Ci sono mestieri che non esistono più, ma ci sono borghi che ne conservano la memoria, perché sanno che il passato è ricchezza, saggezza, cultura. Castelponzone è stato per secoli un paese di cordai: buona parte degli abitanti lavorava nella fabbricazione di corde, sfruttando le coltivazioni di canapa nei pressi del Po. I tempi sono cambiati e questa attività è praticamente scomparsa, ma i ricordi e le testimonianze rimangono nel racconto degli abitanti e nelle esposizioni del museo cittadino appositamente allestito. Anche in moto è un piacere attraversare questi scenari fluviali e fermarsi a visitare questo tranquillo paese della bassa cremonese che fa parte dei Borghi Più Belli d’Italia.
Cremona si trova nel cuore della Pianura Padana e la via più veloce per raggiungerla è attraverso l’Autovia Padana A21 (Piacenza-Brescia), mentre la strada più diretta è la SP87 (direzione San Giovanni in Croce). All’altezza dell’autodromo Cremona Circuit occorre svoltare a destra sulla SP7, per giungere a Castelponzone. Dopo la visita al borgo, si può tornare indietro con un giro ad anello, seguendo una via più vicina agli argini del Po: bisogna continuare sulla SP7 e svoltare subito a destra, in corrispondenza del cimitero di Castelponzone, andando verso il centro di Scandolara Ravara. A questo punto, basta immettersi sulla SP85 e continuare dritto fino a Cremona.
Le attrazioni da non perdere a Castelponzone e dintorni [foto @cinzia campari / Shutterstock.com, solo per uso editoriale]
Castelponzone è una frazione del Comune di Scandolara Ravara, situato nella porzione di bassa cremonese chiamata Casalasco (Casalàsch in dialetto), terra di Lambrusco e Grana Padano. Per secoli, l’attrazione principale del borgo è stato un castello che ora è andato distrutto, ma le cui tracce rimangono nel nome della località (insieme a “Ponzone”, che è stata la famiglia che l’ha governato). Anche le fortificazioni che cingevano la struttura non ci sono più; del fossato che attorniava il castello rimangono segni del tracciato, mentre è ancora visibile la porta meridionale dell’ingresso alla cittadina.
Tra l’Ottocento e il Novecento, si è sviluppata a Castelponzone la produzione di corde e funi, grazie a macchinari innovativi (masoòl) per lavorare la canapa che veniva coltivata in loco o acquistata nelle città vicine. Il Museo dei Cordai espone testimonianze, apparecchi e cimeli dell’epoca. Si trova in Via Buschini 9, è aperto ogni prima domenica del mese da giugno a ottobre, dalle 15:00 alle 19:00, e l’ingresso costa 2 euro (è gratuito per i bambini fino a 14 anni).
La chiesa principale è quella dedicata ai Santi Faustino e Giovita, di costruzione settecentesca. Un altro edificio di rilevante interesse è quello conosciuto come La Villa, con il porticato con struttura a U; fa parte di una serie di cascine e caseggiati rurali che compongono il caratteristico paesaggio di questa zona fluviale. Nel capoluogo Scandolara Ravara troviamo un edificio romanico le cui testimonianze risalgono al 1100, all’epoca dell’imperatore Federico II: è la cosiddetta Chiesa Vecchia.
In pochi minuti in moto si può arrivare a Casteldidone e visitare il meraviglioso Castello Mina della Scala. È una residenza nobiliare cinquecentesca costruita per iniziativa degli Schizzi, antica famiglia della nobiltà cremonese. Ancora oggi l’edificio è proprietà privata, ma si possono organizzare visite guidate nel giorno di domenica pomeriggio, dal 30 marzo a ottobre, con partenza alle pre 15:00 e alle 16:30.
[foto copertina @cinzia campari / Shutterstock.com, solo per uso editoriale]
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