Un ascensore a picco sulle acque: solo così potrai conoscere l'incredibile santuario che da 1000 anni domina il lago più bello d'Italia

Un ascensore a picco sulle acque: solo così potrai conoscere l’incredibile santuario che da 1000 anni domina il lago più bello d’Italia

Adriano Bocci  | 26 Giu 2025  | Tempo di lettura: 6 minuti
Eremo Santa Caterina del Sasso, Leggiuno. Shutterstock_2296923283

Un tempo, mille anni fa, nacque un santuario. Oggi, mille anni dopo, lo stesso santuario esiste ancora. È stupendo. È bellerrimo. E ci arrivi con un ascensore a picco sulle acque, un ascensore di pietra. Oggi Truerider ti consigliamo un itinerario con in mente l’Eremo Santa Caterina del Sasso. Attenzione: iIl motoitinerario di oggi non ha un granché di tornanti, bensì una marea di panorami: nasce sulle sponde del Lago Maggiore, cresce su quelle del Lago di Varese, si riproduce come due cellule nel Lago di Comabbio (di sotto) e nel Lago di Monate (di sopra) e muore tornando sul lungolago del Lago Maggiore. Questo, come antipasto, con l’ascensore panoramico scavato nella roccia, a sfidare la gravità. Andiamo?

Eremo di Santa Caterina del Sasso in moto. L’itinerario

Mappa

Itinerario

Il viaggio di oggi inizia da Arolo, piccolo centro affacciato sul Lago Maggiore ad accogliere con l’atmosfera tranquilla e i primi scorci sul lago. Il percorso è molto semplice: vai verso nordovest su Via Europa con le indicazione per SP69 verso Via della Campagna. I primi chilometri son dolci, come Bonaparte dell’itinerario, col Lago che fa capolino tra la vegetazione. Svolta a sinistra su Via Santa Caterina e continua dritto fino alla destinazione focus di oggi, l’Eremo Santa Caterina del Sasso. Qui ti aspetta l’esperienza dell’ascensore panoramico, opera moderna con oltre 51 metri di dislivello scavato direttamente nella roccia, ma ne parliamo dopo. Anche perché, l’alternativa è una giornata in palestra di sole gambe: 268 gradini. Li vuoi? No? Nemmeno io. Ma dell’Eremo di Santa Caterina del Sasso ne parliamo meglio più tardi.

Dal Santuario riprendi Via Santa Caterina verso nord e svolta a destra su Via Verbano che diventa SP69. Continua sulla Strada Provinciale 32dir d’Eremberto verso Gemonio, saluta le sponde del Lago Maggiore per entrare nell’entroterra varesino. Ti serve la SP1 verso Gavirate, con un paesaggio che inizia a cambiare volto.
La SP1 la continui finché non arrivi a Oltrona al Lago, il comune affacciato sulla punta orientale del Lago di Varese. Ben più raccolto, ma col suo fascino.

Oltrona al Lago, cosa vedere?

  • Parco delle Cinque Piante: prende il nome dai 5 alberi sulla cima della collina e offre una bella vista sul Campo dei Fiori e sul Lago di Varese.
  • Parrocchia Ss. Vitale e Agricola (chiesa di Oltrona): per gli stessi motivi, la chiesa di Oltrona è un punto panoramico privilegiato.

Da Oltrona al Lago poi continua su Via Giovanni Macchi con le indicazioni per Varese, salendo giusto per un attimo. La strada continua su Via Francesco Daverio, Viale Piero Chiara e Via Metastasio fino a Via Giuseppe Bernascone. Il centro di Varese è molto elegante.

Varese, cosa vedere?

  • Basilica di San Vittore: col bellissimo campanile barocco alto 77 metri e il Battistero di San Giovanni, è la parte spirituale della “Città Giardino” con una facciata neoclassica e interni stupendi
  • Parco Campo dei Fiori: riserva naturale con molti sentieri escursionistici e panoramici. Nota di riguardo: c’è l’Osservatorio Astronomico G.V. Schiaparelli.
  • Centro storico: la Città Giardino è adagiata (come la Capitale) su 7 colli e circondata dalle storiche castellanze.

Dal centro di Varese prendi Via Luigi Sacco per Viale XXV Aprile, poi vai su Via Filippo Corridoni verso il Lungolago della Schiranna. Alla rotonda rimani sul lungolago (seconda uscita) che diventa SP1. Fai poi la SP36 verso la SP33 per raggiungere Osmate, piccolo centro strategicamente posizionato tra due laghi: il Lago di Comabbio a sud e il Lago di Monate a nord. È il punto più particolare dell’itinerario, quello dove realizzi davvero di essere in mezzo a un territorio ricchissimo di specchi d’acqua.

Osmate, cosa vedere?

