
Un lunghissimo percorso geografico frastagliato in anfratti, isole, scogli e città che nel corso dei secoli hanno visto succedersi dominazioni locali ed estere, ricevendo, soprattutto dalla vicina Venezia, un fondamentale contributo alla loro identità storico-architettonica. Le regioni che affacciano su questa parte della Croazia sono meravigliose e hanno tanto da offrire ai visitatori. L’itinerario che proponiamo tocca le città più antiche e riconoscibili. Partiamo?

Sito storico della penisola d’Istria, Pola può essere considerata come una “piccola Roma” della Croazia. Ancora oggi, la città gode di una piccola minoranza di cittadini di lingua italiana, che ne influenzano la vita sociale e culturale. La sua Arena, o Anfiteatro romano, è uno dei meglio conservati d’Europa e mantiene la struttura a tre archi che è la stessa – con le dovute proporzioni – del Colosseo. Bello il centro storico, con interessanti saliscendi tra basse palazzine, mentre la Cappella di Santa Maria Formosa è un sito paleocristiano risalente addirittura al VI secolo.

Anche Zara è legata all’Italia e, in particolare, a Venezia, alla cui Repubblica appartenne fino all’avvento di Napoleone, salvo poi tornare al Regno d’Italia nel breve periodo tra Prima e Seconda Guerra Mondiale. Punto focale della città è l’antica Cattedrale di Sant’Anastasia, che richiama le architetture pisane e della Puglia adriatica, e l’antico Foro romano.

Spalato/Split è tra le più belle città della Croazia. Ci accoglie con la sua bellezza dalmatica, frutto di una elegante commistione tra le architetture romane storiche, l’influenza greco-bizantina e la ricostruzione moderna. Sormontata dal Monte Mariano, la città ospitò l’imponente Palazzo di Diocleziano (i cui resti sono Patrimonio dell’Umanità UNESCO), simbolo dell’Impero romano d’Oriente, ma molti sono stati i popoli che l’hanno arricchita, dai Veneziani agli Austriaci. Da vedere la Cattedrale di San Doimo, l’elegante piazza della Repubblica e l’acquedotto di Diocleziano.

Se pensiamo a Ragusa, ci viene in mente la Sicilia. Ma guardando dall’altro lato dell’Adriatico e, precisamente, nell’antica provincia romana della Dalmazia, ecco che Dubrovnik ha anche il nome italiano di Ragusa di Dalmazia. Il centro storico, protetto da alte mura grigie, è un nugolo di palazzi uniformi, dai muri candidi e dai tetti rossi, che si apre nello Stradun, l’ampio viale centrale con bar, ristoranti e negozi. Da vedere anche la Cattedrale dell’Assunzione, il Palazzo dei Rettori e la Fontana di Onofrio.
Il nostro viaggio in Croazia parte da Pola/Pula, la capitale storica dell’Istria, la penisola che fu prima romana, poi bizantina, asburgica, italiana e, infine, jugoslava e croata. Dopo averne visitato le bellissime vestigia romane, partiamo seguendo la E751, in direzione di Opatija, dalla quale poi viaggeremo in direzione sud. Qui, deviamo sulla A7 e, successivamente, sulla A1, le principali autostrade croate, toccando prima Crikvenica, ancora sul Mare Adriatico e, poi, Senj, a partire dalla quale ci introduciamo nel naturalistico entroterra croato.
Dopo aver superato Gospic, deviamo in direzione Jasenice e, in qualche decina di chilometri, ci ricongiungiamo all’Adriatico in corrispondenza della prima tappa intermedia del viaggio, la città di Zara/Zadar. Lasciata Zara, ci ricolleghiamo alla Autostrada A1 all’altezza di Zemunik e da qui proseguiamo in una sorta di “quasi rettilineo” fino a Skradin, dove la strada si sposta verso est. Prima di arrivare a Spalato, lasciamo l’autostrada all’altezza di Dugopolje e, passando per Klis e Solin, raggiungiamo infine Spalato/Split. Lasciamo la città e usiamo il ponte di Peljesac, che collega la penisola di Sabbioncello alla parte più meridionale della costa croata, fino ad arrivare a Ragusa di Dalmazia/Dubrovnik.

Giornalista pubblicista e giurista, con la passione per il teatro e il trekking. Col mio lavoro mi impegno a esplorare e analizzare a fondo e in maniera trasversale le dinamiche sociali e intellettuali della nostra epoca, per una comunicazione efficace e coinvolgente, che consenta a tutti di avere libero accesso anche alle notizie più tecniche e complesse.
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