Con l’arietta frizzante settembrina non possiamo che portarvi nel profondo nord e, più precisamente, attraverso il Trevigiano e le sue vigne. Il clima mite autunnale è perfetto per visitare Follina. Poco più di 150 chilometri, un’infinità di curve e vigne a perdita d’occhio: queste sono le premesse per un tour che vi condurrà nell’Olimpo della coltura viticola italiana, dove i produttori locali concepiscono i migliori prodotti enologici della nostra bella Italia. E, allora, sveglia presto, curve, paesaggi mozzafiato e, per finire, moto sul cavalletto e degustazione di prodotti tipici e vini locali. Siete pronti a partire?
Punto di partenza e di arrivo del nostro viaggetto sarà il paese di Follina; guadagneremo l’uscita dal paese verso sud, sfruttando, dapprima, la Sp 34 e, dopo poco, il tracciato della SS 13 Pontebbana. Più o meno una quarantina di minuti, in base al passo che vorrete tenere, e raggiungerete Treviso; il tempo di un tiramisù trevigiano al volo e subito in sella perché il giro è lungo. La SR 53 ci permette di tagliare la regione verso ovest; invaderemo, per qualche chilometro, la provincia di Vicenza. A Cittadella punteremo il muso verso nord e cominceremo a risalire; ci traghetterà la SS 47 della Valsugana, la famigerata statale che risale il Veneto e la provincia di Trento. A Bassano del Grappa prendete lo scambio che vi porterà sul binario di destra e cominciate a tornare verso est; ancora qualche chilometro e avrete fatto ritorno a Follina.
Una passeggiata lungo il corso principale di Follina sarà il giusto modo di iniziare a fare la la conoscenza di questo paese del Trevigiano, collocato nella regione denominata Alta Marca. Disteso sul fondovalle, conta poco più di 3500 abitanti e, un tempo, l’attività fiorente era la lavorazione della lana, definitivamente cessata nel 1891. Oggi il paese è un centro principalmente agricolo, votato alla coltura della vita per buona parte, e un collettore di turismo montano, seppur ancora fuori dal circuito delle mete più sfruttate, caratteristica che lo rende ancora un borgo autentico.
Assolutamente da visitare è l’abbazia di Santa Maria, edificio sacro risalente al 1147 (data dettata dalla tradizione ma non storicamente confermata) e tutt’oggi conservato in ottime condizioni. Gli studiosi, tuttavia, hanno accertato che una struttura monastica esistesse a Follina ben prima di questa; probabilmente si trattava di un monastero benedettino dipendente dai monaci di San Fermo di Verona. Pezzo forte del complesso è la chiesa, mirabile esempio di gotico veneto, in declinazione cistercense.
Se, infine, dopo la visita avrete fame, potrete gustare qualche piatto tipico. Asparagi alla bassanese, per iniziare, seguiti da un piatto fumante di casonzei, o bigoli con l’anatra e una calda zuppa di trippa come secondo. Se cercate una cucina leggera, lasciate perdere: qui siamo nella patria del burro e dei grassi ma con prodotti genuini e di ottima qualità.
Giornalista pubblicista e giurista, con la passione per il teatro e il trekking. Col mio lavoro mi impegno a esplorare e analizzare a fondo e in maniera trasversale le dinamiche sociali e intellettuali della nostra epoca, per una comunicazione efficace e coinvolgente, che consenta a tutti di avere libero accesso anche alle notizie più tecniche e complesse.
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