Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza. Tra i colli aretini e le foreste che un tempo videro passare un Dante Alighieri in esilio, c’è un punto di riferimento per gli amanti della fotografia d’autore. Bibbiena, meraviglia di borgo medievale con diecimila anime, conquista un titolo singolare, immortale, immortalato: Città della Fotografia. Vicoli lastricati e palazzi signorili sono lo sfondo del noto tra l’arte contemporanea e la storia in un progetto molto ambizioso che ha trasformato tutto il centro storico in una galleria a cielo aperto: parliamo della Galleria di Bibbiena, il “primo esempio in Europa di esposizione permanente di fotografia a cielo aperto e la più grande installazione diffusa di opere fotografiche in grande formato“. 48 le opere degli autori della fotografia italiana più importanti, collocate sulle facciate dei palazzi e lungo le mura dell’antico centro storico. Un’iniziativa, la Galleria di Bibbiena, nata nel 2016 come esperimento fortunatamente riuscito fra il comune di Bibbiena, la FIAF (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche) e il CIFA (Centro Italiano della Fotografia d’Autore), nato da quest’ultimo. Il Tuffatore, Travestiti, lavori di Gastel e tanto altro: scatti che rendono fanno dire ad ogni angolo “È una sorpresa, questo è certo, ma molto ben accetta” e fare un viaggio nella nostra storia. Non è, però, solo un museo diffuso, ché Bibbiena è dove si fa il Festival della Fotografia Italiana, che si conclude proprio oggi 21 settembre 2025.
Dal 13 giugno al 21 settembre il Casentino è stato un immenso centro espositivo diffuso per la seconda edizione del Festival della Fotografia Italiana tra Bibbiena, Poppi e Pratovecchio Stia, registrando un gran successo di pubblico in un triangolo culturale meraviglioso. Il tema scelto per la seconda edizione è stato Il potere dell’immaginazione invitando fotografi e visitatori a esplorare le infinite possibilità espressive della fotografia per ridefinire la realtà e creare nuovi mondi, concetto sposato bene con questo triangolo della Toscana, col Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi a far da cornice.
La specialità di questo festival è stato utilizzare spazi espositivi sia formali che informali, perché oltre alle sale di palazzi storici come il Castello dei Conti Guidi di Poppi le opere han trovato casa anche in botteghe artigiane antiche e negli angoli più belli dei centri storici, scelta che riflette il voler rendere l’arte della fotografia accessibile a tutti. 42 mostre in 12 sedi con più di 100 autori e un ricco programma di eventi, talk e workshop, con la stragrande maggioranza delle mostre a ingresso libero e democratico. La prima edizione dell’anno scorso ha registrato più di 8.000 visitatori.
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Bibbiena ospita il CIFA, il Centro Italiano della Fotografia d’Autore nato nel 2005 nelle ex carceri del borgo, soppresse con un decreto nel ’91, che lavora tutto l’anno per promuovere e studiare l’arte fotografica nostrana. Il CIFA, a Via delle Monache 2, è un laboratorio dove si fanno corsi, conferenze e workshop; la loro filosofia riflette quella del progetto, mostrare come la macchina fotografica si sia evoluta per stimolare importanti riflessioni sociali, approccio per chiunque creda nel potere narrativo dell’immagine. È quello che ha ospitato alcune delle mostre più prestigiose del festival.
