È una delle strade più amate delle nostre montagne, ma anche le regine delle Alpi a volte hanno bisogno di lucidare i propri gioielli. Ed ecco perché, a partire da lunedì prossimo, il Colle del Nivolet si “rifà il trucco” con dei lavori di manutenzione che sono destinati a condizionare, anche se solo per pochi giorni, l’accessibilità di una delle direttrici più amate dell’arco alpino.
Da lunedì 14 a venerdì 18 luglio la Strada Provinciale 50 del Nivolet sarà interessata da interventi di riasfaltatura nei tratti ammalorati tra il km 4+500 e il km 18+460 (termine della strada), con la ricostruzione dello strato d’usura in conglomerato bituminoso a cellula chiusa, di tipo fine e compresso. L’effettuazione dei lavori è naturalmente subordinata alle condizioni meteorologiche. I tratti ammalorati saranno fresati a freddo per una profondità di 3 centimetri e verrà steso un nuovo strato di usura con il medesimo spessore. Vista la limitata larghezza della carreggiata della Provinciale 50, in alcuni tratti sarà necessaria la sospensione della circolazione per tutte le categorie di utenti, compresi i ciclisti e i pedoni, per periodi di tempo limitati e compresi tra i 15 e i 30 minuti.
I lavori sono portati avanti dalla Città metropolitana di Torino, responsabile delle operazioni e della sicurezza del percorso stradale che insiste, per un breve tratto, anche sulla Valle d’Aosta, regione confinante e fino al 1947 una entità provinciale unita al resto del Piemonte.
La strada che porta fino alla cima del Colle del Nivolet è piuttosto recente: fu realizzata nel 1931, in piena epoca fascista, come percorso “di cantiere” per la realizzazione di due invasi artificiali che alimentasse degli impianti idroelettrici. L’obiettivo di ottenere l’autarchia energetica in quegli anni cambiò radicalmente la geografia italiana, compresa quella della zona di Valsavarenche, dove vennero realizzati i laghi di Serrù e Agnel. Per collegarli al fondo valle, però, c’era bisogno di una strada asfaltata capace di far transitare anche mezzi pesanti. Nacque così la salita al colle, 18,5 km di percorso che superano poco più di mille metri di dislivello. Ceresole Reale si trova a 1.580 m s.l.m., il Nivolet raggiunge i 2.612 m s.l.m. L’arrivo fino in vetta fu giustificato da Renzo Videsott, presidente del Parco Nazionale Gran Paradiso, con l’opportunità di portare turismo fino in quota. Certo, a quei tempi le automobili erano poco diffuse, e le moto ancor meno. Ecco perché oggi, quasi un secolo dopo, l’accesso al colle è rigidamente regolamentato, soprattutto in ottica ambientale.
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