Ci sono viaggi che nascono per caso, magari guardando una mappa o ascoltando un amico parlare di un borgo che non dimentichi più. Soave è uno di quei nomi che già da soli evocano qualcosa di bello. In autunno, quando le colline attorno si accendono di giallo e rosso e il profumo delle vigne si mescola all’aria fresca, il borgo diventa la meta perfetta per un weekend in moto. Non è un viaggio qualunque, è una strada che porta dentro la storia, dentro i sapori e dentro un paesaggio che sembra disegnato apposta per chi vuole fermarsi e goderselo fino in fondo.
Montagnana è il punto di partenza. Con le sue mura medievali perfettamente conservate, è uno dei borghi fortificati più belli d’Italia. Vale la pena fare un giro lento tra le torri e magari fermarsi per un caffè prima di salire in sella.
Da qui si procede verso Villa Pisani Bonetti, una delle prime opere del Palladio. La villa, immersa nella campagna veneta, porta con sé l’eleganza di un’epoca in cui architettura e natura dialogavano in modo armonioso.
Pochi chilometri ancora e si arriva a Soave, cuore del percorso. Il borgo è un piccolo gioiello incorniciato da vigneti e sormontato dal Castello Scaligero. Passeggiare tra le sue vie strette è un tuffo nella storia, ma la vera esperienza è sedersi in una cantina e alzare il calice di Soave Classico, bianco fresco e profumato che porta il nome della città in tutto il mondo.
La strada prosegue dolce verso Illasi, altro borgo circondato da vigneti. Qui l’atmosfera è più intima e la campagna diventa protagonista, con curve leggere e panorami che si aprono all’improvviso.
Si arriva poi al Castello di Montorio, una struttura che domina Verona da lontano. Le rovine raccontano storie di battaglie e di confini, mentre il panorama spazia dalla città alle colline.
Infine, la moto scende verso Verona, città d’arte e d’amore. Dopo un percorso tra mura, vigne e colline, trovarsi tra l’Arena e Piazza delle Erbe è come chiudere un cerchio che unisce storia, gusto e paesaggi.
Arrivare a Soave significa entrare in un borgo che ha conservato intatto il fascino del passato. Le mura medievali, ancora oggi perfettamente riconoscibili, racchiudono un centro fatto di vicoli stretti e piazze raccolte. Il Castello Scaligero, con le sue torri merlate, domina dall’alto e sembra sorvegliare ogni angolo della valle. Dal camminamento sulle mura lo sguardo corre lontano: vigneti a perdita d’occhio che in autunno si tingono di giallo, rosso e arancio.
Passeggiare a piedi per Soave è quasi obbligatorio. Ci si perde tra i vicoli lastricati, ci si ferma davanti a palazzi antichi come il Palazzo di Giustizia o si entra in una chiesa silenziosa che custodisce opere d’arte inaspettate. Ogni scorcio racconta di un borgo che ha saputo crescere intorno al vino e alla sua storia.
Il vino, infatti, qui non è un dettaglio ma un’identità. Il Soave Classico, fresco e minerale, nasce da queste colline di origine vulcanica ed è diventato uno dei bianchi italiani più apprezzati nel mondo. Entrare in una delle tante cantine significa vivere un pezzo di questa storia: profumi che cambiano a seconda della botte, racconti di vignaioli che parlano della vendemmia come di un rito, calici che sanno di territorio.
In autunno l’esperienza è ancora più intensa. Fuori, i filari appena raccolti dipingono il paesaggio di colori caldi; dentro, i calici brillano di luce dorata. Soave diventa così un luogo che non si visita soltanto, ma che si assapora con calma, lasciando che il borgo e le sue colline si imprimano nella memoria.
Sono Alessio Gabrielli, ho 27 anni. Laureato magistrale presso l'Università La Sapienza di Roma in Media, comunicazione digitale e giornalismo. Mi occupo dal 2022 di creare contenuti web per il sito TrueRiders portando avanti la mia passione per le moto e lo sport
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