
È la “Perla Blu” del Marocco e rappresenta la meta ideale per i visitatori che amano stupirsi. Impossibile non rimanere incantati dal colore intenso delle case e delle strade di questa incantevole cittadina berbera, risalente al XV secolo. Non immaginatevi i paesaggi del deserto rosso e imperante, perché qui, nel nord del paese e non lontani dalle acque del Mediterraneo, a predominare è il verde di una natura rigogliosa. Pronti a scoprire questo posto meraviglioso con un avvincente giro in moto?

Il Marocco regala paesaggi che richiamano l’arcobaleno: c’è il deserto, ma anche i canyon, dove il rosso della terra si arricchisce di strisce d’asfalto o di sterrati che spaziano dal bianco al grigio. E poi c’è il blu, quello del mare di Tangeri, Rabat, Essaouira, Agadir, Casablanca. Ma è il colore celeste intenso delle case di Chefchaouen a catturare gli sguardi dei turisti; questa tinta sembra ricordare altre due città caratterizzate dalla particolare sfumatura di colore, ossia Jaipur in India e Casamassima in Puglia.
La chiamano la “Perla Blu“, ma non è ancora chiara la ragione che ha portato i suoi abitanti a scegliere questo colore, un tempo prezioso perché ricavato dai lapislazzuli, e che è stato usato per colorare strade, tetti e mura. La tesi più accreditata, e storicamente attendibile, è che sia stata dipinta di blu dagli ebrei cacciati a seguito della Reconquista spagnola e trasferitisi insieme ai musulmani dell’Andalusia nel vicino Marocco. E proprio la popolazione ebraica vi trovò rifugio ancora una volta durante la Seconda Guerra Mondiale e negli anni del Marocco spagnolo, fino alla sua indipendenza nel 1956.

[foto @Andrea Chiozzi/Shutterstock.com, solo per uso editoriale]
La visita alla città parte da Uta Hamman, la grande piazza su cui dominano i profili della Moschea e della Kasbah, simbolo della città che guarda le vette (questo il significato del nome Chef – Chaouen). Insieme alla Grande Moschea, fondata da Ali ibn Rashid al-Alami nel Settecento, un’altra tappa imperdibile è la Moschea Bouzafer, voluta in un punto panoramico dagli spagnoli e dalla quale si può ammirare lo straordinario colpo d’occhio sulla città.
Tutt’intorno a Chefchaouen, si sviluppano innumerevoli percorsi per gli escursionisti che, lasciata da parte la moto, vogliono scoprire a piedi le montagne del Rif, esplorare gli spazi verdi di Talassemtane, della riserva di Bouhachem oppure ammirare la bella cascata di Ras el-Maa.
Il nostro viaggio in moto in direzione di Chefchaouen parte da Tangeri, città del Marocco settentrionale posizionata proprio di fronte allo stretto di Gibilterra e principale porto di approdo al paese dall’Europa. Lasciamo il centro città prendendo la N2, che continuiamo a seguire fino al bivio con la R417. Continuiamo fino alla periferia di Tétouan, poi N13 verso sud che ci porta direttamente a Chefchaouen. Dopo la visita alla città, proseguiamo verso sud seguendo la N13, poi N2 (14 chilometri) e R419 (79 chilometri) in direzione della città di Tafrant, sulle rive del Fes el Bali. Ancora, R419 per 3 chilometri, per prendere poi la P5309/P5002 in direzione della N8 e continuiamo per altri 108 chilometri fino a giungere a Fes, tappa finale di questo viaggio nel nord del Marocco.

Giornalista pubblicista e giurista, con la passione per il teatro e il trekking. Col mio lavoro mi impegno a esplorare e analizzare a fondo e in maniera trasversale le dinamiche sociali e intellettuali della nostra epoca, per una comunicazione efficace e coinvolgente, che consenta a tutti di avere libero accesso anche alle notizie più tecniche e complesse.
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