600 abitanti per il borgo romantico sulle montagne d'Abruzzo

600 abitanti per il borgo romantico sulle montagne d’Abruzzo

Un eremo millenario costruito intorno a una delle tante grotte parla di una spiritualità archetipale e di una bellezza fatta di cose semplici, la cifra media che in Abruzzo spinge così tante persone a viaggi rilassanti e autentici
Stefano Maria Meconi  | 24 Set 2025  | Tempo di lettura: 4 minuti

Se tutta la catena degli Appennini è incredibile, il tratto che si snoda in Abruzzo è, senza ombra di dubbio, uno dei più affascinanti e caratteristici di tutta la dorsale che, dalla Liguria, conduce fino alla Calabria, un po’ come una spina dorsale che invece di tenere in piedi un essere umano è il vero spartiacque della penisola italiana. E proprio lungo i circa 1000 chilometri di vette, sui quali insistono vallate, altopiani, città di media grandezza (ma enorme bellezza), troviamo anche delle piccole realtà capaci di incantare, a patto di concedersi un’esplorazione che a tratti è lunga, non difficile, ma sicuramente riservata a chi non cerca il viaggio fine a sé stesso, ma il piacere della scoperta. Proprio quella che conduce verso un borgo antichissimo, un lago meraviglioso e una serie di curve mozzafiato per raggiungere tutto questo, nel giro di pochi chilometri quadrati e in un luogo dove il tempo si è fermato a quando il mondo era assai più bello.

Il paese di san Domenico abate nel cuore roccioso d’Abruzzo

Diversi scavi archeologici condotti in quest’angolo della regione forte e cortese hanno permesso di rinvenire numerose testimonianze risalenti alla preistoria. Come fosse una lasagna fatta da strati e strati di storia, gli studi hanno rinvenuto dapprima un monastero benedettino dell’XI secolo, poi un’epigrafe di epoca romana (e dunque saltiamo indietro di circa 1000 anni), poi ancora un recinto preistorico, forse quanto rimane di una fortificazione di epoca ellenistica, magari appartenente alla cultura dei Peligni. La storia di questo luogo evolve in maniera organica dapprima con i Longobardi, poi con il controllo diretto dell’abbazia di Montecassino (Lazio) e più in generale del potere religioso, a cui afferisce fino a buona parte del Trecento. È però la fondazione del suo iconico eremo, affacciato sulle acque del lago, che ne definisce una storia millenaria che vive e prospera ancora oggi.

Un piccolo gioiello affacciato sul lago

Tra la fine del X e gli inizi dell’XI secolo dimorò in questa zona Domenico di Sora, il cui nome però non lascia trasparire la sua reale origine, essendo nato a Foligno nel 951. Abate, seguace dapprima della regola di San Benedetto da Norcia, ispiratore della nascita di nuove comunità rurali nelle zone di montagna tra Lazio e Abruzzo, fu lui a costruire, su richiesta dei conti di Valva il monastero di San Pietro, struttura che venne poi abitata dai monaci sino a buona parte del XV secolo. A lui si deve anche il nucleo fondante della bellissima certosa di Trisulti, nel Frusinate, e gli sono dedicati numerosi luoghi e riti religiosi tra le due regioni, come l’abbazia di San Domenico a Sora e la processione dei Serpari a Cocullo, ogni 1° maggio, con la statua del santo che viene ricoperta dai serpenti e portata in processione per le strade del piccolo borgo d’Abruzzo. L’eremo di San Domenico, sulle sponde dell’omonimo lago, è una di quelle opere da non lasciarsi sfuggire, men che meno per la sua collocazione. Costruito nella sua forma attuale circa nel Quattrocento, occupa uno spazio intorno alla grotta di eremitaggio dell’abate, dove si fermò nei primi anni dell’XI secolo, il complesso fu rimaneggiato all’esterno nei primi anni del Novecento, per adattarsi alla nascita del lago (artificiale), che richiede la costruzione di un ponte. Fu anche l’occasione per ripristinare la facciata, che oggi appare semplice, con una bifora decentrata e due piccoli affacci al livello superiore. Benché semplice, il complesso è particolarmente piacevole, per la presenza di diverse opere d’arte e, come abbiamo visto, per la collocazione.

Cosa vedere nel borgo

Le rive dello specchio d’acqua che circondano la piccola Villalago sembrano nate apposta per passeggiare, correre, fare trekking o, più semplicemente, sedersi a contemplare lo spettacolo unico della rigogliosa natura che lo circonda. Ma anche il borgo riserve più di una sorpresa: la parrocchiale, intitolata alla Madonna di Loreto, è un piccolo gioiello incastonato nel borgo di cui è parte imprescindibile. Se la parrocchiale è il simbolo della spiritualità locale, la Rocca medievale è, di contro, il simbolo dell’antico potere militare insediato in quest’area. Entrambi i siti meritano una visita accurata; non ne rimarrete delusi. Il paese, del resto, ancora porta i segni della storia che gli è passata attraverso, mostrando orgogliosamente tutto il suo patrimonio ai visitatori, sempre ben accolti dalla tipica ospitalità abruzzese. Ospitalità che non dimentica, ovviamente, anche la buona cucina: qui è impossibile non lasciarsi sedurre da un piatto fumante di pacchiarozze (non dissimili dalle fettuccine), condite con il tipico sugo di agnello e pecorino..

Consigli di viaggio

Mappa

Percorso

Una partenza col botto, perché questo percorso in direzione Villalago parte dal luogo simbolo di Roma, il Colosseo, così da dare maggiore solennità alla partenza. Ci lasceremo, quindi, il Colosseo alle nostre spalle, andando a cercare il primo incrocio disponibile con la Tiburtina, altrimenti detta SS 5, una delle più famose consolari romane e, in particolare, quella che ci darà un passaggio per buona parte del tragitto. Le opzioni per incontrarla sono diverse, dovete solo decidere quale scegliere. E fino ad Avezzano lei sarà la nostra fede compagna, conducendoci per mano dalla caotica Roma al tranquillo Abruzzo, attraverso curve su curve che vi faranno mettere un sorriso a 36 denti. Da Avezzano saluteremo la SS 5 e proseguiremo verso Pescina; da qui saranno la SP 17 e la SR 479 a darci l’ultimo passaggio necessario per raggiungere il cuore degli Appennini in Abruzzo e, più precisamente, Villalago. Appena arrivati parcheggiate la moto, togliete il casco e respirate a pieni polmoni e, come per magia, tutta la stanchezza del viaggio sparirà in un batter di pupilla.

Stefano Maria Meconi
Stefano Maria Meconi

Giornalista, appassionato di viaggi e tecnologia, ho iniziato a occuparmi di TrueRiders sin dalla sua fondazione nel 2015. Mi piace raccontare il modo attraverso numeri e curiosità, perché ogni viaggio è un'esperienza da raccontare e condividere

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