Sospesa sulle acque azzurre della Sardegna c'è la strada vista mare più bella d'Italia: perché non scoprirla fuori stagione?

Sospesa sulle acque azzurre della Sardegna c’è la strada vista mare più bella d’Italia: perché non scoprirla fuori stagione?

La strada panoramica che collega due meravigliose località della Sardegna è perfetta per un viaggio sia tra i paesaggi montuosi sia tra quelli costieri, per scoprire il vero volto di un’isola dalle mille sorprese.
Antonia Festa  | 31 Ott 2025  | Tempo di lettura: 3 minuti

La “piccola Barcellona” della Sardegna e l’antica città regia del Logudoro: due realtà uniche di questa straordinaria isola, la seconda in Italia per grandezza, unite non solo da cultura e abitudini, ma anche e soprattutto da una delle strade panoramiche più belle d’Italia. Un percorso che, nel giro di poco più di 50 chilometri, racchiude un incredibile tesoro di panorami, paesaggi e luoghi. Tanto clamore per nulla o c’è davvero un mondo che aspetta solo di essere scoperto? Partiamo insieme per quest’avventura!

Due città per una sola e incredibile strada

L’Alghero-Bosa è forse uno dei pochi esempi di urbanizzazione, pur necessaria, in una zona che è riuscita, anche in tempi di forte antropizzazione, a conservare un carattere prettamente verde, dove i declivi sull’azzurro mare sardo, le fitte zone di macchia mediterranea e le spiagge sono stati minimamente toccati da case, palazzi e resort, con buona pace del motociclista (e del viaggiatore in genere) che decide di percorrere l’Alghero-Bosa su due/quattro ruote.

Alghero, la “Barceloneta” sarda

Il nostro approfondimento su una delle strade più belle d’Italia parte dal suo vertice settentrionale. È Alghero/l’Alguer, uno dei centri turistici più apprezzati del sassarese. Ma perché il doppio nome? Il primo è, ovviamente, in italiano; il secondo, invece, è in catalano. Sì, proprio la lingua che si parla a Barcellona e dintorni. La città sarda è, infatti, considerata una sorta di “isola linguistica“, poiché qui si è mantenuto l’uso della lingua catalana. Una curiosità che ha portato la Generalitat de Catalunya, ovvero il governo regionale, ad aprire ad Alghero una sua delegazione. Al di là delle curiosità linguistiche, però, si tratta di una città tutta da scoprire. Dalla policroma cupola della chiesa di San Michele, rappresentazione del barocco sardo, passando per l’antico palazzo Machín fino ad arrivare al magnifico scenario naturalistico di Capo Caccia, con l’Escala del Cabirol e le Grotte di Nettuno, Alghero è capace di stupire e di far sostare anche il motociclista più “voglioso” di mangiar strada, per una giornata all’insegna della cultura e della scoperta.

Bosa, i colori di un borgo d’autore


[foto @Ivoha / Shutterstock.com, solo per uso editoriale]

Proseguiamo il nostro viaggio lungo la Alghero-Bosa, giungendo alla seconda tappa. Molto più piccolo, ma non per questo meno bello, arriviamo al borgo di Bosa, che ospita circa 8.000 abitanti. Incastonato nella verdissima vallata della Planargia, è caratterizzato dai colori pastello delle sue abitazioni e delle antiche Sas Conzas, le concerie costruite sul fiume Temo. Imponente, poi, è il profilo del castello di Serravalle, costruito su una collinetta che domina dall’alto tutta la cittadina, e che fa il pari con le torri costiere, costruzioni del XVI secolo che avevano come scopo quello di presidiare il mare da possibili attacchi nemici e, se necessario, di cannoneggiare le imbarcazioni per evitarne lo sbarco.

Alghero-Bosa in moto: l’itinerario

Lasciato il centro storico di Alghero, si costeggia il Parco Tarragona e si prosegue su Via Manzoni, in direzione del Lungomare Valencia. Si prosegue su Viale della Resistenza fino all’imbocco della Strada Provinciale 105, primo passo verso l’Alghero-Bosa vera e propria. Il percorso si inerpica lungo lo straordinario panorama costiero del sassarese, proseguendo per circa 20 chilometri fino al confine tra la provincia di Oristano e quella di Sassari, dove la strada cambia denominazione in Strada Provinciale 49, pur senza modificare il percorso. Pregevolissima e incontaminata, la natura di questi luoghi attraversa quasi il “nulla”, poiché non vi sono comuni lungo il percorso, che dunque è ancor più apprezzabile e ricco di suggestioni. L’Alghero-Bosa, si sa, è la strada migliore per chi vuole recuperare un rapporto stretto e fedele con la natura. Una breve deviazione verso sud, quasi un rettilineo, ci porta, infine, al termine del percorso, in direzione del Lungo Temo Giorgio Amendola a Bosa.

Antonia Festa
Antonia Festa

Giornalista pubblicista e giurista, con la passione per il teatro e il trekking. Col mio lavoro mi impegno a esplorare e analizzare a fondo e in maniera trasversale le dinamiche sociali e intellettuali della nostra epoca, per una comunicazione efficace e coinvolgente, che consenta a tutti di avere libero accesso anche alle notizie più tecniche e complesse.

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