
Un viaggio tra “mare e monti”, dove ogni curva svela una meraviglia: vertigini di roccia e verdi vallate alpine che, pian piano, lasciano spazio a dolci paesaggi collinari e di pianura, disegnati da file di pioppi che si stagliano su orizzonti azzurri che annunciano il Mar Adriatico. Un lungo percorso diviso in vari itinerari: il primo da Sappada a Tolmezzo, esplorando le Alpi Carniche, il secondo da Tolmezzo a Pordenone, il terzo da Tolmezzo a Gorizia, e il quarto da Gorizia a Trieste, un percorso che si affaccia sul golfo.
Un lungo viaggio in sella a due ruote, un’occasione unica che mixa l’adrenalina della velocità alla lentezza dell’esperienza immersiva: tutti i percorsi includono tantissime tappe, località che raccontano l’animo più autentico del Friuli Venezia Giulia, la bellezza degli usi e costumi meno conosciuti e le bontà di un’enogastronomia che mantiene con orgoglio l’autenticità.
Questo itinerario conta 55 chilometri di percorso, con un tempo di percorrenza medio di 1 ora e circa 15 minuti. Ecco alcune delle tappe da non perdere.

La partenza è da Sappada, una delle località sciistiche più belle della regione, che vanta 20 chilometri di piste collegate tra loro. Rappresenta anche una rinomata meta turistica, tra le tipiche case in pietra e legno, ricolme di balconi fioriti. Žepod’n, nel dialetto locale, è un autentico gioiello e il suo centro storico fa parte dei Borghi più Belli D’Italia. Qui tutto parla di storia e tradizioni dell’alta valle del Piave: vita che si intreccia alla natura, arte che si racconta nel legno, finemente intagliato in magnifici oggetti.
Il lavoro degli artigiani è uno spettacolo da non perdere, e durante il Carnevale, il Plodar Vosenòcht, come lo chiamano gli abitanti, è possibile indossare le loro maschere. Un’altra grande festa è il Sappamukki, che si svolge a fine settembre, quando sfilano le mucche addobbate a festa lungo tutte le borgate del paese, con tanto di pastori e figuranti in costume, per ricordare il rientro dai pascoli d’altura. Per l’occasione, non manca la musica e la buona tavola sappadina: dai salumi ai formaggi affumicati, l’immancabile polenta e la ricotta acida insaporita con erbe aromatiche, ripieno dei cjarsons, i ravioli “pizzicati”. Onnipresente il sapore delicato del burro fuso, l’impronta germanica che prevale su ogni piatto.
Seconda tappa dell’itinerario alpino è Ravascletto. Questo delizioso borgo non è solo una perla nel cuore della Carnia, ma vanta anche la denominazione di Borgo Autentico d’Italia, grazie all’architettura carnica e alle atmosfere alpine racchiuse in case e fienili, testimonianze di una vita semplice che pervade ancora la quotidianità. A incorniciare l’idillio, una posizione privilegiata in una soleggiata conca, dominata dal Monte Crostis a nord e dai Monti Zoncolan e Tamai a sud.
Tra gli appuntamenti che animano il borgo, c’è la Fiesta tas Corts – Savors di una volta, che si svolge ogni agosto nei cortili e lungo le vie del paese, trasformate in un vero e proprio convivio a cielo aperto. Ravascletto è, inoltre, un punto di partenza ideale per svolgere bellissime attività all’aria aperta: le piste del comprensorio sciistico del Monte Zoncolan diventano un Bike Park in estate, incorniciate da uno scenario mozzafiato sulle Alpi Carniche e sulle Dolomiti Friulane. Bellissima anche la “Panoramica delle Vette”, 35 chilometri perfetti da percorrere in bicicletta o moto.

