
È un interessante percorso stradale e un valico appenninico (altezza massima di 1.198 metri s.l.m.) che si trova al confine tra la Toscana e l’Emilia-Romagna. Questo itinerario unisce tre province: quella toscana di Massa e quelle emiliano-romagnole di Reggio Emilia e Parma, attraversando in pieno il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano. Pronti a percorrere curve adrenaliniche?

In epoca romana, il Passo del Lagastrello era attraversato dalla strada delle cento miglia, una via di collegamento importante tra Parma e Luni. Lungo la strada dell’attuale Lagastrello sorgeva, già intorno al X secolo, l’Abbazia di Linari, un luogo monastico la cui cura era affidata all’Ordine dei Cavalieri d’Altopascio. Oggi andato perduto, del complesso non rimangono che sparute tracce lungo la zona toscana del valico. Dato il suo collocamento strategico, a valle del monte Malpasso, il passo costituì, in epoca longobarda, un fondamentale collegamento verso la Pianura Padana.
Nel Medioevo fu, effettivamente, l’unica via sicura. A contribuire a un calo di popolarità, nei trasporti e nelle manovre militari, ci pensò l’adattamento e l’ampliamento del vicino Passo della Cisa che avvenne nel VI secolo per volontà di Agilulfo, re dei Longobardi. Oggi il Passo del Lagastrello non ha più un’importanza strategica e, con il traffico ridotto, è possibile goderne facilmente.
Il percorso si snoda tra le Alpi Apuane e l’Appennino Tosco-Emiliano, due catene montuose molto diverse: le prime di marmo e calcare, le seconde più dolci e ricoperte di vegetazione. Questa varietà rende l’area paesaggisticamente molto bella. In zona ci sono diversi sentieri, appartenenti al Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, e il passo stesso ospita una bella varietà di fauna, inclusi cervi, cinghiali e, occasionalmente, lupi.
Il nome Lagastrello forse deriva da “lago e stretto“, perché ci sono diversi bacini d’acqua e la strada non è ampia. Difficilmente è chiuso in inverno, solo in caso di condizioni meteorologiche avverse; in totale, il Passo del Lagastrello è lungo 23,8 chilometri da Ramiseto, 19,6 chilometri da Licciana Nardi e, infine, 12,8 chilometri da Monchio delle Corti. Rispettivamente la pendenza è del 7,4%, 7,5%, e 10,6%.

A Villafranca in Lunigiana è imperdibile il borgo di Filetto, un bellissimo villaggio medievale, che in estate si anima grazie al mercato. Qui c’è il Museo Etnografico della Lunigiana, situato nei mulini del XV secolo, e i resti del Castello di Malnido, purtroppo andato distrutto nella Seconda Guerra Mondiale.
A Bagnone, invece, c’è un borgo medievale con un centro storico affacciato su un torrente davvero suggestivo, creando piccole cascatelle. Qui c’è da vedere il castello, che ha una torre circolare del XIII secolo, e la Chiesa di San Nicolò con una Madonna del Pianto del quindicesimo secolo. A fine itinerario, c’è a Ventasso il Lago Calamone, situato ai piedi del Monte Ventasso, circondato dai boschi di faggi. È un monte di 1.727 metri con percorsi adatti in ogni stagione, che in inverno viene adorato dagli sciatori. Da non perdere pure la Chiesa di Santa Maria Assunta a Collagna, in zona.
Il percorso verso il Lagastrello prende il via dalla bella località di Villafranca, in Lunigiana, nell’omonima zona dell’Alta Toscana. Lasciata Villafranca, proseguiamo in direzione Bagnone prendendo dapprima la SP28, che lasciamo dopo Mochignano di Sotto per imboccare la SP22bis, strada ricca di curve che supera gli ampi dislivelli delle vette della Lunigiana. Una volta fatta la nostra sosta turistica a Bagnone, proseguiamo verso il Passo del Lagastrello sempre verso la SP22bis, raggiungendo Tavernelle e, da qui, proseguendo lungo la SP74, che ci porta in vetta al valico. Dal passo possiamo ammirare il bel Lago Paduil, che costeggiamo per giungere al confine con l’Emilia Romagna. Proseguiamo lungo la SP15 che lasciamo a Enzano, immettendoci sulla SP102 fino a Collogna. L’ultimo tratto di strada segue la SP18 per arrivare a Ligonchio, bella località delle vette emiliane conosciuta per essere la città natale della cantante Iva Zanicchi.

Giornalista pubblicista e giurista, con la passione per il teatro e il trekking. Col mio lavoro mi impegno a esplorare e analizzare a fondo e in maniera trasversale le dinamiche sociali e intellettuali della nostra epoca, per una comunicazione efficace e coinvolgente, che consenta a tutti di avere libero accesso anche alle notizie più tecniche e complesse.
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