4 milioni di turisti per Ibiza, oltre 15 milioni per Barcellona. Insieme, le due destinazioni più visitate della Spagna ottengono dei numeri che spesso sono immaginabili solo se paragonati a quelli di capitali come Parigi, Roma o Londra. Eppure, sono la dimostrazione che la Spagna è qualcosa in più di una moda, e che sempre più persone da ogni angolo del mondo viene qui per una vacanza e, chissà, anche per mettere radici oppure trascorrere dei momenti di studio. Proprio a quest’ultimo proposito, lontana centinaia di chilometri dalle rotte del turismo estivo e modaiolo, c’è una delle città più belle del paese, un paradiso ocra conosciuto sin dall’epoca romana e che, un po’ come le nostre Firenze e Perugia, è catalizzatore per gli studenti. Un pubblico giovane, che la riempie e la caratterizza e che soprattutto negli ultimi 20 anni l’ha resa una vera e propria Mecca per lo studio universitario e, di conseguenza, ne ha trasformato l’essenza da luogo di solo studio a spazio ambito, ricercato, animato e sicuro. Un luogo che una volta visitato rimane nel cuore, a dimostrazione del lato più accogliente del paese che in molti considerano “cugino” dell’Italia.
La tradizione universitaria di questa città è antichissima. La fondazione dell’ateneo risale al 1218, appena 130 anni dopo l’università di Bologna, che è considerata la più antica in Europa. A differenza dell’Alma Mater bolognese, però, questa università fu la prima in Europa a ottenere la denominazione, che conserva ancora oggi dopo 800 anni. Con quasi 30mila studenti è uno dei più frequentati atenei in Spagna, ma soprattutto ha avuto – soprattutto negli ultimi decenni – la capacità di trasformare questa città di provincia, a più di 200 chilometri da Madrid e meno di 80 dal confine con il Portogallo, in una destinazione amatissima dai giovani di mezza Europa. Non è raro, passeggiando nella centralissima Plaza Mayor, un quadrato quasi perfetto di 80 metri di lato circondato da palazzi porticati, ammirare lo spettacolo degli studenti che studiano seduti per terra. Un luogo dove si parlano tutte le lingue, dallo spagnolo all’inglese, dal cinese all’italiano, perché non sono pochi i nostri connazionali che scelgono questa università, e la città che la ospita, come destinazione per l’Erasmus o per altri percorsi di studio, anche legati all’apprendimento della lingua spagnola.
Plaza Mayor
Percorrendo i portici di Plaza Mayor, scanditi da antiche immagini, si respira l’essenza unica di Salamanca: città universitaria e di incontro generazionale, sicura, pedonalizzata, ricca di scorci da vedere e di tradizioni. Tra queste, la caccia alla rana, simbolo della città e scolpita sulla facciata della facciata dell’Università. Lo studente che la trova avrà fortuna negli esami, chi ha già finito la carriera degli studi si sposerà entro l’anno. E di facciate “curiose” a Salamanca ce ne sono molte, come quelle della Cattedrale (in realtà sono due, la Vecchia e la Nuova), dove sono scolpiti anche un astronauta e un drago che regge un cono gelato. Un curioso easter egg dei restauratori, che hanno portato il contemporaneo e la fantasia nell’antico. Senza dimenticare poi la Casa de las Conchas, un palazzo la cui facciata è interamente arricchita da conchiglie di pietra. Qui, infatti, passano sia la Via de la Plata che uno dei cammini che conduce a Santiago de Compostela. Due luoghi unici e sorprendenti da vedere, alla pari delle vicine Ávila, completamente circondata da possenti mura difensive, e Segovia, celebre per l’acquedotto romano con i suoi tratti ancora ottimamente conservati. Sebbene la città si possa visitare anche in relativamente poco tempo (il free tour di Salamanca prenotabile gratuitamente su Civitatis.com dura circa 2 ore, ed è un ottimo modo per approcciare la scoperta del territorio urbano), il consiglio è di spendere qui almeno un paio di giorni, perché da vedere c’è tanto. Come il Cortile delle Escuelas Menores, magnifico palazzo di stile plateresco risalente al periodo Rinascimentale, oppure il Museo de Art Nouveau y Art Decó, ospitato in un edificio del primo Novecento dalle architetture in ferro battuto e vetri istoriati. Il tutto, per concludere poi l’esplorazione nell’Huerto de Calixto y Melibea, dedicato ai protagonisti dell’opera La Celestina (1499) dello scrittore Fernando de Rojas, tra i padri della letteratura spagnola.
Il percorso più breve tra Madrid e Salamanca richiede circa 3 ore di guida, e si svolge in larga parte su tratti di autostrada panoramica, che salgono sopra i 1000 m s.l.m. Noi abbiamo scelto un percorso più lungo, ma emozionante, che prima di arrivare a destinazione passa per Segovia e Ávila, due magnifiche città della Castilla y León.
Partendo da Madrid, ci si dirige verso Segovia prendendo la M-601. Questa strada conduce attraverso i monti della Sierra de Guadarrama, offrendo un percorso di circa 90 chilometri fino a Segovia. La M-601 è una strada statale che permette di evitare le autostrade e di godere di una guida tranquilla e panoramica. Da Segovia, si prosegue verso Ávila prendendo la CL-605. Questa tratta è di circa 67 chilometri e attraversa la campagna castigliana, permettendo di evitare tratti autostradali. La CL-605 è una strada regionale che garantisce un viaggio rilassante con paesaggi rurali. Infine, da Ávila, si continua verso Salamanca percorrendo la N-501. Questo percorso di circa 100 chilometri è interamente su strada statale, evitando autostrade e pedaggi. La N-501 attraversa dolci colline e ampi spazi aperti, conducendo infine a Salamanca.
Nota bene: le autostrade in Spagna sono evidenziate da una sigla alfanumerica tipo A-XX. Le strade indicate come M-XX sono le cosiddette “Multicarril”, corrispondenti circa alle nostre superstrade o strade statali. Le strade CL-XXX sono autostrade o superstrade a carattere regionali, dove le lettere indicano la comunità autonoma (es: CL-605 significa Castilla y Leon, strada 605). La maggior parte delle autostrade M-XX o CL-XXX non sono a pedaggio, salvo dove diversamente indicato.
Giornalista, appassionato di viaggi e tecnologia, ho iniziato a occuparmi di TrueRiders sin dalla sua fondazione nel 2015. Mi piace raccontare il modo attraverso numeri e curiosità, perché ogni viaggio è un'esperienza da raccontare e condividere
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