  • Spiaggia comunale: una delle 2 spiagge raggiungibili a piedi tranquillamente dal centro di Osmate. Ottima per godersi l’acqua cristallina di uno dei laghi più puliti d’Italia.
  • Spiaggia dei Pensieri: piccola area erbosa ed ombreggiata vicino alla sorgente. Più contemplativa.
  • Trattoria delle Zucche: il ristorante che consigliamo oggi. Aspettati il meglio: fritto di lago, formaggina di Osmate con polenta, mondeghili (le polpette milanesi), orecchie d’elefante milanesi, bistecca fiorentina e tante altre proposte di pesce.

Per il ritorno verso Arolo vai a nordovest su Via G. Marconi che diventa SP33, poi svolta a destra su Via Solferino tenendo l’SP33. Poi gira a sinistra su Largo D. Bozza che diventa SP36 e fatti le rotonde rimanendo su Via E. Fermi, che alla terza rotonda diventa SP69. E siam tornati ad Arolo.

Le strade principali di riferimento lungo il percorso sono la SP69, la SP32dir, la SP1, la SP36 e la SP33.

L’Eremo Santa Caterina del Sasso, mille anni di promesse sul Lago Maggiore e non sentirli

Eremo Santa Caterina del Sasso e Lago Maggiore

Immagina un secondo di essere un ricco mercante del dodicesimo secolo: ti chiami Alberto Besozzi e ti trovi in mezzo a una tempesta sul Lago Maggiore che vuole inghiottirti con tutta la barca. Fai una promessa: se sopravvivi ti dedichi al Signore. È quanto succede attorno al 1170 quando Alberto sopravvive al naufragio e si ritira come eremita in una grotta di Leggiuno sulla parete rocciosa del Lago. Così nasce l’Eremo Santa Caterina del Sasso.

Alberto visse nella sua grotta per anni finché la sua fama di santità non iniziò a farsi sentire dagli altri fedele. Nasce così il primo nucleo del monastero, a Leggiuno, che coi secoli si arricchisce di edifici e decorazioni fino al complesso che è oggi. Il nome del Sasso viene dalla posizione, costruito direttamente nella roccia, aggrappato alla parete sovrastante il Lago Maggiore. Venne dedicato alla martire di Alessandria d’Egitto.

Bello e architettonicamente “impossibile”. E che acustica

Eremo Santa Caterina del Sasso, interno. Shutterstock_2559944119
La parte migliore dell’Eremo Santa Caterina del Sasso è l’architettura “impossibile”. Il complesso si allarga su due livelli seguendo naturalmente la roccia, creando un insieme armonioso che sembra crescere direttamente dalla, e non sulla, montagna. Tra Duecento e Trecento la struttura ingloba vari edifici sacri, incluse le costruzioni per Santa Maria Nova e San Nicolao, oggi parte della visita. La chiesa conventuale (ben affrescata, medioevo e rinascimento) è uno splendore. La parte spettacolare però sta all’inizio: l’ascensore panoramico scavato nella roccia è la bellezza moderna, un impianto inaugurato negli anni ’80 col dislivello di 51 metri. Porta fino a 12 persone, e ti evita quei 268 gradini che sicuramente pianificavi di farti in un motoitinerario. Siamo motopellegrini, al massimo.

L’Eremo di Santa Caterina del Sasso è vivissimo come luogo di pellegrinaggio. Le classiche celebrazioni religiose si alternano alle visite turistiche: la comunità francescana di Betania custodisce il santuario e nella bella stagione possono capitare concerti ed eventi culturali che, giustamente, sfruttano l’acustica naturale dell’Eremo. La vista dal terrazzo dell’Eremo è impressionante: vedi il Lago Maggiore davanti e le montagne fan da cornice con le isole Borromee.

Salma Beato Alberto Besozzi, Eremo Santa Caterina del Sasso
Cosa vedere di specifico all’Eremo Santa Caterina del Sasso?

  • Il porticato rinascimentale conserva i resti di un ciclo di affreschi di uno dei figli di Bernardino Luini dove compaiono vari santi: una palma, uno staffile e una ruota da tortura, simboli del martirio della santa titolare dell’eremo, stanno addossati alla base delle volte
  • Le opere di Giovanni Battista De Advocatis sono quelle principali, incluse le vetrate istoriate e un organo fatto da Domenico Antonio Rossi
  • Gli affreschi della cappella di San Nicolao, sopravvissuti alla Controriforma
  • La salma del Beato Alberto Besozzi nel santuario.
Adriano Bocci
Adriano Bocci

Scrivo cose per professione. Paragono dettagli per passione. Accarezzo gatti per amore. Laurea in Comunicazione, classe '94, un uomo semplice: vedo cose belle, metto like. Poi mi incuriosisco, mi informo e vi rendo partecipi di dove crearvi bei ricordi.



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