In Francia c'è la "città dei corsari", dove ogni giorno la marea si alza fino a 10 metri e tutti vanno in barca a vela

In Francia c’è la “città dei corsari”, dove ogni giorno la marea si alza fino a 10 metri e tutti vanno in barca a vela

Amatissima da artisti e letterati, assisa su un profilo di roccia che domina l'Atlantico, questa antica città è la capitale francese dei velisti
Stefano Maria Meconi  | 14 Lug 2025  | Tempo di lettura: 3 minuti

Se la Costa Azzurra ha Saint-Tropez, la Bretagna non è da meno. Sono due idee di Francia diametralmente opposta una dall’altra: la prima è godereccia, lussuosa, piena di sole e di campi di lavanda che affacciano su porticcioli ricolmi di yacht. La seconda è elegante, quintessenziale francese, forse un po’ snob e più attenta ai desideri dei local. E non ci sono barche di lusso (almeno, non così tante), ma soprattutto barche a vela, di cui questa città che andremo a visitare è la capitale nazionale. Insomma, uno di quei luoghi dove overtourism è quasi più una parolaccia che un fenomeno, e dove l’autenticità dei luoghi ti farà capire che il vero viaggio non è dove vanno tutti, ma dove vuoi andare tu. Partiamo?

L’antica città dei corsari affacciata sull’Oceano Atlantico

Prima ancora dell’attuale Saint-Malo, il cui nome deriverebbe da quello di un monaco del Galles del VI secolo, c’era Aleth. Qui i Romani vi presero avamposto sconfiggendo i Galli, ma a loro volta i Sassoni imposero il loro predominio, fino alla fondazione della città che detiene ancora questo nome, nel XII secolo. Periodo medievale, lo stesso in cui si sviluppa la presenza dei corsari, che proprio qui vedono il loro centro di principale presenza. Rispetto ai pirati, la cui azione era criminosa ma sostanzialmente autoreferenziale, quella dei corsari era una pirateria “istituzionalizzata”, poiché era il re a contrattarli per combattere le flotte navali delle nazioni ostili, come era l’Inghilterra per i francesi. La città è ricca e centrale nei destini d’Oltralpe fino alla firma del trattato di Utrecht del 1713, che sancisce la fine delle ostilità tra le due sponde della Manica. Da quel momento in avanti, Saint-Malo diventa un polo culturale e turistico, grazie alla posizione favorevole sull’Oceano Atlantico e alla presenza di artisti, che contribuiscono alla ricostruzione post-bellica della Seconda guerra mondiale.

Cattedrali, mura e maree: le bellezze di Saint-Malo

Una oscillazione giornaliera che arriva fino a 10 metri: lungo le coste della Bretagna, e di Saint-Malo in particolare, il mare non fa certi sconti. Anzi, l’Oceano Atlantico, che pare voler penetrare nelle maglie di una città che si divide in zone industriali, portuali, e in un magnifico centro storico rialzato dal profilo costiero, protetto da una alta e imponente fortificazione muraria. Proprio qui scopriamo le splendide architetture tradizionali, case alte e strette dai tetti a spiovente, dalle quali i malouins osservano il Canale della Manica, affollato di barche a vela e di imbarcazioni commerciali. Il passato corsaro della città è ricordato dalla statua di Robert Surcouf, vissuto tra il 1773 e il 1827, capace di accumulare un bottino di quasi 2 milioni di franchi in tutta la sua lunga carriera nell’Oceano Indiano. Tra i cittadini più illustri anche François-René de Chateaubriand, padre del Romanticismo, la cui sepoltura è una croce di pietra circondata da una piccola ringhiera, sulla rocca del Gran Bé e direttamente rivolta sull’oceano. Da visitare anche la cattedrale di San Vincenzo, il cui mix perfetto di stile romanico e gotico è ben evidente tanto all’esterno quanto all’interno, specie nei magnifici rosoni e nelle vetrate istoriate.

Saint-Malo in moto. L’itinerario

Mappa

Percorso

Lasciata Saint-Malo, prendiamo la D301 per uscire dall’alveo cittadino e poi la D355 fino a Saint-Coulomb (10 km). Da qui procediamo sulla D355 fino a Cancale, che raggiungiamo in appena 5 chilometri recuperando il profilo marittimo del percorso. Ancora, siamo sulla D76, dapprima verso Saint-Méloir-des-Ondes, poi proseguiamo sulla costa con la D155 e la D797 fino a Cherrueix (20 km). Ancora D797 fino a Pontorson e D776 fino alla grande area di parcheggio che è l’ultimo tratto percorribile in moto prima di arrivare a Mont-Saint-Michel.

Stefano Maria Meconi
Stefano Maria Meconi

Responsabile editoriale di TrueRiders sin dal 2015

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