Quanto è bello visitare un museo? Soprattutto uno di quelli più grandi, magari i Musei Vaticani oppure gli Uffizi e, guardando fuori dall’Italia, il Louvre di Parigi o il Prado a Madrid. Circondati dall’arte a 360 gradi, si vive in una sorta di trance dove la bellezza è in ogni luogo. Eppure, ci sono dei luoghi che non sono musei ma offrono lo stesso sensazioni identiche. Muri, case, strade, vicoli, piazze: ogni angolo del centro storico esibisce murales dedicati alla cultura e alla storia del territorio che rendono questa località unica in Sardegna. Nel pieno centro della Barbagia, cuore selvaggio dell’isola, una piccola comunità svela al visitatore questo grande spettacolo di disegni e colori che dà vita a un contrasto meraviglioso con il carattere del territorio. Non solo: è anche famosa per l’arte del canto a tenore, tradizione che appartiene alle radici della musica sarda. E pensare che fino a qualche decennio fa la fama di questa località era legata a episodi di cronaca, banditismo e sequestri: oggi non c’è più nulla di tutto questo, ma solo bellezza e stupore. Andiamo a vedere?
Ci troviamo in provincia di Nuoro, a circa 620 m s.l.m. in quella regione storica detta della Barbagia di Ollolai, sulle pendici del massiccio del Gennargentu. Il vasto territorio comprende anche alcune montagne, la più alta delle quali è il Monte Armario (1433 m s.l.m.), e si estende sull’altopiano montuoso del Supramonte. “Supramonte” è anche il nome del noto ensemble di canto a tenore che ha base nel territorio, che promuove la tecnica vocale della tradizione sarda e ravviva la memoria dei grandi cantori dell’isola. Nella zona, inoltre, è possibile visitare la bellissima gola di Gorropu che, con i suoi 500 metri di profondità, viene considerata come uno dei canyon più profondi di tutta Europa, e sicuramente quello maggiormente elevato in Italia. Oltre alla bellezza del territorio, merita un approfondimento veloce anche la sua storia, che ovviamente ha a che fare con il periodo nuragico: se nella vicina Fonni ci sono ben 40 siti archeologici, qui ci si ferma “solo” a 30, comprendendo tombe dei giganti, nuraghi, una fonte sacra e alcuni insediamenti antichissimi, che ci dimostrano come tutta la Barbagia fosse un luogo di grande rilevanza sin nel passato.
La Sardegna è considerata la culla italiana dell’arte muraria, e Orgosolo ne è la capitale. Il primo dei murales che vi sono stati realizzati risale al 1969, a opera del gruppo di anarchici milanesi Dioniso. Nel 1975 l’insegnante Francesco Del Casino e i suoi alunni della scuola media realizzarono altri murales dedicati al tema della Liberazione. Questi episodi furono le vere e proprie origini dell’arte muraria in questa zona: altri artisti hanno dato seguito all’iniziativa, come il pittore Pasquale Buesca e il gruppo culturale locale Le Api, con dipinti che raccontano la storia e la società dell’isola e i personaggi che ne sono stati protagonisti. Gli amanti della musica ameranno fare una foto ricordo con il murale dedicato a Fabrizio De André e Augusto Daolio dei Nomadi. I temi sociali sono in ogni caso i più ricorrenti: un’opera racconta l’assassinio di don Graziano Muntoni nel 1998, con una frase in lingua sarda; un altro è dedicato alla rivolta di Pratobello del 1969 con l’immagine dello scrittore Emilio Lussu; altri lavori sono ispirati al mondo agricolo, c’è un omaggio al Guernica di Picasso e al difficile ruolo delle donne chiamate a visitare i propri uomini in carcere. In tutto, sono oltre 200 i murales che conquistano l’attenzione sui muri delle case di Orgosolo.
Un tempo era abitazione privata della famiglia Corraine, oggi è un museo etnografico allestito su cinque piani. Sa Dommo e Sos Corraine (Corso Repubblica, 103) è un viaggio nel passato autentico della Barbagia, con mobili originali e suppellettili tradizionali, e la possibilità di apprendere tra una stanza e l’altra le storie e le usanze degli antichi abitanti, grazie alla visita guidata dei padroni di casa. Ingresso 5€. Parimenti interessante è il Museo del Pane Carasau (Corso Repubblica, 330), dedicato alla specialità tipica di Sardegna. Qui puoi entrare nel vivo della produzione di questo alimento tradizionale, visitando un laboratorio dell’Ottocento in cui potrai anche cimentarti con le tue mani nella preparazione. Compresa nella visita al museo non può mancare una buona degustazione.
Partenza da Olbia, città familiare a tutti i riders che vengono in Sardegna in nave trasportando la propria moto. Prendi la SS131 Diramazione Centrale Nuorese, in direzione di Nuoro. Una volta passata Siniscola e la zona industriale, entri nel vero e proprio territorio della Barbagia. Nella zona delle “tombe dei giganti” esci dalla strada principale e vai a sinistra sulla SP38, e poi a destra sulla SS129 in direzione Nuoro. Prima di arrivare al capoluogo, svolta a sinistra verso Oliena e poi a destra sulla strada provinciale. Incontri quindi l’incrocio con la SP58, che devi imboccare (a sinistra) per arrivare alla località di destinazione Orgosolo.
Giornalista, appassionato di viaggi e tecnologia, ho iniziato a occuparmi di TrueRiders sin dalla sua fondazione nel 2015. Mi piace raccontare il modo attraverso numeri e curiosità, perché ogni viaggio è un'esperienza da raccontare e condividere
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