Ci sono viaggi che ti restano addosso per i paesaggi, altri per i sapori, altri ancora per la gente che incontri. E poi ce ne sono alcuni in cui è proprio il posto in cui dormi a fare la differenza. In Spagna esiste un modo molto particolare di viaggiare, ovvero fermarsi a dormire dentro la storia. Si chiamano Paradores, e sono hotel speciali, spesso ospitati in castelli, conventi, antichi palazzi. Ma non aspettarti la freddezza di un museo, qui tutto è vivo, accogliente, autentico. È come se le pareti ti parlassero, senza bisogno di parole. Si entra per dormire, ma si finisce per vivere un pezzo di passato, con un affaccio su paesaggi dimenticati per ritrovare un ritmo diverso.
I Paradores spagnoli non sono semplici hotel, sono luoghi speciali dove si respira la storia. Alcuni si trovano in castelli medievali, altri in ex conventi o palazzi rinascimentali. Sono strutture antiche, riqualificate e restaurate e poi trasformate in alberghi curati in ogni minimo dettaglio. Molto spesso si trovano in delle zone naturali di spicco che quindi possono vantare di un paesaggio che lascia il segno. L’idea è nata quasi cento anni fa per valorizzare il patrimonio storico e naturale della Spagna, e oggi soggiornare in una di queste strutture significa vivere un’esperienza autentica, lontana dai soliti percorsi turistici. Il bello è che, oltre alla location, c’è grande attenzione alla cucina locale e al legame con il territorio. Non è solo una vacanza, ma un modo diverso di viaggiare, più lento, più vero, dove ogni notte racconta una storia. Ecco 3 itinerari che possono fare al caso tuo se stai cercando un’avventura di questo genere nel cuore della Spagna.
Il viaggio comincia a Segovia, una città che profuma di storia in ogni suo angolo. Il celebre acquedotto romano, imponente e silenzioso, ti accoglie come una promessa di tutta la bellezza che troverai scoprendo la città. La cattedrale, maestosa e calma, vigila sulla città con un’eleganza discreta e pian piano ti accorgerai di trovarti in un luogo in cui il Medioevo ha lasciato una traccia ben visibile. Lasciando Segovia alle spalle, la strada prosegue dolcemente verso il Real Sitio de San Ildefonso, noto anche come “La Granja”. I giardini geometrici del palazzo reale, punteggiati da fontane che sembrano ancora custodire i segreti dei re borbonici, offrono un momento di quiete e incanto. Camminare tra quelle aiuole, con lo sguardo che punta l’orizzonte dei monti Guadarrama, è come entrare in un dipinto.
Da lì, si svolta verso il caratteristico borgo di Pedraza, uno dei più suggestivi della Spagna. Le sue strade silenziose, le case in pietra, la piazza principale che pare immutata da secoli, tutto parla di un passato che ancora oggi resiste allo scorrere del tempo. È il luogo perfetto per sedersi a un tavolo e ascoltare il suono della pietra, del vento, dei racconti sussurrati. Proseguendo, si raggiunge Sepúlveda, adagiata tra le gole del fiume Duratón. Il paesaggio diventa quasi cinematografico con le chiese romaniche che donano al borgo il suo massimo splendore.
Maderuelo arriva silenzioso, circondato della acque del fiume Riaza, dal quale si erge fino a raggiungere quasi i 1000 metri di altitudine. Un luogo da vivere in silenzio, con il passo lento e l’animo aperto alla meraviglia. Ogni angolo è un invito alla contemplazione. L’ultima tappa di questo itinerario è Ayllón. Pietra rossa, archi medievali, un’armonia che si respira più che si vede. Qui si chiude il cerchio di un itinerario che è stato più che un viaggio: un tuffo in una Spagna sospesa tra memoria e bellezza autentica.
Si parte da Madrid, ma non è la Madrid dei grandi viali e dei musei affollati. È una partenza consapevole, che guarda alla città come a un punto d’origine prima di tuffarsi nei suoi dintorni, altrettanto affascinanti. Infatti la Capitale è scelta come punto di riferimento da cui partire per andare a scoprire le zone più caratteristiche e particolari della Spagna. A pochi chilometri, ecco Alcalá de Henares, la città di Cervantes. Qui l’aria è colma di storie, di studenti, di cortili silenziosi e facciate antiche. Passeggiare sotto i portici della Calle Mayor è come attraversare un libro aperto, ogni pietra racconta una pagina. La strada poi si apre verso sud-est, e il paesaggio si fa più morbido, fino a raggiungere Pastrana, un gioiello poco conosciuto. I palazzi rinascimentali, il convento dove visse la principessa di Éboli, il silenzio delle sue vie. Tutto qui ha il sapore del mistero e della nobiltà decaduta.
Poi, all’improvviso, compare Nuevo Baztán, una perla dell’urbanistica barocca. Costruita come un sogno illuminista, è una cittadina minuscola ma ricca di fascino, che conserva l’eco di un progetto ambizioso: creare un’utopia agricolo-industriale nel cuore della Castiglia. Infine, si arriva a Chinchón, forse la più pittoresca delle tappe. La sua piazza circolare, contornata da case con balconi di legno, è teatro naturale di feste, mercati e corride. Ma anche senza eventi, Chinchón vive: nei suoi vini, nei suoi aneddoti, nelle sue serate tranquille al lume delle lanterne.
Si torna a Segovia, ma questa volta è solo un punto di partenza. È un addio lieve, perché l’itinerario guarda verso ovest, verso altre meraviglie castellane. La strada si fa più ampia e l’orizzonte si apre, fino ad arrivare ad Ávila, città cinta da mura che sembrano scolpite nella luce. Camminare lungo i bastioni o guardare la città dal basso è un’esperienza che lascia senza parole. L’ombra di Santa Teresa si avverte ovunque, così come la forza silenziosa di una città che ha saputo custodire la sua anima. E quando si pensa che nulla possa superare quella maestà silenziosa, ecco che appare Bonilla de la Sierra. Poco conosciuta, autentica, quasi intatta. Le sue pietre antiche, il castello, la piazza porticata: tutto profuma di medioevo. Ma non è un luogo-museo, è un paese vivo, dove il tempo ha scelto di rallentare per permettere a chi arriva di ascoltare meglio.
Sono Alessio Gabrielli, ho 27 anni. Laureato magistrale presso l'Università La Sapienza di Roma in Media, comunicazione digitale e giornalismo. Mi occupo dal 2022 di creare contenuti web per il sito TrueRiders portando avanti la mia passione per le moto e lo sport
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