
Poche regioni italiane riescono a catturare come l’Abruzzo. L’essenza e l’eterogeneità di un territorio che, nonostante le sue dimensioni ridotte, racchiude in sé spiagge lunghissime di sabbia e vette che sfiorano i 3.000 metri, città d’arte dalla storia millenaria e piccoli borghi dimenticati, altopiani che esplodono in colori intensi e tavole imbandite dei frutti della natura.
Mari e monti, laghi e colline, ma anche l’accoglienza diffusa sono le parole d’ordine di questa regione e di un suo borgo in particolare, il primo in Italia ad aver tentato, con successo, la strada dell’albergo diffuso. E dove ci si sentirà accolti in un progetto che non è solo commerciale, ma anche e soprattutto culturale e sociale. Curiosi di scoprire questa perla abruzzese?

Recuperare i borghi italiani come patrimonio indissolubile di storia e di cultura e renderli accessibili a un turismo nazionale e internazionale. Sono questi i principi che hanno ispirato Sextantio, il progetto dell’albergo diffuso di Santo Stefano di Sessanio, che rappresenta il primo caso organizzato di questo tipo in Italia. Grazie a una collaborazione tra privati e istituzioni, è stato trasformato un declino inesorabile in un progetto di rinascita, che vede negli antichi edifici del borgo di montagna delle splendide camere e suite. Non un progetto di nicchia, anzi: ne è la dimostrazione l’interesse suscitato anche nella BBC, il principale canale di informazione del Regno Unito, che ha realizzato un vero e proprio documentario sul borgo abruzzese.

Santo Stefano di Sessanio è un borgo di appena 103 abitanti, a oltre 1.200 metri di altitudine. Un luogo idilliaco, ideale per la riscoperta di una atmosfera calma e rilassata, quella “slow life” a cui tutti aspiriamo. Nel borgo medievale non mancano tuttavia i luoghi da scoprire. Innanzitutto, la Torre Medicea, completamente ricostruita dopo il terremoto del 2009. Risale al Trecento, ma fu rielaborata sotto Francesco de’ Medici, la cui famiglia comprò questa zona nel Cinquecento.
La Chiesa Madre, poi, combina elementi romanici e settecenteschi, con un importante interno tripartito con interessanti elementi artistici. Accanto si trova un ottimo bistrò, il Cantina Chiesamadre. Il Palazzo del Capitano, la Porta urbica e la Cappella medicea, infine, sono ulteriori testimonianze del lascito che la famiglia toscana ha portato in quest’angolo alle porte de L’Aquila.
Nel borgo è anche possibile partecipare ad attività tematiche legate al territorio, come lezioni di cucina abruzzese, di panificazione, di tessitura e di realizzazione di saponi con prodotti della quotidianità. Un ottimo modo per riscoprire i piaceri e le ricchezze che si nascondono dietro oggetti e prodotti che fanno parte della vita di tutti i giorni.
L’itinerario che raggiunge Santo Stefano di Sessanio è breve ma ricco. Si parte da L’Aquila, capoluogo di regione e città ancora alle prese con la ricostruzione dopo il devastante terremoto del 2009. La nostra prima tappa è Barisciano, che dista 20 chilometri precisi: seguiamo la SS17 in direzione della Provinciale Barisciano e, da qui, proseguiamo fino al centro cittadino. Dopo una breve sosta, Santo Stefano ci attende: il percorso, tutto sulla Provinciale di Barisciano, è di appena 10 chilometri e, traffico permettendo, richiede circa 15 minuti. Visitiamo il borgo e continuiamo, il viaggio non è finito: a soli 5 chilometri (SP7/SS17bis) c’è Calascio, con la sua celebre Rocca; altri 10 chilometri sulla SP7 ci portano, infine, a Castel del Monte, altro luogo iconico dell’Abruzzo.

Giornalista pubblicista e giurista, con la passione per il teatro e il trekking. Col mio lavoro mi impegno a esplorare e analizzare a fondo e in maniera trasversale le dinamiche sociali e intellettuali della nostra epoca, per una comunicazione efficace e coinvolgente, che consenta a tutti di avere libero accesso anche alle notizie più tecniche e complesse.
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