Bollo moto, ci sono novità per i motociclisti a partire dal primo gennaio 2026 e le notizie non sembrerebbero essere buone. Come riporta l’Ansa, l’ultimo Consiglio dei ministri ha approvato un decreto legislativo che attua la delega fiscale “recante disposizioni in materia di tributi regionali e locali e di federalismo fiscale”. Questo significa che le misure licenziate dal Cdm non sono ancora legge, ma al momento sono al vaglio delle varie commissioni in attesa dell’approvazione definitiva, con le modifiche che sono ancora possibili. Detto questo vediamo come potrebbe cambiare a partire dal 2026 il bollo per moto e scooter.
La novità maggiore riguarda le moto neo-immatricolate. A partire dal 2026 infatti per ogni motoveicolo immatricolato non si potrà più approfittare della flessibilità delle scadenze attuali: il bollo dovrà essere pagato in un’unica soluzione entro l’ultimo giorno del mese che segue quello dell’immatricolazione al PRA (Pubblico Registro Automobilistico) e coprirà l’intero anno solare.
Inoltre nel caso di un veicolo fermo o indisponibile per ragioni giudiziarie o amministrative, se resta iscritto al PRA i proprietari dovranno pagare ugualmente il bollo a differenza di quanto avviane oggi. Infine nonostante le promesse del ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, al momento non si hanno notizie della cancellazione del superbollo che riguarda i veicoli con potenza superiore a 185 kW.
Il bollo moto – qui la nostra guida su come calcolarlo – è una tassa regionale di possesso dovuta ogni anno da chi è proprietario (o usufruttuario, locatario, acquirente con patto di riservato dominio) di un motoveicolo iscritto al PRA, anche se non viene utilizzato su strada. In Italia ci sono circa 10,2 milioni di motoveicoli circolanti tra moto, scooter e ciclomotori; di questi circa 7,5 milioni sono soggetti a bollo pieno – sono esclusi i ciclomotori non iscritti al PRA o moto storiche – e, in totale, si stima che oltre 7 milioni di italiani paghino ogni anno il bollo per un veicolo a due ruote.
In questo 2025 il bollo per le moto neo-immatricolate si può pagare entro i tre mesi dall’immatricolazione. Dal primo gennaio 2026 in poi il pagamento invece sarà personalizzato e dovrà essere effettuato entro l’ultimo giorno del mese successivo a quello di immatricolazione, andando poi a coprire un anno intero. Facciamo un esempio: una moto immatricolata il 10 febbraio 2026 avrà il bollo da pagare entro il 31 marzo 2026, con validità fino al 28 febbraio 2027. Il pagamento dovrà avvenire tramite unica soluzione, ma le Regioni – si tratta di una tassa regionale – potranno decidere di mantenere alcune forme di rateizzazione.
Oggi chi ha un veicolo sottoposto a fermo amministrativo – ad esempio per cartelle esattoriali non pagate – può evitare il pagamento del bollo in base a quanto stabilito da una sentenza della Corte Costituzionale del 2017. Il Consiglio dei ministri però ha deciso di dire stop a questa esenzione che dal 2026 non sarà più valida. Anche questi veicoli dovranno pagare il bollo finché rimangono iscritti al PRA indipendentemente dal loro uso su strada.
Novità anche per i concessionari. Finora i commercianti che ritirano moto usate per la rivendita devono inviare ogni tre mesi un elenco dei veicoli in possesso, con il bollo che si interrompe al momento della presa in carico anche se il passaggio al PRA può avvenire dopo. Dal prossimo anno invece il pagamento del bollo si interrompe solo se il passaggio di proprietà è registrato al PRA entro 60 giorni, mentre non sarà più obbligatorio inviare trimestralmente l’elenco dei veicoli acquistati per rivendita.
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