Oltre alla fotografia Bibbiena ha molte attrazioni per chiunque. Considerato capoluogo del Casentino, e centro più popoloso della valle, Bibbiena ha origini d’epoca etrusca e romana come testimoniano i reperti nel Museo Archeologico del Casentino, da preistoria ad alto Medioevo. Il centro del paese è un mosaico di vicoli medievali torreggiato da diversi palazzi signorili del sedicesimo secolo: Palazzo Mazzoleni, Palazzo Niccolini e Palazzo Dovizi testimoniano una storica ricchezza, specie Palazzo Dovizi, fatto costruito dal Cardinale Bernardo Dovizi (di Bibbiena), segretario del Cardinale Giovanni de’ Medici, futuro Papa Leone X. Dell’antico castello medievale rimangono la Porta dei Fabbri e una torre, ed attorno a loro si sviluppa il centro; a livello religioso, però, c’è una meraviglia del Quattrocento, la Chiesa di San Lorenzo, con due bellissime terracotte di Luca della Robbia il Giovane, la Deposizione e l’Adorazione. L’Oratorio di San Francesco è più giovine, nato tra il 1735 e il 1782, con una facciata neoclassica di prima metà Ottocento e interni di raro rococò Casentino. La bellezza più importante però la trovi a un km dal centro storico, il Santuario di Santa Maria del Sasso, dichiarato Monumento nazionale nel 1899, nome derivante dal grande masso su cui poggia e legato a un miracolo del 1347 in cui una colomba bianca si posò sul masso, rimanendoci per un mese, facendosi avvicinare solo dai bambini. Dire che è panoramico è riduttivo.
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Premessa doverosa: Bibbiena è particolarmente biker friendly ma il centro storico, principalmente pedonale, come (quasi) sempre richiede un minimo di attenzione per il parcheggio. Un piccolo parcheggio lo trovate a Piazza Tarlati, il salotto buono di Bibbiena dove si può lasciare la moto. La piazza fa da punto di partenza per andare alla Galleria a Cielo Aperto e andare a piedi per tutte le attrazioni; si trovano diversi parcheggini nelle vie limitrofe al centro storico, facilmente raggiungibili. Sotto al Museo Archeologico del Casentino c’è un parcheggio a Piazza Resistenza, uno vicino a Piazzale John Lennon, se arrivate da nord c’è quello a Via della Casella, al centro ce n’è uno a Via Andrea della Robbia e uno poco più sopra a Piazza dello Sport vicino al campo da calcio.
A livello di gastronomia, olè: tortelli di patate, tortello alla lastra, scottiglia, ribollita, acquacotta, pecorino stagionato in grotta, salumi di cinghiale, miele di castagno, cantucci e Vin Santo. Per rimanere in tema, a giugno, si fa la Sagra delle Sagre. Diverse di queste cose potete trovarle anche in un paio di luoghi:
Parti da Bibbiena e vai verso nord lungo la SP208 della Verna. Tieni la destra e prendi la SR142 continuando dritto fino alla svolta su Via della Consuma. Alla rotonda prendi la terza sulla SP64 e alla successiva rimetti le ruote sulla SR70 della Consuma, da seguire facendo un’altra rotonda. Arriverai a Poppi continuando sulla SR70 in direzione sud-est fino a Piazza Giuseppe Garibaldi. Da qui vai a sinistra su Via dei Guazzi, la Strada Provinciale dei Guazzi, pezzo nel verde che porta a Via del Cedro. Vai ancora a sinistra entrando in Via G. Matteotti e sulla SR71, l’Umbria Casentinese Romagnola, fino alla deviazione che porta sulla SP67.
Da Camaldoli ti serve la SP67 verso Località Camaldoli, poi svolta a destra e segui la strada fino alla leggera curva che immette sulla SP69, conosciuta come Strada dell’Eremo. Qui raggiungi il Sacro Eremo di Camaldoli, una delle tappe obbligate belle del percorso. Lasciato l’eremo riparti sulla SP69 verso ovest e prendi la destra sulla SP72. Dopo alcuni chilometri ti serve la Strada Vicinale della Madonnina, poi again a destra fino al Viale 17 Partigiani. Rimani lì svoltando a sinistra e poco dopo prendi Via Vittorio Veneto/SS310 che ti conduce al centro di Stia, punto di arrivo di oggi.
Le strade principali di riferimento lungo il percorso sono SP208, SR142, SR70, SP64, SP67, SP69, SP72 e SS310.
Scrivo cose per professione. Paragono dettagli per passione. Accarezzo gatti per amore. Laurea in Comunicazione, classe '94, un uomo semplice: vedo cose belle, metto like. Poi mi incuriosisco, mi informo e vi rendo partecipi di dove crearvi bei ricordi.
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