Il piccolo fiordo sul mare dove la Norvegia incontra la Campania

Il piccolo fiordo sul mare dove la Norvegia incontra la Campania

1200 gradini per arrivare fino alla sua piccola e intima spiaggia, una bellezza che supera i confini e le convinzioni geografiche, tutto il bello del ricordo di una delle più grandi attrici del Novecento: è il paniere pieno di tesori di una località intimamente speciale
Stefano Maria Meconi  | 26 Set 2025  | Tempo di lettura: 4 minuti

Cosa hanno in comune romanzo del 1939 firmato da John Steinbeck, una trasmissione televisiva condotta da Alessandro Greco sul finire degli anni Novanta e una canzone di Paola e Chiara Iezzi? Il nome. Quello generico che, traslato lungo uno dei punti più interessanti della Costiera Amalfitana, restituisce un luogo che sfida i tradizionali convincimenti geografici che sono propri di tutti noi. Perché è difficile pensare di trovarsi in Campania, luogo di magnifiche scogliere a picco sul mare, limonaie da cui frutti giallissimi emanano profumi mediterranei, pizze sfornate a ritmi concitati, e allo stesso tempo avere davanti un paesaggio che tradizionalmente associamo alla Norvegia. E tuttavia, è proprio così: ad attenderci c’è un luogo che trapassa il suo territorio, un luogo davvero scenografico in cui andare al mare, godendo dello spettacolo del Tirreno, circondati da scogliere a picco sulle onde. Un luogo sulle cui pareti rocciose si aggrappano spericolati i vitigni che danno vita a uno dei migliori vini bianchi italiani. Insomma, un luogo alternativo, diverso, speciale.

Un fiordo che si trova dove proprio non te l’aspetteresti

La definizione tradizionale di fiordo è quella di “insenatura del mare che si mostra con pareti rocciose ripide e acque profonde”. Certo, condizioni di questo tipo le si possono trovare pressoché in tutto il mondo, ma siamo generalmente abituati alla metonimia fiordo norvegese, quasi come non esistessero da altre parti. Eppure è sempre lei, l’Italia, a volerci far ricredere su tutto. Anche sulla presenza dei fiordi nel Mediterraneo: ancora qui, potremmo citare l’esempio delle gole di Cattaro in Montenegro (posto bellissimo), ma vogliamo rimanere nel novero del Bel Paese. Proprio qui, proprio in provincia di Salerno, c’è un comune piccolo e raccolto di appena seicento abitanti che vanta certificazioni eccellenti: in quanto parte della Costa d’Amalfi, fa parte dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO. È presente nel circuito dei Borghi più Belli d’Italia. È fatto di case sparse, barche ormeggiate, un borgo di pescatori lungo il mare di Salerno dove ritrovare il respiro lento della vita tradizionale, scandita dalle onde del mare che si infrangono sugli strapiombi di roccia di un fiordo dove non batte la bandiera di Oslo, ma quella dell’antica repubblica marinara di Amalfi.

L’ecomuseo, il borgo e le altre meraviglie

Nel piccolo borgo marinaro di Furore, questo il nome protagonista del nostro enigma iniziale, c’è l’Ecomuseo del Fiordo, che permette di vedere alcune strutture preindustriali del XVIII secolo, due mulini che sfruttavano il corso d’acqua dello Schiato per ricavare energia, due cartiere, lo stenditoio e la calcara dove si lavorava la pietra per produrre la calce. Si trova in Via Anna Magnani, e non manca un piccolo Museo dedicato all’attrice, allestito in un edificio a lei appartenuto: la diva del cinema, profondamente e veracemente romana, la prima non inglese a vincere un Oscar come migliore attrice (La rosa tatuata, 1956) , era una habitué della Costiera, dove peraltro girò il film L’Amore nel 1948 con Roberto Rossellini, di cui si innamorò. Proprio nel paesino campano acquistò, per 10 lire, quella che oggi è chiamata Villa della Storta, e che ne ricorda la formidabile carriera artistica. Un omaggio che è anche un approdo alla scoperta del borgo dipinto, come dimostrano le pur poche case colorate e l’esperimento artistico dei Muri in cerca d’Autore. Questa rassegna, sin dal 1980, ospita i murales e le sculture di artisti italiani e stranieri, che rappresentano storia, leggende e suggestioni ispirate dal borgo. Dopo aver visto i dipinti murali, si può proseguire la passeggiata nel Giardino della Pellerina, attraverso il Viale di Cupido, in un parco a picco sul mare dalle atmosfere romantiche e dedicato al tema dell’amore. Un po’ come l’amore che si può provare per il mare, e dunque ci si chiede, è possibile fare un bagno in questo fiordo all’italiana? La risposta è sì: se si sceglie un giorno di punta della bella stagione, è meglio andare di prima mattina, perché la spiaggetta è piccola e molto gettonata. Ci si arriva solo a piedi, affrontando centinaia di scalini – c’è chi dice 700, chi dice 1200, fino a destinazione. E senza nessun servizio, perché il luogo è puro, incontaminato.

Un vino che si arrampica sulle rocce

Territorio impervio, viticoltura eroica. Funziona un po’ così, in quei luoghi d’Italia dove il clima è favorevole alla coltivazione dell’uva ma l’orografia sembra voler disporre diversamente. In Liguria e in Valle d’Aosta, ad esempio, hanno “contrattaccato” utilizzando i terrazzamenti, dislivelli artificiali sulle pareti a strapiombo nel vuoto dove il vino è un atto di eroismo, ancor prima che di produzione. Dalle parti di Furore si fa più o meno lo stesso, coltivando le uve Fenile, Ginestra e Ripoli in terrazzamenti fino a 550 m s.l.m. coltivati con le tecniche della pergola, della spalliera o della raggiera atipica. Buona la resa delle piante, buonissimo il Fiorduva che vi si ricava, vino dal colore oro, dal profumo di frutta estiva, lievemente dolce e perfettamente rappresentativo delle sfide, e dei successi, di quest’angolo del Mezzogiorno d’Italia.

Consigli di viaggio

Mappa

Percorso

Dal capoluogo Salerno è necessario raggiungere Vietri sul Mare (SS18). Se vieni dall’Autostrada A3, esci all’uscita di Vietri sul Mare. Il percorso è tutto sulla strada statale SS163 Amalfitana, che presenta scenari meravigliosi sul mare, ma richiede anche un attento controllo di guida per le sue curve strette e irregolari. Oltrepassa Maiori, Minori, Amalfi, e arrivi infine a destinazione. Altro modo per raggiungere Furore è da Castellamare di Stabia, prendendo la strada statale SS366 di Agerola, che con una fitta sequenza di curve e dislivelli taglia tutta la penisola sorrentina per arrivare al fiordo.

Stefano Maria Meconi
Stefano Maria Meconi

Giornalista, appassionato di viaggi e tecnologia, ho iniziato a occuparmi di TrueRiders sin dalla sua fondazione nel 2015. Mi piace raccontare il modo attraverso numeri e curiosità, perché ogni viaggio è un'esperienza da raccontare e condividere

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