percorrendo la bella strada di montagna che arriva fino a quasi 1.500 metri di quota, prima di ridiscendere in territorio emiliano lungo la SP4, in direzione Borgo Val di Taro (37 chilometri). Si prosegue così sulla SP523, tra saliscendi e tornanti davvero niente male, fino a rientrare in Liguria e arrivare a Varese Ligure (34 chilometri). L’ultimo tratto del percorso passa per Arzeno, lungo la SP57 e la SP26, giungendo a Chiavari in circa 44 chilometri.

La carta d’identità di una strada protagonista (ma senza esserlo)


Un paesaggio primaverile sulla Val d’Aveto

Situato tra la Val d’Aveto e la Val Ceno, il passo del Tomarlo prende il suo nome dal Monte Tomarlo, una altura appenninica che lo sovrasta a poca distanza, e che si distacca dal Monte Maggiorasca, il monte più alto degli Appennini Liguri. Infatti, anche l’altezza del valico è niente male: lo scollinamento avviene, infatti, a 1485 m s.l.m., un dato che lo posiziona in linea con le strade più vicine, come il Passo dello Zovallo (1405 m) e molto più in alto, ad esempio, del Passo della Cisa (1041 m).

Il percorso del valico unisce due località, quella di Santo Stefano d’Aveto (provincia di Genova) e quella di Anzola/Bedonia (provincia di Parma). La strada è lunga rispettivamente 9 chilometri da Anzola e 22,5 chilometri da Rezzoaglio/Santo Stefano d’Aveto, con una pendenza variabile tra l’8,4 e il 10%. Santo Stefano d’Aveto, infatti, si trova a 1012 m s.l.m., e il dislivello con la quota del Tomarlo è di 473 metri. Bedonia si trova molto più in basso, a 500 m s.l.m., e il dislivello complessivo è di 985 metri.

La strada che sottende al Passo del Tomarlo è la SP654R, ovvero la ex Statale 654 della Val di Nure. Il percorso è stato attraversato per tre volte, negli ultimi decenni, dal Giro d’Italia (rispettivamente nel 1977, nel 1989 e nel 1994).

Cosa vedere lungo il percorso

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Uno scorcio dall’alto di Chiavari, una delle località dell’itinerario lungo il Passo del Tomarlo

Santo Stefano d’Aveto, a primo impatto, sembra lontanissima dall’immaginario marittimo che possiamo avere della Liguria. Siamo infatti oltre i 1000 metri, e non a caso questo è il comune più alto di tutta la regione, sormontato dal monte Groppo Rosso che, addirittura, sfiora quota 1600. Un bel clima fresco e mite, un territorio abitato sin dalle epoche antiche e un magnifico castello, già intitolato alle famiglie Malaspina-Doria, dominano un abitato che ha una caratteristica particolare. Infatti, qui si trova l’unico santuario in Italia consacrato alla Vergine di Guadalupe, il cui culto è diffusissimo in Messico e nel resto dell’America Latina. È un edificio piuttosto moderno, costruito tra il 1925 e il 1928, ma il suo stile ispirato al gotico toscano lascerebbe presagire origini ben più antiche.

Decisamente marittima è invece Chiavari, anch’essa località della provincia genovese e più in particolare della zona del Tigullio, nota per la produzione di olio e vino di buona qualità e allo stesso tempo ricchissima di località marittime di pregio, come le vicine Portofino, Santa Margherita Ligure, Rapallo e Zoagli. Sembra quasi un tempio, ma la cattedrale di Chiavari è un magnifico complesso neoclassico del Seicento, una delle tante meraviglie di una località dove famiglie nobili e turismo d’élite hanno trasformato il paesaggio in modo decisamente ricco e vistoso, pur non rinunciando all’eleganza tipica ligure. 

Stefano Maria Meconi
Stefano Maria Meconi

Responsabile editoriale di TrueRiders sin dal 2015




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