Nel cuore della provincia di Treviso, c’è un luogo che sembra sospeso nel tempo, una piccola gemma incastonata nella storia e nell’arte, che attende di essere scoperta: Portobuffolè. La sua antica origine e l’architettura medievale offrono uno sfondo pittoresco per un viaggio alla scoperta delle radici profonde dell’Italia. Un itinerario che ti guiderà attraverso le viuzze acciottolate e i canali silenziosi, svelando storie di donne illustri e cavalieri, di battaglie e di pace. Più che un borgo che è solo da visitare, davanti a tuoi occhi si schiuderà un’esperienza da vivere, un tuffo nella storia che rimane impresso nel cuore. Pronto a partire con noi?
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Lasciata Conegliano, che si raggiunge facilmente da Venezia tramite l’Autostrada A27, prendiamo il lungo rettilineo della SP15 in direzione sud. La destinazione è sempre in provincia di Treviso, e più precisamente ci dirigiamo verso Oderzo, di antica origine romana. Da qui risaliamo la china per oltrepassare il Livenza e raggiungere, in 10 km direzione nord, il bel borgo di Portobuffolè. Visita d’obbligo, e ripartiamo in direzione del Friuli-Venezia Giulia, tramite la SP35 che ci porta a Prata di Pordenone (7,5 km) e, tramite la SP49, direttamente a Pordenone, il più occidentale dei capoluoghi friulani. Itinerario breve, 51 chilometri soltanto, ma decisamente ricco di luoghi da visitare e di meraviglie da conoscere.
Il centro di Portobuffolè
«Per altro sopranome io nol conosco,
s’io nol togliessi da sua figlia Gaia.
Dio sia con voi, ché più non vegno vosco.»Dante Alighieri, Purgatorio, Canto XVI
Portobuffolè racchiude in sé secoli di storia e fascino. L’origine di questo borgo viene fatta risalire al Medioevo, quando era un importante centro commerciale e strategico, grazie alla sua posizione lungo il fiume Livenza. Il borgo ha vissuto momenti di grande splendore, soprattutto durante il periodo della Serenissima Repubblica di Venezia, di cui conserva ancora oggi l’architettura e l’atmosfera. Un aspetto particolarmente affascinante della storia di Portobuffolè è la sua citazione nella Divina Commedia di Dante Alighieri. Nel Canto XVI del Purgatorio, Dante fa riferimento a Gaia da Camino, signora di Portobuffolè, lodandone la grazia e la bellezza. Questo riferimento letterario aggiunge un ulteriore livello di fascino storico e culturale al borgo, rendendolo una meta imperdibile per gli amanti della letteratura e della storia.
Porta Friuli, uno degli ingressi monumentali della città
Visitare Portobuffolè è come fare un salto indietro nel tempo. Le sue stradine acciottolate, i palazzi storici e le piazze pittoresche offrono un’atmosfera unica, che sembra raccontare storie del passato ad ogni angolo. Tra i principali luoghi di interesse, spicca la Casa di Gaia da Camino, che oggi ospita il Museo del Ciclismo “Alto Livenza” e che secondo la tradizione sarebbe stato il luogo dove visse la nobildonna “dantesca”. Villa Cellini e Villa Turon, situate nelle zone di campagna della località, richiamano alla mente il ricco patrimonio immobiliare veneto che si rifà, almeno in parte, anche ai capolavori palladiani. Da ammirare la Torre Civica e la Porta Friuli, simboli delle antiche fortificazioni a protezione della città, mentre il pregiato Duomo di San Marco è di epoca quattrocentesca. Una leggenda diffusa in zona pare legarne l’origine alla riconversione di una sinagoga, ma a quei tempi la comunità ebraica non poteva avere luoghi a essa deputati.
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