Freddo come il fiume, caldo come la Calabria: il borgo 'che rinasce' è la vera sorpresa lungo la Costa dei Cedri

Freddo come il fiume, caldo come la Calabria: il borgo ‘che rinasce’ è la vera sorpresa lungo la Costa dei Cedri

Leonardo Anchesi  | 17 Feb 2024  | Tempo di lettura: 3 minuti
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Qualora voleste scoprire la Costa dei Cedri, incantevole riviera calabrese bagnata dal mar Tirreno, non potete non raggiungere Fiumefreddo Bruzio, un borgo che vi lascerà ricordi indelebili.

Costa dei Cedri in moto

Mappa

Percorso

Oggi, amici di TrueRiders, i chilometri non saranno moltissimi ma sicuramente vi rimarranno impressi a fuoco nel cuore e nella mente. Poco meno di un centinaio di chilometri per scoprire la Costa dei Cedri e concludere in bellezza a Fiumefreddo Bruzio, borgo di poco meno di 3mila anime, famoso per il mare, i siti archeologici e la frittata di patate, patrimonio calabrese dell’umanità. Dicevamo, poco meno di 100 km per raggiungerlo e godere di tutte le sue bellezze, fissando come punto di partenza il paese di Tortora, confine settentrionale di quella che viene definita Costa dei Cedri o, in alternativa, anche Riviera. Prima di tutto ci sentiamo di farvi una doverosa avvertenza: percorrerete una strada continuamente affacciata sul mare e, indi per cui, distrarsi è facile. In buona sostanza: leggeri sul gas, andatura da passeggio e godetevi tutto ciò che la natura ha da offrire.

Lasciato l’abitato di Tortora, di pochi chilometri nell’entroterra, raggiungeremo Tortora Marina in una manciata di minuti; da qui inizia il nostro balcone sul mar Tirreno, un continuo belvedere che ci accompagnerà fino alla nostra destinazione, sempre attraverso la Costa dei Cedri. Nostra fedele compagna di viaggio sarà la SS 18, la Tirrena Inferiore, che non ci mollerà un attimo, accompagnandoci per mano fino a Fiumefreddo Bruzio, attraverso paesi dai nomi evocativi come Scalea, Diamante e Cetraro. Godetevi ogni singolo chilometro, respirate a pieni polmoni e, una volta giunti a destinazione, spegnete tutto, lasciate riposare la moto e andate a esplorare Fiumefreddo che, ormai, vi sta già aspettando.

Jumifriddo, dove la montagna si tuffa a picco nel mare

La prima cosa che spicca arrivando a Fiumefreddo è che qui, nel giro di una manciata di chilometri, si passa dai paesaggi montuosi e boschivi dell’entroterra, che arriva a superare i 1.500 m.s.l.m con il Monte Cocuzzo, alle spiagge sabbiose della costa tirrenica, vero collettore del turismo; potremmo quindi dire che Fiumefreddo è uno di quei meravigliosi luoghi della nostra penisola che mette un po’ tutti d’accordo. La sua origine è molto antica; i primi insediamenti risalgono infatti agli inizi del IV secolo d.C., durante le tremende persecuzioni contro i Cristiani volute dall’imperatore Diocleziano, come romitorio con chiesa annessa; è probabile, infatti, che l’impervietà che caratterizza l’entroterra abbia attratto i Cristiani alla ricerca di un rifugio sicuro. Tuttavia, per vedere un primo assetto urbanistico vero e proprio bisognerà attendere l’XI secolo quando si andrà a formare quello che oggi è il centro storico.

Iniziate a scalare, con calma e passo lento, i vicoli del nucleo matrice; i colori chiari delle case saranno una piacevole vista. Raggiunte le imponenti rovine del Castello della Valle non potrete far altro che contemplare l’immensità e la meraviglia che questo luogo ispira. Non privatevi di godere di un tramonto da questa visuale privilegiata perché lo spettacolo, nonostante sia gratuito, è uno dei più belli che potrete mai ammirare.

Istruzioni per un buon pasto

E dopo tanto camminare certamente vi sarà venuta fame e quindi non potrete privarvi di un assaggio dei succulenti piatti della Costa dei Cedri, semplici ma molto speziati: immancabile, infatti, la piccantezza, vera e propria costante della cucina calabrese. Soffermatevi a gustare la filiciata, un tenero formaggio appena cagliato servito su delle felci, e la frittata di patate, rigorosamente realizzata con tuberi a km zero e, a dispetto del nome, priva di uova; un buon bicchiere di Magliocco canino sarà il giusto complemento. E per concludere fatevi la bocca dolce con le varchiglie alla monacale, un dolce tipico di questa zona a base di pasta frolla, cacao e mandorle.

 

Leonardo Anchesi
Leonardo Anchesi

Garfagnino DOC e Sardo di adozione, sono uno storico dell’arte (da qualche anno) e biker sin dalla più tenera giovinezza. Ho iniziato a collaborare con TrueRiders nel 2023 per mettermi in gioco nel campo della scrittura e ho voluto cominciare scrivendo di qualcosa che amo particolarmente: la moto e tutto ciò che le ruota attorno.



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