Le antiche terme del Basso Lazio che regalano benessere da più di 2000 anni

Le antiche terme del Basso Lazio che regalano benessere da più di 2000 anni

Benessere all'antica... Roma, s'intende: già ai tempi di Plinio e Augusto questo complesso termale era tra i più amati dell'impero, e non è difficile capire perché ora che i tempi sono decisamente cambiati
Stefano Maria Meconi  | 16 Set 2025  | Tempo di lettura: 3 minuti

È un luogo protetto dalle montagne, ma da dove si vede il mare. Guardando verso il fondovalle, le spiagge che uniscono in una lingua di sabbia Lazio e Campania fanno da contraltare, gettando lo sguardo verso le montagne, alle ultime propaggini degli Appennini, dove qualche sorgente alimenta il placido scorrere dei fiumi che separano la regione di Roma e quella di Napoli. Poco nota, ma una vera e propria valle del benessere, dove già gli antichi romani si erano concentrati nello scoprire e valorizzare delle terme che trovano spazio nelle cronache dell’epoca, e parliamo di oltre 2000 anni fa, insomma non bruscolini. Non è un luogo lontano, né frutto della fantasia di qualche scrittore, perché qui, sulle colline del Basso Lazio, testimone di una storia ricca e completa, c’è un posticino di 4000 (e rotti) abitanti dove il tempo sembra essersi fermato e dove il benessere è la cifra media per locali e turisti. Pronti a scoprirlo insieme?

Una tradizione termale che unisce Roma e Napoli da 2000 anni

Quasi a metà strada tra Roma e Napoli, due città che nel periodo più florido dell’impero erano quasi una lo specchio dell’altra, c’è una piccola località termale che davvero in pochissimi conoscono, e non è la solita frase retorica. Abituati come siamo alla bellezza riconoscibile di Fiuggi, delle terme dei Papi a Viterbo oppure dei grandi nomi del Nord Italia come Salsomaggiore, Darfo Boario, Bormio e chi più ne ha più ne metta, alzi la mano chi ha avuto la fortuna di incontrare almeno per una volta, anche solo per caso, il nome di Suio. Quattro lettere, un lungo viale (“delle Terme”, appunto) e una successione armonica di siti, centri dedicati, piscine e strutture dedicate al benessere che affondano le loro radici addirittura al periodo preromano. Proprio agli Aurunci e alla loro Pentapoli risale la fondazione delle cinque città di Suessa, Sinuessa, Minturnae, Ausona e Vescia. Vescia, in particolare, corrisponde a Suio, che altro non è se non una frazione dell’attuale Castelforte, dove godersi le terme, la storia e la vicinanza al Mar Tirreno.

Fanno bene a tutto, fanno bene a tutti

Le terme di Suio hanno ben cinque sorgenti, ciascuna con una temperatura e delle caratteristiche specifiche: si va dalle fonti di Sant’Egidio, con acqua sulfurea che sgorga a meno di 40 °C, e si arriva fino ai 62 °C della fonte Tomassi, anch’essa solfurea, con elementi alcalino-terrosi tipici della zona. In generale, la presenza di zolfo ben marcata è un importante beneficio per tutti coloro che soffrono di affezioni dermatologiche e ginecologiche, ma queste acque sono indicate dagli esperti anche come adatte a migliorare problemi di circolazione, respiratori e di locomozione: insomma, un bagno caldo non si nega (e non si sconsiglia) praticamente a nessuno. Dove farlo? Nel parco termale di Suio, 5 stabilimenti fatti di piscine, spazi benessere, luoghi adatti a tutta la famiglia, dove c’è poco clamore ma tanto contenuto. Uno di quei posti dove non ci si affolla, ma si sta bene: in tutti i sensi.

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Itinerario

Un itinerario tra due province e due città tanto belle quanto diverse. Cassino e Gaeta, la storia e il mare. L’entroterra e il Tirreno. Per collegarle, però, il percorso è piuttosto semplice e si affida alla SP76 che, lasciata la città dell’Abbazia, taglia in due il Basso Lazio in direzione della nostra prima tappa intermedia, Sant’Andrea del Garigliano (16 km). Insieme al Liri, il Garigliano è uno dei due fiumi che segna parte del confine geografico con la Campania. Si continua per circa 15 chilometri in direzione di Castelforte, splendido gioiello circondato per diversi chilometri dai complessi termali della Valle di Suio. Continuiamo per altri 20 km, prendo Porto Galeo e successivamente la SS7 quater che arriva facilmente a Scauri. Siamo quasi arrivati: 15 chilometri di magnifico percorso litoraneo, che continua sulla SR213 in direzione di Formia, attestano il nostro itinerario definitivamente nella storica località marittima di Gaeta.

Stefano Maria Meconi
Stefano Maria Meconi

Giornalista, appassionato di viaggi e tecnologia, ho iniziato a occuparmi di TrueRiders sin dalla sua fondazione nel 2015. Mi piace raccontare il modo attraverso numeri e curiosità, perché ogni viaggio è un'esperienza da raccontare e condividere

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