Non c’è pace per chi ancora prova emozione a guidare un mezzo a motore endotermico, e ancora di più per gli amanti delle moto. Le prossime mosse di Bruxelles, infatti, peseranno enormemente sui loro portafogli. Il motivo? L’introduzione della Carbon tax, che farà schizzare i prezzi dei carburanti.
Le guerre in atto e le tensioni in Medio Oriente non stanno fermando la transizione green, anzi, ma a farne le spese saranno sempre di più i cittadini e le imprese europee. Oltre ai già noti rincari di energia, inflazione galoppante e carrello della spesa sempre più caro, entro un anno o due potrebbero innescarsi altri meccanismi in grado di far aumentare il pieno di benzina di oltre 350 euro all’anno, almeno per i motociclisti. Questa cifra è il risultato di un calcolo effettuato dall’International Energy Agency: ipotizzando aumenti sui carburanti di circa 47 centesimi al litro, con una moto che percorre circa 15 mila km all’anno, il costo finale dei rifornimenti salirebbe appunto di oltre 300 euro in più. Ma per capire come ci è arrivata bisogna fare un passettino indietro, ovvero al 2023, quando venne approvata la cosiddetta Carbon Tax.
Questa tassa fa parte del più ampio piano del Green Deal, ovvero della decarbonizzazione dell’Europa, un processo che è già iniziato e che dovrebbe portare a “zero emissioni” entro il 2050. L’onere dovrà essere pagato dalle aziende inquinanti, quindi comprese quelle petrolifere, che per abbattere l’impatto della produzione di Co2 dovranno acquistare forzatamente dei “crediti di carbonio”. L’imposizione della tassa vorrebbe costringere le suddette società a passare a sistemi più “green”, ma questo è facile solo sulla carta. Inoltre, com’è prevedibile, un’azienda che deve sostenere maggiori costi come si comporterà? Aumentando il prezzo finale del bene/servizio (in questo caso i carburanti) offerto. Gli aumenti previsti sono molto preoccupanti perché, a cascata, si riverseranno su qualsiasi altro prodotto trasportato su gomme. Per i “semplici” motociclisti, invece, un’uscita annuale molto consistente.
Oltretutto, la Carbon Tax si manifesterà come una doppia fregatura. Infatti, gli introiti derivanti da questo nuovo onere (circa 700 miliardi di euro entro il 2035, mica noccioline) sarebbero dovuti finire in progetti sostenibili: aumento delle infrastrutture per l’energia da rinnovabili, aiuti alle imprese per la transizione ecc. Invece, visti i recenti sviluppi della situazione geopolitica internazionale, l’Ue ha già pensato di destinare gran parte delle risorse ottenute spremendo cittadini e aziende al riarmo e alla spesa per la Difesa. Nonché ai buchi di bilancio che l’Ue dovrà affrontare sempre per la corsa agli armamenti imposta agli Stati Membri. Dulcis in fundo, ricordiamo che ogni singola persona europea dovrà pagare di tasca propria l’inquinamento che viene prodotto, mentre armamenti & co. non solo costeranno in termini di tagli a servizi statali, welfare e misure per la crescita dei Paesi, ma andranno a inquinare ancora di più.
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