Il gusto sale in sella: ecco 5 borghi dove assaggiare la migliore cucina italiana

Il gusto sale in sella: ecco 5 borghi dove assaggiare la migliore cucina italiana

Stefano Maria Meconi  | 12 Lug 2023  | Tempo di lettura: 4 minuti

Il sogno di ogni motoviaggiatore? È quello di trovare, a destinazione, grandi piatti e ottimi ristoranti dove rifocillarsi dopo una giornata intera sulla sella. Certo, un parcheggio custodito e magari al chiuso è un sogno, ma anche un bel piatto di pasta realizzato da mani sapienti non è che ci faccia proprio dispiacere. Fortunatamente, l’Italia è la capitale mondiale del buon mangiare. Ecco perché, in vista dell’arrivo delle ferie estive, abbiamo selezionato per voi 5 borghi italiani dove assaggiare la migliore cucina italiana. Perché le curve riempiono gli occhi e le montagne arricchiscono l’anima, ma anche allo stomaco qualcuno dovrà pur pensarci!

A Navelli per provare l’oro rosso d’Abruzzo

Non è solo uno dei borghi più belli d’Italia, ma ha anche qualcosa di molto prezioso che lo caratterizza: lo zafferano dell’Aquila DOP. Siamo a Navelli, nella provincia de L’Aquila, a metà strada tra il capoluogo e il Gran Sasso. Un piccolo gioiello di montagna dove, insieme alle antiche chiese romaniche e a una necropoli di epoca romana, si può assaggiare lo zafferano di Navelli, introdotto in questa zona intorno al Duecento dai monaci domenicani. Quello di Navelli è generalmente considerato come lo zafferano migliore del Centro Italia, e viene utilizzato in tante ricette, come l’immancabile risotto o i maltagliati zucchine, provola e zafferano.

In Costiera Amalfitana c’è il borgo della “colatura”

Persino il nome ne tradisce l’origine e la produzione tipica. Cetara, tra i borghi marinari di maggiore impatto scenico della Costiera Amalfitana, deve il nome al latino cetaria, ovvero tonnara, vendita di pesci grossi. Del resto, dove se non nel tratto di costa più bello della Campania si può mangiare un piatto a base di pesce? Qui, come secoli fa, si produce la colatura di alici di Cetara DOP, una salsa che deriva dalla maturazione delle alici in acqua e sale. Un condimento estremamente sapido che valorizza anche il più semplice dei piatti di spaghetti, rigorosamente con vista sulla Costiera.

Tra le Dolomiti del Sud per provare la cuccìa

Non è la cuccia del cane, ma la cuccìa, una saporita zuppa di legumi e cereali che fa bene anche nei mesi estivi sulle Dolomiti Lucane. È qui infatti che troviamo Castelmezzano, uno dei borghi del sapore più belli d’Italia: aggrappato alla roccia nel cuore dei parchi della Basilicata, con la sua skyline che ti riempie di bellezza e adrenalina e percorsi a tutte curve che attraversano la regione dei Sassi di Matera e del Cristo di Maratea. Cosa significa il nome di questa zuppa? “Cucìa”, “si è cotto”: semplicemente, un modo per comunicare a tutti che la cena, povera ma gustosa, era servita in tavola.

Evviva la Romagna, evviva il Sangiovese (e l’olio)

Certo, la Romagna fa rima con Sangiovese. Su questo non c’è dubbio. Ma quando ti spingi nell’entroterra, scopri che c’è un piccolo borgo con una strada sospesa tra i palazzi, dominato da tre torri, circondato da olivi dai quali si ricava un olio straordinario, di quelli da servire solo goccia dopo goccia. Siamo a Brisighella, alle porte dell’Appennino Romagnolo, in uno dei contesti paesaggistici più belli della parte sud dell’Emilia-Romagna. Questo borgo riesce ormai da tempo immemore a coniugare due eccellenze, il vino e l’olio, proponendoli in tutti i menù che vengono serviti nel coloratissimo centro storico. Una tappa imperdibile.

Il pane più buono d’Italia viene da qui

Bianco come le case, giallo come la semola del suo magnifico pane dalla forma raccolta. Ad Altamura, tra il barese e l’Alta Murgia, si produce quello che è stato riconosciuto come il primo pane DOP d’Europa: nel 2003, il Pane di Altamura ha finalmente ottenuto un titolo che nel cuore dei pugliesi aveva già. Ancora oggi viene prodotto con l’antica ricetta con semola rimacinata di grano duro molita, tramandata nelle generazioni da contadini e pastori. Il colore della mollica è giallo paglierino, conferito dalla semola, immancabile sulle tavole imbandite delle famiglie pugliesi. E poi, Altamura ha davvero tanto da vedere!

Stefano Maria Meconi
Stefano Maria Meconi

Responsabile editoriale di TrueRiders sin dal 2015


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