Era il 2007 quando un pregiato tartufo bianco d’Alba da 1,5 kg venne venduto all’asta alla cifra astronomica di 330.000 dollari. Lo scorso anno, a Grinzane Cavour, due tartufi gemelli da circa 900 grammi sono stati battuti per 140.000 euro. Insomma, l’avrete capito già: quando questo fungo così pregiato viene definito oro bianco (o nero), il paragone con il metallo prezioso non è poi così strano, anzi, il prezzo del Tuber magnatum è in alcuni casi persino maggiore di quello delle vene aurifere. Più la dimensione aumenta, infatti, e più il prezzo sale: si passa da circa 1100 euro per una pezzatura fino ai 20 grammi, ai 2800 euro per quelle superiori ai 50 grammi. E questi sono solo i prezzi di ottobre: tra novembre e dicembre, in coincidenza con i grandi eventi dedicati a questa prelibatezza, possono schizzare verso costi record, come gli 8.430 euro del dicembre 2021. Non serve però un portafoglio alla Dubai per godere di un piatto a base di tartufo: in autunno, stagione di foliage e prelibatezze, tantissime sagre e feste lo servono in chiave decisamente popolare, tra uova all’occhio di bue, tajarin, ravioli e fettuccine. Del resto, in Italia se ne raccolgono tredici varietà di questo fungo ipogeo, mentre sono ben cinquanta le località che fanno parte dell’Associazione Nazionale Città del Tartufo che promuove prodotti, terroir, cultura, eventi e soprattutto territori. Proprio per godere del principe d’autunno in tavola, abbiamo selezionato 4 borghi del tartufo da nord a sud Italia, dove il viaggio culmina con i piedi sotto il tavolo. Il modo migliore di farlo!
Alba, in provincia di Cuneo, è sicuramente la cittadina del Nord che maggiormente lega il suo nome alla tradizione tartufaia. Proprio qui si tiene infatti Fiera Internazionale del Tartufo Bianco di Alba, tra ottobre e novembre. In questa occasione l’intero centro storico si trasforma in un mercato all’aperto aromatizzato al tartufo e ai meravigliosi prodotti enogastronomici a base di questo ingrediente come oli, salse, salumi e formaggi. In questa occasione perché non visitare il Duomo di Alba, accanto al Palazzo del Municipio in Piazza Risorgimento. A fare da scenografia alla piacevole passeggiata ci sono le torri medievali e le meravigliose boutique. Moncalvo e Montechiaro, in provincia di Asti. In particolare Montiglio Monferrato è un graziosissimo borgo nell’astigiano legato ad una fiera regionale del tartufo. La cittadina antica è arroccata su un colle che si affaccia sulla Valle Versa e i suoi meravigliosi castelli. Nella valle si trova anche la Pieve di San Lorenzo risalente al XII secolo. Montiglio Monferrato è anche conosciuto per essere il paese delle meridiane, infatti sulle facciate delle case e sparse tra i diversi cortili, se ne contano oltre cinquanta.
Acqualagna è considerata la capitale italiana del tartufo. Nella regione di Pesaro-Urbino. Si tratta di una zona ricca di boschi che producono addirittura due terzi della totalità del tartufo nazionale. Proprio Acqualagna ospita un’importante Fiera Nazionale del Tartufo. In lontananza, dal centro storico, è possibile ammirare una torre di vedetta del Castello di Pietralata. Oltre duecentomila visitatori si raccolgono qui ogni anno tra ottobre e novembre. Da non perdere è il Museo del Tartufo.
La zona intorno al borgo di Palaia è stata riconosciuta come zona tartufigena dopo gli studi condotti dall’università di Pisa. Qui crescono tartufo bianco pregiato il tartufo bianchetto e per questo la zona è particolarmente attraente per gli appassionati tartufai. Il fungo ipogeo sorge anche nei territori dei borghi di Cambiati, Chiudendone e Podere San Giuseppe. Al centro delle Terre di Pisa, la cittadina di Palaia vanta tra i suoi tesori la duecentesca Pieve di San Martino, la romanica Chiesa di Sant’Andrea che custodisce un prezioso crocefisso ligneo e la suggestiva Torre dell’Orologio.
Bagnoli Irpino, in provincia di Avellino, fa parte dell’Associazione Nazionale Città del Tartufo. Nel cuore del Parco Regionale dei Monti Picentini, il tartufo nero è il celebre protagonista di queste terre irpine. Da provare, in occasione delle fiere dedicate al fungo, c’è certamente il Sacco del brigante, un piatto a base di carne e tartufo nero e il liquore al tartufo. la Piazza principale della cittadina, Piazza di Capua, è il cuore pulsante di un dedalo di viuzze che si snodano tra eleganti palazzi nobiliari. Saltano all’occhio la Chiesa di San Domenico e il suo imponente campanile ottagonale e la Chiesa Madre Santa Maria dell’Assunta con gli affreschi secolari e il coro ligneo. Da non perdere è poi il Castello Normanno.
Giornalista, appassionato di viaggi e tecnologia, ho iniziato a occuparmi di TrueRiders sin dalla sua fondazione nel 2015. Mi piace raccontare il modo attraverso numeri e curiosità, perché ogni viaggio è un'esperienza da raccontare e condividere
L'autunno nelle Marche ha un che di particolare. Le temperature si stanno ...
È l'isola che dal 1907 ospita il Tourist Trophy, una delle competizioni su due ...
Il corso del fiume Metauro (il più lungo delle Marche) regala diverse cascate ...
©
2025 Valica Spa. P.IVA 13701211008 | Tutti i diritti sono riservati.
Per la pubblicità su questo sito
Fytur