Pare che risalgano all’India del VI secolo d.C., dunque dovrebbero avere a occhio e croce 1500 anni. Gli scacchi, gioco di profonda intelligenza e dalla quantità inimmaginabile di combinazioni possibili (fino a 10 elevato alla 50^, ovvero 10 seguito da 50 zeri), sono la trasposizione su tavola di una singolar tenzone medievale. C’è un po’ di tutto: il Re e la Regina, gli alfieri e i cavalli, la torre e i pedoni. C’è la durata, che può arrivare a superare abbondantemente le 5 ore, un formulario da compilare con la lista delle mosse, campioni come Garri Kasparov che hanno raggiunto una fama mondiale pari a quella di calciatori e centometristi. E poi c’è lei, la scacchiera, un campo da gioco che si può riprodurre praticamente su (e con) qualsiasi superficie e materiale, dalla plastica al marmo al cristallo. E poi, guarda caso proprio in Italia, ce n’è una che è diversa, per composizione e anche per dimensione, e a cui è legata una storia perfetta da vivere a inizio autunno.
La misura standard della scacchiera regolamentare da torneo è di 50×50 centimetri, con caselle di 55 mm (5,5 centimetri), 8 per ciascuna riga per un totale di 64, e anche lo spessore è fissato, a 1,4 centimetri. Insomma, hanno una dimensione prestabilita. Ma se ti dicessimo che esiste una scacchiera di venti metri per lato, per una superficie totale di circa 440 metri quadrati? Sì, tanto quanto una villa. Non è uno strano Guinness World Record, ma una realtà tutta italiana che fa rima con scacchi per una tradizione che gli storici fanno risalire addirittura al 1454. C’entra una donna e c’entrano anche due innamorati: Rinaldo D’Angarano e Vieri da Vallonara, che vogliono sfidarsi per la mano di Lionora di Taddeo Parisio, il castellano della città. Che decise di concedere in sposa sua figlia a chi avrebbe vinto una partita a scacchi. Ma non su una scacchiera normale: in piazza, con personaggi viventi, abbigliati come le pedine del gioco, e tutt’intorno una festa tradizionale del magnifico impatto scenico.
Non si sa chi vinse quella sfida, ma da allora – e ogni due anni – l’appuntamento con la Partita a scacchi a personaggi viventi (questo il suo nome ufficiale) si ripete, trasformando quest’angolo del Vicentino nella più grande scacchiera al mondo. Si tiene a settembre, ma solo durante gli anni pari, e occupa la bellissima scenografia della Piazza degli Scacchi di Marostica, in provincia di Vicenza. Una scenografia urbana che è delimitata da palazzi porticati, e da due castelli: l’Inferiore e il Superiore, entrambi chiamati semplicemente “Castello di Marostica” in un vezzo di razionalizzazione. Immancabile è invece il leone di San Marco, simbolo del potere di Venezia sulla città, così come della città di Marostica ne è simbolo la ciliegia IGP, specialità riconosciuta in tutta Europa per la sua bontà. E se avete indugiato un po’ troppo, il centro storico si percorre comodamente a piedi, per riprendere forma e godersi scorci circondati di verde, protetti dalle mura, con al centro una splendida chiesa arcipretale in stile barocco di inizio Settecento.
Bassano del Grappa è la Città degli Alpini, così chiamata per il forte legame storico con il gruppo dell’Esercito specializzato nella montagna. Simbolo della città è il Ponte Vecchio, progettato in legno da Andrea Palladio, ricostruito nel 1947 dopo la guerra ma che risalirebbe addirittura al Duecento. Da visitare in città anche il Castello degli Ezzelini e la splendida Piazza della Libertà. Thiene, circondata e attraversata da numerosi corsi d’acqua, ospita numerosi edifici di culto dal forte valore storico, come il Duomo seicentesco riccamente decorato da pale di pittori veneti; il castello di Thiene è, invece, una villa di delizia dallo stile palladiano, conosciuta come Villa Porto Colleoni, anch’essa dagli interni artistici. Schio, ai piedi del sacrario sul Monte Pasubio, è una bella città di provincia attraversata dal canale detto Roggia Maestra, e il cui antico Castello, oggi quasi del tutto demolito, ricorda le lotte tra Venezia e il Sacro Romano Impero. Vicenza, infine, è la capitale palladiana per eccellenza. Qui, l’impatto del più celebre architetto cinquecentesco è stato fondamentale per disegnare una città di palazzi nobiliari, di ville straordinarie come “La Rotonda” (Villa Almerico Capra) e della Basilica che, a discapito del nome, non è un edificio religioso ma civile costruito adattando il precedente Palazzo della Ragione.
Lasciata Bassano del Grappa, oltrepassiamo il fiume Brenta tramite il Ponte della Vittoria (Ponte Nuovo), prendiamo Viale Vicenza e subito dopo la SP248, che seguiamo per i 7 chilometri che separano la cittadina da Marostica, quasi senza soluzione di continuità. Assolto a questo primo compito, prendiamo la SPV o SP111 (il percorso è pressoché identico) fino al casello di Breganze. Continuiamo su Via Schio/Via Asiago seguendo le indicazioni per il centro di Thiene, che complessivamente dista 20 km. Breve è anche il tratto (12 km) che ci conduce alla vicina Schio, passando per la SP122 o lungo Via Maestri del Lavori/Viale dell’Industria. Da qui, la più comoda SP46 ci conduce, nel giro di 27 chilometri, a Vicenza, capoluogo di provincia e conclusione di questo itinerario.
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