Un’altra località da non perdere situata ai piedi del Monte Zoncolan è Sutrio, conosciuto come il “borgo degli artigiani del legno”. Qui l’intagliatura è arte. C’è da perdersi in questo piccolo borgo, passeggiando tra case tipiche in pietra dove si trovano alcune delle più apprezzate botteghe artigiane e veri e propri atelier di sculture in legno, le più belle della regione, una sorta di magia che mantiene intatta una tradizione senza tempo e che, nel periodo natalizio, lo trasforma in un luogo incantato. “Borghi e Presepi” è uno degli eventi più attesi dell’anno, ma non serve aspettare dicembre per immergersi nella bellezza di una tradizione autentica, viva tutti i mesi.
Merita una tappa anche Arta Terme, una piccola deviazione all’insegna del benessere. Qui sgorgano le acque benefiche della Fonte Pudia, già note in epoca romana. Tutt’oggi il centro di Arta si conferma un pit stop per rilassare corpo e mente, una pausa perfetta dopo aver macinato chilometri sull’asfalto. Qui è possibile anche deliziarsi con la migliore tradizione gastronomica del Friuli Venezia Giulia: da non perdere i prodotti tipici del territorio, come miele, formaggi, i tipici cjarsòns carnici (i ravioli della Carnia) e distillati di prugne e pere.

Si torna nuovamente in sella per raggiungere Tolmezzo, conosciuto sin dall’antichità per essere il “capoluogo storico della Carnia”. Fu proprio la posizione strategica a farne la sua fortuna: in passato Tolmezzo era uno snodo fondamentale lungo la via che conduceva nei territori dell’attuale Austria. I Patriarchi di Aquileia furono i primi governatori di questo borgo e a essi si deve la costruzione del Castello alle pendici del monte Strabut, un punto di riferimento per la città, che le fece assumere il ruolo di capitale della Carnia.
Il centro storico di Tolmezzo racconta ancora il suo passato, soprattutto quello del periodo quattrocentesco, splendidamente testimoniato dalla Chiesetta di Santa Caterina e Casa Janesi, dalla quale si può raggiungere con una passeggiata di mezz’ora la Torre Picotta, altro simbolo cittadino. Tolmezzo è scrigno di cultura: da non perdere il Museo carnico delle Arti e Tradizioni popolari “Michele Gortani”, che racconta come si viveva un tempo nelle vallate alpine.
Ma Tolmezzo è anche un richiamo alla natura: direttamente dal centro cittadino è possibile seguire diversi sentieri da trekking, come quello del Monte Strabut, del Rifugio Cimenti – Floreanini, del Monte Amarianutte, dell’altipiano di Curiedi, della Pieve di Santa Maria Oltre But e del Monte Amariana. In alternativa, per gli amanti della bicicletta, da appuntare le vie ciclabili di: Tolmezzo – Arta Terme, Tolmezzo – Ovaro, Tolmezzo – Cavazzo Carnico e Pioverno. A soli 10 chilometri, attraverso il paese di Amaro e poi Carnia, è possibile congiungersi con la Ciclovia Alpe Adria, che collega Tarvisio a Grado.
Questo percorso è lungo 143 chilometri, per un tempo di percorrenza medio di 2 ore e circa 50 minuti. L’itinerario parte da Tolmezzo e spazia verso il cuore della pianura friulana, scoprendo località del pordenonese, architetture rurali e borghi ricchi di storia e tradizioni. Un’occasione per conoscere angoli meno noti della regione, attraversando il fiume Tagliamento dove affaccia il borgo di Pinzano, noto per il ponte sull’omonimo rio, Spilimbergo, per poi dirigersi verso Maniago, Polcenigo e, infine, il capoluogo Pordenone.

