La fortezza del Piemonte che dall'alto sembra una stella immersa nel verde

La fortezza del Piemonte che dall’alto sembra una stella immersa nel verde

Nell’Alto Monferrato piemontese, è situato un borgo storico bellissimo, meta prediletta dai turisti per le bellezze storiche e archeologiche, ma anche per i piatti tipici e per il famoso vino Dolcetto.
Antonia Festa  | 01 Ott 2025  | Tempo di lettura: 4 minuti
Cittadella di Alessandria sul fiume Tanaro, Piemonte

L’autunno è il momento ideale per un viaggetto tra i colori e i sapori del Piemonte. Se hai fame e voglia di un po’ di bei paesaggi panoramici, forse dovresti prendere il casco e seguirci in un itinerario che ti porterà infine a Ovada e i suoi dintorni. Parti a stomaco vuoto, però, che le calorie (e il fresco) si faranno sentire, tra sfumature di verde e di marrone: siamo nel cuore dell’Alto Monferrato e Ovada è un borgo dal nome curioso e dall’anima genuina. Pronti a partire?

Ovada in moto: l’itinerario

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Itinerario

Partendo da Alessandria inizia il percorso seguendo Viale Brigata Ravenna e, poi, prendi Via Maria Bensi in direzione di Strada Casalcermelli. Continua lungo questa strada e su Via Madonna Grande per raggiungere Castellazzo Bormida. Da lì prosegui su Via Liguria/SP181 e, successivamente, su strada Trinità da Lungi, verso la SP186. Segui, quindi, la SP185 fino alla SP199, che conduce al Castello di Rocca Grimalda. Per arrivare da Rocca Grimalda a Ovada, infine, devi andare verso sud-ovest seguendo la SP199. Continua su questa strada, svolta per imboccare strada Rocca Grimalda/SP185 e, poi, strada Grimalda/SP200. Alla rotonda, prendi Lung’Orba Giuseppe Mazzini per entrare finalmente a Ovada. Le strade principali di riferimento lungo il percorso sono viale Brigata Ravenna, Strada Casalcermelli, Via Madonna Grande, SP181, SP185, SP199 e SP200. Per l’itinerario diretto su Maps tocca qui.

Cosa vedere a Ovada e dintorni, in Piemonte

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Ovada, Piemonte [foto @ Marco Fine / Shutterstock.com, solo per uso editoriale]

L’itinerario comincia nel cuore di Alessandria, città dall’enorme fascino storico. La prima cosa che non puoi perderti è la Cittadella di Alessandria, enorme fortezza a stella del XVIII secolo, unica nel suo genere e tra le meglio conservate d’Europa. Proseguendo per la città, si può visitare il Museo Borsalino, dedicato all’iconico cappello e alla lunga tradizione artigianale che lega Alessandria alla moda. Piccola nota moderna: il Ponte Meier che, a livello architettonico, è contemporaneo e si trova sul fiume Tanaro. Dopo aver lasciato Alessandria, consigliamo di continuare per Castellazzo Bormida, un borgo di origini medievali. Qui c’è il Santuario della Beata Vergine della Creta, che ogni anno accoglie a migliaia di motociclisti grazie al raduno della Madonnina dei Centauri. Passeggiando per il paese, vale la pena vedere la Chiesa della Trinità da Lungi e il monumento ai caduti.

Continuando da Castellazzo, si raggiunge Castello di Rocca Grimalda, una struttura medievale che domina la valle dell’Orba. Costruito intorno alla massiccia torre circolare, il castello è stato ampliato ed è diventato una residenza nobiliare, per i Grimaldi nel XVIII secolo. Qua ci sono degli splendidi giardini, tra cui uno all’italiana, e un giardino segreto con erbe officinali.

Per concludere l’itinerario, si arriva a Ovada, un borgo con le casette tutte colorate, dove il piemontese si fonde un po’ con l’influenza ligure. Nel centro storico, le vie strette portano a Piazza Assunta, dominata dalla Chiesa Parrocchiale di Nostra Signora Assunta, con un’imponente cupola e i campanili gemelli. A poca distanza, c’è l’Oratorio dell’Annunziata, una chiesa quattrocentesca molto ben affrescata. Per chi ama il verde, invece, a pochi passi c’è il Parco di Villa Gabrieli, mentre se vuoi un po’ di storia puoi goderti una grande collezione di fossili e reperti al Museo Paleontologico Giulio Maini.

La tradizione enogastronomica dell’Alto Monferrato

L’itinerario nell’Alto Monferrato non è completo senza scoprire i sapori della cucina piemontese (misti a quelli liguri). Ad Alessandria, i piatti tipici nel menù prevedono i classici agnolotti ripieni di carne e soprattutto i rabatòn, gnocchi ricotta e spinaci aromatizzati al tartufo. Per i dolci, si va sul classicone: amaretti e baci di dama finiscono il pasto, accompagnati da un bel calice di Barbera o Dolcetto. A Castellazzo Bormida, vanno assolutamente assaggiati i ravioli al brasato e gli agnolotti allo stufato. Ci sono diverse trattorie locali che offrono carne alla brace e alla griglia.

A Rocca Grimalda, invece, è famosa la Perbureira, una minestra preparata con pasta fresca, fagioli e pancetta e una salsa all’aglio. Per concludere i pasti, si può provare il Dolcetto di Ovada, un vino pregiato che si sposa molto bene con i piatti di carne. Ogni anno, a fine agosto, si tiene la Sagra della Perbureira, per tutti gli amanti della cucina rustica. E infine, a Ovada bisognerà farsi travolgere dalla bagna cauda e tajarin ai funghi o al tartufo. Gli andarini, invece, sono piccoli gnocchi di farina che si mangiano col brodo e coi sughi leggeri. Anche i dolci sono degni di nota: i canestrelli di Ovada e gli amaretti sono semplici e buoni.

Antonia Festa
Antonia Festa

Giornalista pubblicista e giurista, con la passione per il teatro e il trekking. Col mio lavoro mi impegno a esplorare e analizzare a fondo e in maniera trasversale le dinamiche sociali e intellettuali della nostra epoca, per una comunicazione efficace e coinvolgente, che consenta a tutti di avere libero accesso anche alle notizie più tecniche e complesse.

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