
Se in un italianissimo borgo si parla ancora una lingua ellenica, questi non può che essere definito l’Acropoli della Calabria. Partiamo alla scoperta di un’incantevole frazione, in provincia di Reggio Calabria, con soli 60 abitanti, in cui ancora resiste l’affascinante lingua degli antichi. Il viaggio vi regalerà emozioni uniche!

Che il sud Italia e, in particolare, la Calabria in antichità facessero parte della Magna Grecia, è noto; tutti, infatti, ricordiamo l’assedio di Siracusa del 212 a.C. e altre vicende storiche che hanno segnato il destino del meridione del Bel Paese. Diretta conseguenza della presenza di colonie elleniche fu la diffusione della lingua greca.
Pochi, tuttavia, sanno che esistono ancora piccole realtà in cui si parla questa antica lingua; non si tratta più, ovviamente, del greco degli antichi coloni, poiché le fusioni con le lingue locali sono state tante, più o meno incisive. Ma a Gallicianò, frazione del comune di Condofuri, si parla ancora una lingua che assomiglia molto di più a quella degli abitanti del Peloponneso piuttosto che alla nostra.
Il piccolo paese, situato su un alto promontorio, ancora mantiene la sua struttura medievale, sebbene la zona risulti abitata sin dal Neolitico. La prima testimonianza documentale di Gallicianò risale al 1060, conservata nel Brebion della Chiesa Metropolita Bizantina di Reggio Calabria, del bizantinista André Guillou. Ma si sa con sicurezza che il centro doveva già esistere nel tempo della Magna Grecia, se non altro per la lingua che i pochissimi abitanti ancora parlano.
Secondo studi linguistici, infatti, è possibile datare l’origine di questo idioma all’VIII secolo a.C., nel periodo della Magna Grecia. Visitare Gallicianò oggi, quindi, significa respirare un’aria antica, grazie alla sua inalterata struttura urbanistica; in più, se sarete fortunati, potrete imbattervi in qualche abitante che conversa in lingua autoctona. Forse non capirete nulla, ma sarà straordinario, quasi esotico, assistere a una testimonianza unica come questa.
Un giretto di oltre 250 chilometri, per scoprire un luogo che ha decisamente del magico, tra curve e panorami che rimarranno scolpiti nel cuore. Partenza da Villa San Giovanni, porta d’ingresso della Calabria per chi viene da sud. Si percorre la SS18 Tirrena inferiore che, dopo qualche chilometro, diventa la SS1o6 Jonica. Sarete costantemente in affaccio sul mare, ma occhio al bivio a Condofuri Marina; qui, infatti, dovrete girare a sinistra e salire decisi fino a Gallicianò. Terminata la visita nell’Acropoli di Calabria, torneremo sulla SS106 per attraversare altri paesaggi e altre meraviglie.
A San Nicola, approfittate della SP2 dir, che svolta decisa dentro l’Aspromonte, per visitare un po’ del misterioso entroterra calabrese; nomi evocativi come Platì, Delianuova e Cirello si alterneranno prima di tornare a vedere nuovamente il mare nei pressi di Palmi. Godetevi, quindi, l’ultimo tratto di costa tirrenica prima di tornare al punto di partenza.

Giornalista pubblicista e giurista, con la passione per il teatro e il trekking. Col mio lavoro mi impegno a esplorare e analizzare a fondo e in maniera trasversale le dinamiche sociali e intellettuali della nostra epoca, per una comunicazione efficace e coinvolgente, che consenta a tutti di avere libero accesso anche alle notizie più tecniche e complesse.
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