
Immaginate di trovarvi, girovagando tra le bellezze dell’Emilia-Romagna, in un borgo fortificato circondato da mura, dove antiche merlature di splendide rocche e superbe chiese disegnano il tipico aspetto di una terra medievale. Non è una ricostruzione moderna, ma la realtà di un luogo che sorprende: benvenuti nel gioiello della Val d’Arda. Pronti a partire per un viaggio in moto lungo un itinerario che vi riporterà indietro nel tempo?

Castell’Arquato fa parte di quella serie di edifici storici che un tempo venivano chiamati Castelli del Ducato e che si estendono tra le province di Parma e Piacenza. Molte volte si usa aggiungere l’appellativo medievale accanto alla parola borgo in maniera impropria. Questo non si può di certo dire per Castell’Arquato, autentico borgo medievale tra i Castelli del Ducato. La sua attrazione simbolo è la Rocca Viscontea, risale al XIV secolo. Impossibile non vederla appena si arriva all’ingresso della val d’Arda, dal momento che domina il castello. Per secoli fu di proprietà della famiglia milanese degli Sforza, ma nel Settecento divenne un possedimento del Ducato di Piacenza e Parma.
La Rocca raggiunge i 43 metri d’altezza in corrispondenza del mastio, mentre al suo interno è presente un interessante museo geologico. Per arrivare fino in “vetta” bisogna percorrere ben 200 gradini, ma la fatica verrà ripagata dalla spettacolare vista che si apre sulla val d’Arda sul resto dei Colli Piacentini.
Oltre alla Rocca Viscontea, l’altra attrazione da non perdere durante la visita di Castell’Arquato è il centro storico e la sua piazza monumentale. Il borgo medievale è accessibile soltanto a piedi, pertanto si ha tutto il tempo per ammirare con calma la bellezza di un luogo dove le lancette dell’orologio sembrano essersi fermate a quasi mille anni fa. Durante la visita del centro medievale, è possibile entrare in qualche locale dove mangiare i piatti tipici tradizionali della provincia di Piacenza.
In una visita di mezza giornata a Castell’Arquato si consiglia anche di entrare nel Palazzo del Podestà. La sua costruzione risale alla seconda metà del XIII secolo, su commissione del nobile Alberto Scoto. Oggi il Palazzo del Podestà ospita al suo interno l’Enoteca del Comune di Castell’Arquato. Uno dei principali luoghi d’interesse del borgo medievale piacentino, infine, è la Collegiata, l’edificio artistico più antico presente nel centro storico. Le sue origini risalgono tra il VII e VIII secolo. L’odierna costruzione è datata, invece, al XII secolo, quando la Collegiata venne riedificata dopo gli ingenti danni subiti dal terremoto che interessò l’intera regione.

Se avanza del tempo a disposizione, oltre a Castell’Arquato si possono visitare nei dintorni anche i borghi di Veleia Romana, Chiaravalle, Vigoleno, Castello di San Pietro in Cerro, Castello di Gropparello e Vigolo Marchese. Tra tutte le località qui sopra elencate, la più affascinante è Vigoleno, ribattezzata anche con il soprannome di fazzoletto medievale. Così come per Castell’Arquato, l’attrattiva numero uno è rappresentata dalla Rocca.
Lasciata Piacenza, prendiamo il lungo rettilineo della SP28 in direzione sud, oltrepassando Moazza e deviando poi a Molinazzo per attraversare il Ponte di Tuna e raggiungere, in circa 16 chilometri, Rivalta Trebbia con il suo castello. Torniamo sulla sponda est del fiume e riguadagniamo la SP28 fino a Niviano, poi SP35 per arrivare al castello di Grazzano Visconti (13 chilometri). Da qui, SP654R per Podenzano, poi SP40 per San Giorgio Piacentino e SP6. Passiamo per Carpaneto Piacentino e Negrano arrivando a Vigolo Marchese (25 km). Ancora, seguiamo la SP6 che ci porta a Castell’Arquato in 6 chilometri. Dopo la visita, infine, Strada Bacedasco, Vernasca e SP12 per 8,5 chilometri, fino alla destinazione finale di Vigoleno.

Giornalista pubblicista e giurista, con la passione per il teatro e il trekking. Col mio lavoro mi impegno a esplorare e analizzare a fondo e in maniera trasversale le dinamiche sociali e intellettuali della nostra epoca, per una comunicazione efficace e coinvolgente, che consenta a tutti di avere libero accesso anche alle notizie più tecniche e complesse.
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