Il borgo dei 50 pozzi: in Sardegna c'è un borgo dove respirare il fascino rurale dell'isola dei nuraghi

Il borgo dei 50 pozzi: in Sardegna c’è un borgo dove respirare il fascino rurale dell’isola dei nuraghi

Un viaggio tra tradizione e natura nel cuore del Medio Campidano
Paolo Albera  | 25 Ago 2025  | Tempo di lettura: 3 minuti

In Sardegna non ci sono solo spiagge da cartolina: nell’entroterra esistono borghi che raccontano l’anima più autentica dell’isola. Uno di questi è Gonnosfanadiga, soprannominato il borgo dei 50 pozzi per la presenza di antiche fonti e cisterne che da secoli garantiscono l’acqua agli abitanti. Circondato da montagne, boschi e uliveti secolari, questo paese del Medio Campidano è una tappa affascinante per chi ama i viaggi fuori dalle rotte più turistiche.

Itinerario in moto in Sardegna: Gonnosfanadiga

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Percorso

La visita a Gonnosfanadiga è l’occasione per un bel viaggio sulle strade del sud dell’Isola. Il percorso parte da Sant’Antioco, che puoi raggiungere in poco più di due ore attraverso la bellissima strada panoramica della Costa del Sud. Da Sant’Antioco prendi la strada statale SS126 verso nord, in direzione Carbonia. Continua sulla stessa strada, svolta a destra sulla SP2, continua fino all’imbocco della SP85, che devi prendere in direzione di Iglesias. Da qui inizia una traversata ricca di curve e tornanti, tra le strade del Sulcis-Iglesiente, lungo la SS126, fino a raggiungere Fluminimaggiore. Continua verso nord sulla stessa strada: la serie di curve e viste spettacolari ti fa entrare nel territorio del Medio Campidano toccando la cittadina di Arbus. Un’altra decina di km sulla SP4 e raggiungi la tua destinazione, Gonnosfanadiga. Tempo di viaggio: circa due ore, per un centinaio di km in totale.

Cosa vedere a Gonnosfanadiga, il paese dei pozzi

Il borgo di Gonnosfanadiga si trova nella provincia del Medio Campidano, fino a poco tempo fa compresa nel Sud Sardegna. Ha una storia rurale molto forte, i tantissimi pozzi pubblici (di cui parleremo) sono l’attrazione che contraddistingue il territorio. Ma il Comune è famoso anche per altro, in particolare per le olive: a novembre si svolge la sagra delle olive, dell’agroalimentare e dei mestieri locali, evento di importante richiamo a livello regionale. Sul territorio si trovano 4 nuraghe (le imponenti costruzioni megalitiche simbolo dell’antichità della Sardegna) tra cui la grande Tomba dei Giganti di San Cosimo (anche detta “Sa Grutta de Santu Giuanni”).

I 50 pozzi di Gonnosfanadiga

Il simbolo di Gonnosfanadiga sono i pozzi pubblici che si incontrano nel centro storico e nella campagna circostante. Oggi ne sono rimasti una cinquantina, in passato erano molti di più. Servivano per l’approvvigionamento idrico ma non solo: erano anche centri di socialità dove si riunivano gli abitanti dei rioni. Oggi non hanno più queste funzioni, ma col tempo ne viene riscoperto il significato storico, e richiamano turisti e visitatori che vengono in questa località alla scoperta delle bellezze meno conosciute dell’entroterra sardo.

Una passeggiata nel centro storico e dintorni

Passeggiando tra le vie si scoprono case tradizionali in pietra, piccole botteghe e alcune chiese come la Chiesa del Sacro Cuore e la Chiesa Beata Vergine di Lourdes. Allargando la visita alla zona campestre, si trova la Chiesa di Santa Severa, di origini paleocristiane e restaurata a partire dal 1797, e la Chiesa di Santa Barbara, edificata dove precedentemente sorgeva la prima parrocchiale del paese (chiesa di Sant’Antonio Abate).

Escursioni all’aperto tra monti, foreste, cascate

Se ami la natura, Gonnosfanadiga è un punto di partenza ideale per salire sul Monte Linas, uno dei massicci più alti della regione (la Punta Perda de sa Mesa con i suoi 1.236 m s.l.m. è la cima più alta del Sud Sardegna), perfetto per escursioni a piedi, con panorami che spaziano fino al mare. La Foresta di Perd’e Pibera è perfetta per una passeggiata in un’area verde ricca di lecci, sorgenti e sentieri. Infine vale la pena vedere la Cascata di Muru Mannu, la cascata più alta della Sardegna, immersa in un paesaggio selvaggio non molto distante dal borgo.

Cosa vedere nei dintorni

L’itinerario ti porta a scoprire altri centri caratteristici del sud-ovest sardo, come Sant’Antioco, isola collegata da un istmo, famosa per le spiagge e i resti fenici. Altro punto di interesse è Carbonia, città mineraria nata negli anni ’30, testimone della storia industriale dell’isola. Molto differente è Iglesias, splendida cittadina medievale con cattedrale gotica e mura aragonesi. Fluminimaggiore è punto di accesso alla costa verde, con le vicine rovine di Tempio di Antas. E poi Arbus, borgo pastorale noto per i coltelli artigianali, offre le splendide dune di Piscinas, tra le più alte d’Europa.

Paolo Albera
Paolo Albera

Scrivo di viaggi e musica - che a volte sono la stessa cosa.

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