Spilimbergo è una fra le più belle e pittoresche città d’arte del Friuli Venezia Giulia, affacciata sulla sponda del fiume Tagliamento. Nota per il suo mirabile Castello costruito dai conti di Spengenberg intorno all’XI secolo, cuore e simbolo della città, nonché un autentico gioiello architettonico, impreziosito da raffinati affreschi sulla facciata. Questo luogo incanta tutt’oggi i visitatori che entrano nella sua corte, un mirabile intreccio di stili, dal romanico al gotico, al veneto del Rinascimento.
Ma Spilimbergo è conosciuta anche per il passato commerciale, testimoniato dalla famosa “macia”, incisa su un pilastro della Loggia del Comune, l’antica unità di misura utilizzata per le stoffe. E proprio per omaggiare questa vocazione mercantile, nacque la Rievocazione Storica della Macia, il suggestivo evento che ogni anno nel mese di agosto fa rivivere lo splendore del passato spilimberghese. La città si distingue anche per l’arte del mosaico ed è sede di un’eccellenza italiana, la Scuola Mosaicisti del Friuli, istituzione fondata nel 1922 e nota a livello internazionale.
Tappa a Maniago, famoso in tutto il mondo per la produzione di coltelli e di ogni genere di arnesi da taglio. La storia di questo borgo è sempre stata legata ai fabbri, mastri artigiani che inizialmente lavoravano il ferro per la produzione di arnesi dediti all’agricoltura, e a quella di spade e armi d’asta per la Repubblica di Venezia. Da alcuni secoli, questo antico sapere si è affinato nell’arte di questi taglienti oggetti, alcuni delle vere e proprie sculture, finemente decorate.
Altra destinazione degna di nota lungo l’itinerario è Polcenigo, uno dei Borghi più Belli d’Italia. Qui non è l’abilità artigiana a parlare, ma l’incontro tra uomo e natura: il centro sembra essere in simbiosi con il fiume Livenza e con le sorgenti del Gorgazzo, acque dal colore cristallino che scaturiscono da una cavità carsica, simili a piscine naturali di rara bellezza. Il territorio di Polcenigo è terracqueo e offre dei bellissimi percorsi da trekking o da seguire in bicicletta. Da non perdere il Parco Rurale di San Floriano, in località San Giovanni, una superficie di 40 ettari dove l’ambiente selvaggio incontra quello “addomesticato” dall’uomo, in un’incredibile varietà di flora e fauna, prati a pascolo permanente e allevamento di animali.

L’arrivo dell’itinerario è Pordenone, che sarà Capitale italiana della Cultura 2027. Ormai da anni il capoluogo ha superato l’immagine legata al passato industriale e oggi si riscopre in un fiorire di proposte: città viva e dinamica, arricchita da una scena artistica, musicale e letteraria di tutto rispetto. Tantissimi gli eventi che ne hanno consolidato il ruolo, tra cui il Cinema Muto, appuntamento di caratura internazionale, e il Palazzo del Fumetto, un autentico punto di riferimento culturale in continua evoluzione. Pordenone è una città da vivere nella sua quotidianità, passeggiando per il centro o lungo Corso Vittorio Emanuele, magari fermandosi in qualche caffè o in una raffinata pasticceria in compagnia di un buon libro.
Il percorso di 105 chilometri parte da Tolmezzo e scende dai rilievi della regione per raggiungere Gorizia, passando per Venzone, Cividale del Friuli e le Valli del Natisone, Cormons e il Collio. Paesaggi d’incanto, intreccio di terre e acque, storia e luoghi della fede, un territorio da scoprire.
Più di un borgo, Venzone è un’opera filologica, l’unico esempio rimasto in Friuli Venezia Giulia di cittadina fortificata del Trecento. Questo centro venne perfettamente riedificato dopo essere stato raso al suolo dal terremoto del 1976. Oggi possiamo visitare quella che è la perfetta ricostruzione del centro medievale, resa possibile grazie al lodevole impegno degli abitanti e delle istituzioni locali. Per questa ragione, Venzone è stata dichiarata monumento nazionale e, nel 2017, è stata eletta “Borgo dei Borghi“, come uno dei più straordinari esempi di restauro in campo architettonico e artistico in tutto il mondo.

