Balconate di polenta: niente fiori, in Trentino c'è il paese dove le finestre si decorano con le pannocchie

Balconate di polenta: niente fiori, in Trentino c’è il paese dove le finestre si decorano con le pannocchie

Case ornate di pannocchie, antichissime chiese e forti medievali, Storo è l'identità contadina del Trentino, e il suo oro rosso è molto particolare
Adriano Bocci  | 05 Set 2025  | Tempo di lettura: 5 minuti
Storo, Chiesa di San Floriano, Trentino-Alto Adige

Perché usare i fiori quando puoi decorare le finestre con le pannocchie? La polenta, si sa, conquista tutti, e in mezzo alla Valle del Chiese le decorazioni son gialle: c’è un borgo che, del mais, ha fatto la sua identità: si chiama Storo, comunello del Trentino meridionale, famoso per l’oro di Storo e per le case ornate di pannocchie appese ad essiccare. Curiosa bellezza nata, come sempre, dal bisogno agricolo: l’itinerario di oggi porta nel regno della polenta e comincia dai riflessi del Lago di Garda, va fino al Lago di Ledro e infine al Lago d’Idro, sopra i confini. Vamonos!

Storo, il borgo dell’oro rosso e delle pannocchie appese

Case di Storo, in Trentino-Alto Adige, con le tipiche pannocchie appese ad essiccare sui balconi. Shutterstock_1565872798
In principio era l’oro. A Storo le pannocchie sono un’identità, per motivi tecnici e anche decorativi. Chi arriva può vedere le pannocchie appese a essiccare, tradizione che ha radici profonde nella cultura contadina: in autunno sono l’orgoglio di una comunità che, appunto, la si conosce per il proprio oro. Oro rosso di Storo, così viene chiamata la varietà pregiatissima del mais nostrano di Storo, visto il colore rosso ramato che prendono le pannocchie, più piccine di quelle che di norma si vedono in pianura. E appunto, la polenta di Storo si ottiene dalla macinazione di suddette pannocchie coltivate nella Valle delle Chiese, la zona che va dal sud-Trentino fino al Parco Naturale Adamello Brenta e la farina che ne esce è antica quanto le tradizioni del territorio da cui nasce, fatta tutt’oggi con metodi tradizionali che preservano molto bene le proprietà del mais nostrano.

Cosa vedere a Storo?

Fontana di granito a Storo, Trentino-Alto Adige. Shutterstock_1684525951
Il centro storico di Storo è un’esperienza: dipinti a muro, corti, ballatoi, stradine selciate, 8 fontane di granito e pannocchie appese al posto dei fiori. Il centro si sviluppa attorno diversi edifici storici:

  • Palazzo Lodron, dove hanno vissuto i feudatari sin dalla Prima Crociata;
  • Palazzo Bavaria, altro pezzo d’architettura nobiliare accanto a Palazzo Lodron;
  • Chiesa di San Floriano, citata per la prima volta al 1189, una delle chiese più antiche di tutta la zona con dentro i lavori di Gaspare Diziani e una pala di Palma il Giovane del 1617 (in copertina);
  • Chiesa di San Lorenzo, quindicesimo secolo, che invece ha gli affreschi dei Baschenis, pittori di Averara che hanno lasciato del loro in tutto l’arco alpino.

Al di fuori degli edifici storici, parte del succo di Storo sta nel Parco Forte Ampola, un parco storico e museale in un edificio di metà Ottocento dedicato alle guerre dall’Unità d’Italia fino alla Prima Guerra Mondiale, ché Storo fu zona di confine tra il Regno d’Italia e l’Impero Austro-Ungarico. Sta vicino al Lago d’Ampola, ed è carino anche per le visite serali perché rimane aperto fino dalle 9 alle 22, ma solo su prenotazione. In alternativa vicino Storo c’è la Cascata del Palvico, chiamata altresì buco della morte, la più bella della zona: fatta dal torrente Palvico che nasce dal Lago d’Ampola e crea un canyon profondo con diverse pozze e salti d’acqua fino a 20 metri in verticale, e per arrivarci serve farsi boschi di conifere e formazioni rocciose.

Ultima cosa da vedere è la Bastia di Storo, o quel che ne rimane, eretta nella seconda metà del quindicesimo secolo da Storo e Condino stanche dei soprusi dei Conti Lodron e della Serenissima. Stava su una sporgenza del versante della Rocca Pagana, ma rimase vittima di un assedio di Paride Lodron nel 1484.

Storo in moto. L’itinerario

Mappa

Itinerario

L’itinerario in moto di oggi parte da Riva del Garda, e implicando il centro, si parte da Viale dei Tigli: devi mantenerti sul viale andando verso nord fino alla rotonda, terza uscita, SS240. Continua a salire e continua dritto sulla rotonda successiva (quella con sotto l’Area Archeologica San Cassiano) lasciandoti alle spalle la riva del Lago di Garda per inoltrarti tra le vallate. Dovrai farti la Galleria Agnese finché non esci proprio sotto al percorso storico della Strada del Ponale; continua sulla SS240 passando per la Biacesa di Ledro prima e per Molina di Ledro poi, al Lago di Ledro. A Molina di Ledro, appena arrivi al Lago, c’è il Museo delle Palafitte del Lago di Ledro con dietro una panchina gigante. Devi farti il Lago di Ledro per Via Nuova, passando sotto Villa Dianella (‘Il Castello’) finché non arrivi a Pieve di Ledro.

Cascata d'Ampola, Storo, Trento. Shutterstock_2658580883
Da qui mantieniti sulla SS240 che porta a scendere verso sud in direzione Storo passando un paio di località sopra ai monti che fanno da confine fra Trentino e Lombardia, percorrendo il Passo d’Ampola a scendere fino alla Cascata d’Ampola (qui sopra), che si getta in una piscina naturale nota per i bagni nelle acque fredde. Poco prima di arrivare a Storo ci sarà una pineta e qualche tornante; salendo a Storo (per Via Giuseppe Garibaldi) dovreste poter notare sulla sinistra la Chiesetta di San Maurizio, ed eccoci arrivati. Dalla SS240 al centro di Storo, sotto al bar, si prende la SP69 e ci si rimette in viaggio verso sud, passando per una zona industriale con vicino un piccolo Lago Roversella (pescabile se hai i permessi), vicino alla pista da motocross. Dall’SP69 svolti su Via Campini, sali, e poi riscendo alla SP BS 237, direzione Lago d’Idro e relativo lungolago fino ad Anfo, ai piedi del Monte Censo.

Le strade principali di riferimento lungo il percorso sono la SS240, la SP69 e la SP BS 237.

Adriano Bocci
Adriano Bocci

Scrivo cose per professione. Paragono dettagli per passione. Accarezzo gatti per amore. Laurea in Comunicazione, classe '94, un uomo semplice: vedo cose belle, metto like. Poi mi incuriosisco, mi informo e vi rendo partecipi di dove crearvi bei ricordi.

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