Sembra Medioevo, ma è del '900: questo castello in Emilia ti farà dubitare della storia

Sembra Medioevo, ma è del ‘900: questo castello in Emilia ti farà dubitare della storia

Un borgo che sembra uscito dal Medioevo ma nato nel Novecento, un castello con un fantasma che sussurra consigli, botteghe col martello dell'artigiano: un'utopia pietrificata nei colli piacentini
Adriano Bocci  | 27 Set 2025  | Tempo di lettura: 4 minuti
Grazzano Visconti, Emilia Romagna

L’arte di vivere è l’arte di saper credere alle menzogne. Il tremendo è che, non sapendo quid sit veritas, sappiamo però che cos’è la menzogna, dice Cesare Pavese nel suo diario di metà Novecento. Calunnie e maldicenze! Sì? No. Ci sono luoghi che sembrano usciti da un libro di storia medievale (sicuramente allegra e priva di guerre), e l’identikit è classico: torri merlate, botteghe artigiane e strade acciottolate che risuonano di passi antichi. Luoghi dove il tempo sembra essersi fermato al Quattrocento, gli angoli parlano di cavalieri e dame, vita di corte e mestieri. Eppure, l’abito non fa il monacoforse, ché quel che appare come autentico borgo medievale nasconde una storia ben diversa e più recente. Immagina di passeggiare fra edifici che sembrano di secoli fa, di vedere un castello che giudica te e il paesaggio dalla presenza massiccia e arrabbiata, tutto prettamente autentico, esteticamente intoccabile, ma nato dalla mente di un visionario del Novecento. Questa è la magia di un borgo sui colli piacentini dove l’architettura neomedievale raggiunge livelli di perfezione tali da far dubitare occhi esperti, un’utopia che ha creato uno dei migliori “falsi d’autore” in Italia dove di falso c’è poco. Pietre, dettagli, decorazioni, tutto fatto con cura maniacale per come sarebbe dovuto essere un borgo medievale perfetto. Portate chi volete, poi rivelategli che il plot twist l’ha fatto il presidente dell’Inter.

Un castello dalle due anime: fortezza medievale e sogno novecentesco

Al centro di questa operazione architettonica e culturale c’è una storia che inizia nel 1395 quando Gian Galeazzo Visconti, signore di Milano, decide di fare un regalo particolare alla sorella Beatrice, un castello fortificato da donare come dote per il matrimonio con Giovanni Anguissola, nobile piacentino. Ne nasce una fortezza che per secoli farà da bastione, passando di mano in mano. La magia però comincia nel 1870 quando il maniero torna ai Visconti di Modrone, e quando all’alba del Novecento se ne innamora Giuseppe Visconti di Modrone, visionario eclettico: presidente dell’Inter, imprenditore chimico-farmaceutico, pittore, filantropo. Aveva tutto, tranne una cosa: il suo borgo medievale ideale.

Giuseppe trova il castello in parte rovinato, ma come chi fa le cose in grande non si limita al restauro e concepisce un progetto ambizioso. I vantaggi della modernità si sposano coi valori dell’artigianato medievale, lontano dall’industria di massa, e trasforma non solo il castello – consolidandolo, sopraelevandolo, ridisegnando la torre d’angolo e creando le merlature- ma attorno ad esso ci progetta tutto il borgo. C’è un dettagliuzzo che rende il tutto più bello: oltre alle tante passioni, Giuseppe Visconti di Modrone era anche medium. Durante una seduta entrò in contatto con Aloisa, moglie di un capitano di ventura morta di dolore per l’abbandono del marito, e secondo la leggenda Aloisa guidò la mano del duca per farsi ritrarre, e su tale ritratto vennero modellate le statue che si trovano nel borgo.

Come pietrificare un’utopia

Castello di Grazzano Visconti, Emilia Romagna. Shutterstock_2340578975

Grazzano Visconti è un piccolo borgo di poco più di 250 abitanti, frazione di Vigolzone, sui colli piacentini a una ventina di km da Piacenza. Tali numeri non rendono giustizi a uno degli esempi meglio riusciti di architettura neomedievale d’Europa, dal carattere unico di essere sia autentico che artificiale, antico e moderno. Il borgo si sviluppa a ferro di cavallo attorno al castello voluto dal Duca Giuseppe. Ognuno fra edifici, strade e dettagli son fatti ad hoc per ricreare un’atmosfera medievale ma con le comodità moderne, leggasi, è un’esperienza quasi cinematografica.

Il Castello di Grazzano Visconti sta al centro di ogni visita, con le sale arredate e 12 ettari di parco storico dove convivono piante esotiche e non. Il parco, progetto dello stesso Duca Giuseppe, alterna il classico giardino all’italiana con le zone boschive per creare scenari ben diversificati tra viali, fontane, statue di marmo e angoli del labirinto. Il parcheggio per motociclisti costa 2€ per 24 ore, per info. Le botteghe artigiane mantengono la tradizione dello stile Grazzano nel lavorare legno e ferro battuto, mestieri che voleva preservare dall’industrializzazione: oggi si possono vedere artigiani all’opera e portare a casa pezzi unici di cent’anni di tradizione. Il Teatro del borgo fa spettacoli ed eventi mentre i musei delle Torture e delle Cere danno un po’ di curiosità macabra che piace quasi a tutti. La statua di Aloisa, il fantasma musa ispiratrice, è méta di pellegrinaggio per gli innamorati non ricambiati. Durante l’anno si fanno eventi speciali, come i mercatini di Natale o il Festival di Harry Potter che quest’anno è stato ad aprile.

Grazzano Visconti fa da buona base per il resto dei colli piacentini, a pochi km ci sono altri castelli come Castell’Arquato e la Rocca Viscontea, o il borgo fortificato di Vigoleno.

Sapori autentici

La tradizione gastronomica va a braccetto con l’atmosfera neomedievale. I ristoranti storici portano avanti da un secolo la cucina tipica piacentina: il ristorante più antico del borgo è il Ristorante del Biscione, lì dal 1912 in un edificio fatto fra 1905 e 1910, e ci trovi pisarei e fasò (gnocchetti di farina e pan grattato conditi col sugo di fagioli e pomodoro), i panzerotti piacentini (pasta fresca di magro gratinata al forno), il classico gnocco fritto coi salumi di zona (coppa, pancetta..) e i Buslanein (ciambelline di frolla al cacao, limone e cioccolato che vanno imbevute nella Malvasia dolce). Qui fanno anche una torrefazione storica, dove si beve il caffè all’amaretto o il bombardino. Buon viaggio, e buon gusto!

Adriano Bocci
Adriano Bocci

Scrivo cose per professione. Paragono dettagli per passione. Accarezzo gatti per amore. Laurea in Comunicazione, classe '94, un uomo semplice: vedo cose belle, metto like. Poi mi incuriosisco, mi informo e vi rendo partecipi di dove crearvi bei ricordi.

In evidenza


Articoli più letti

©  2025 Valica Spa. P.IVA 13701211008 | Tutti i diritti sono riservati.
Per la pubblicità su questo sito Fytur