[foto @Simone Padovani/Shutterstock.com, solo per uso editoriale]
Cividale del Friuli è tra le tappe più belle dell’itinerario. Un tempo fu capitale del primo ducato longobardo, oggi patrimonio culturale e del gusto, una vera e propria perla del Friuli Venezia Giulia. La città è scrigno di un antico passato, anche se i più la associano al vertiginoso Ponte del Diavolo. Cividale custodisce un patrimonio inestimabile: il Monastero di Santa Maria in Valle, conosciuto come la Gastaldaga, e il Tempietto Longobardo situato all’interno del complesso architettonico. Cividale e le Valli del Natisone sono note anche per il loro patrimonio enogastronomico: dalla Brovada e Muset, agli strucchi e alla gubana, delizie accompagnate da vini della DOC Friuli Colli Orientali.
Arrivo a Gorizia. Il passato asburgico vive ancora nei palazzi e nei giardini della città e, nonostante la bellezza e la tranquillità che gode l’elegante centro, racconta ancora gli echi di una storia travagliata. Fino al 2004, nella stazione della Transalpina, era tracciato il confine tra la città italiana di Gorizia e quella slovena, Nova Gorica. Oggi il centro è impreziosito da antichi palazzi, come quello degli Stati Provinciali, del 1200, numerosi edifici cinquecenteschi, piazze signorili, come Piazza Cavour, e il castello, che risale all’ XI secolo.
Il percorso di 57 chilometri che da Gorizia raggiunge il mare è un itinerario che costeggia il blu dell’Adriatico, tra paesaggi carsici come quelli di Duino, il borgo vegliato da uno spettacolare castello, adagiato su alte falesie a picco sul mare, o quelli di Aurisina e Sistiana.

Trieste è la bella di confine, capoluogo di regione. Città cosmopolita, salotto elegante d’Italia e, da sempre, crocevia di culture. Trieste è stratificazione di storia, dalle rovine romane ai vicoletti medievali che si intrecciano nel centro, perfettamente inseriti nell’edilizia neoclassica dei palazzi e delle infrastrutture che vennero realizzate nel periodo d’oro dell’era Asburgica. I teatri e i caffè sono ritrovo degli intellettuali sin dal passato, ma Trieste non è solo cultura, è anche una città di mare e ospita l’evento più importante per la navigazione da diporto: la Barcolana.
Partendo da Trieste, c’è la possibilità di seguire l’itinerario su strada costiera passando per il Castello di Miramare, la strada che percorre il Carso passando per Aurisina e Sistiana e arrivare all’antico borgo marinaro di Duino/Devin.
Proprio Duino, frazione della città di Trieste, è un avamposto di meraviglia che si sporge sulle acque del Mar Adriatico, in cui la presenza svettante e armonica dell’omonimo castello, che risale addirittura alla fine del XIV secolo, racconta molto della storia di questo territorio. Di proprietà della nobile famiglia Thurn und Taxis, nel corso dei secoli la fortezza ha ospitato reali, letterati e poeti, fra cui l’imperatrice Elisabetta d’Austria (Sissi) e il poeta Rainer Maria Rilke. Aperto al pubblico e circondato da un magnifico giardino, il castello si affaccia sul panorama magnifico del Golfo di Trieste, di cui si può godere anche passeggiando sul sentiero intitolato al poeta Rilke, che inizia proprio qui e che si estende per una lunghezza di quasi 2 chilometri.
Quello di Duino fa da contraltare, per certi versi, al castello di Miramare, elegante e pregiata cartolina di Trieste, risalente alla metà dell’Ottocento e il cui candore delle mura, insieme alla posizione privilegiata a picco sul mare, costituiscono un insuperabile richiamo per i visitatori che scelgono l’antico avamposto asburgico sull’Adriatico. Ed è proprio con la monumentalità di questi due luoghi, che uniscono l’eleganza del Mitteleuropa alla freschezza delle acque adriatiche, che si conclude un itinerario a “tutto Friuli Venezia Giulia”, lungo i luoghi, le storie e i sapori di una regione da scoprire a 360 gradi.

Giornalista pubblicista e giurista, con la passione per il teatro e il trekking. Col mio lavoro mi impegno a esplorare e analizzare a fondo e in maniera trasversale le dinamiche sociali e intellettuali della nostra epoca, per una comunicazione efficace e coinvolgente, che consenta a tutti di avere libero accesso anche alle notizie più tecniche e complesse.
Situato tra le cime del Trentino-Alto Adige, il Passo della Mendola è un percorso ...
L’antica Maremma custodisce gemme senza tempo, tra cui un borghetto che sembra ...
Nel cuore del Trentino, tra le cime dolomitiche che sembrano toccare il cielo, c'è ...
©
2025 Valica Spa. P.IVA 13701211008 | Tutti i diritti sono riservati.
Per la pubblicità su questo sito
Fytur