Dieci chilometri di montagna pura, essenziale, di quella che ti stupisce sempre indipendentemente dalle stagioni e dal mezzo utilizzato. E poi c’è lei, la mitica – e impegnativa – Galleria Rosazza, che dall’alto dei suoi quasi 1500 metri di quota, stupisce con una semplicità essenziale. Del resto, parliamo di un’opera ingegneristica che risale alla fine dell’Ottocento, quando i treni erano ancora a vapore e pian piano la tecnologia iniziava a spuntare qua e là in tutta Italia. Piemonte compreso.
La storia di questo tunnel è davvero molto particolare: 367 metri di lunghezza, la roccia durissima scavata a mano per una durata dei lavori di circa 4 anni. La strada di collegamento volle un senatore, Federico Rosazza – dal quale appunto prese il nome – che impiegò parte della sua ricchezza per un progetto fondamentale a collegare i due santuari e alcuni siti religiosi sparsi nella zona. Le misure di questo tunnel ante litteram? 4,5 metri di larghezza, 2,25 di altezza laterale e 4,5 di altezza centrale. Il tutto, rigorosamente, senza illuminazione e senza nessun orpello estetico: così come è stata scavata, è percorribile ancora oggi. Con un pizzico di brivido, e tanto rispetto per l’opera degli operai che l’hanno realizzata.
Il percorso di questo itinerario in moto, lungo appena 10 chilometri, potrebbe apparire decisamente “riduttivo”, ma a renderlo invece particolarmente interessante, oltre ovviamente ai succitati santuari, vi è un vero capolavoro ingegneristico: la Galleria Rosazza. Una strada che sì, è particolarmente stretta, ma allo stesso è considerata come una delle strade più estreme (per non dire pericolose) d’Italia e d’Europa.
Lunga poco più di 12 chilometri, permette di valicare le Alpi Biellesi e, nel farlo, si apre in una galleria costruita sul finire dell’Ottocento e caratterizzata dall’assenza di luce, il che la rende non percorribile da due veicoli (anche moto) contemporaneamente e, per quanto “spaventosa”, sicuramente emozionante! Il felice posizionamento geografico della Galleria Rosazza, oltre che della Strada alla Galleria di Rosazza appunto, permette anche di raggiungere in poco tempo alcuni luoghi piemontesi dal fascino mototuristico innegabile, come la Panoramica Zegna, la celebre strada aperta negli anni ’30 dall’imprenditore del settore tessile.
Immerso in una scenografia naturale suggestiva, il Santuario della Madonna Nera di Oropa si trova a 1.159 metri d’altezza. Il complesso monumentale è tra i più grandi santuari d’altura in Italia e in Europa. Come Sacro Monte di Oropa, è stato riconosciuto come Patrimonio dell’Umanità UNESCO nel 2003. La costruzione viene fatta risalire al IV secolo circa, a opera di Sant’Eusebio che, allora, ricopriva il ruolo di vescovo di Vercelli. La Chiesa Nuova è un’opera di inizio Seicento, mentre la fama territoriale del santuario è da ricercarsi a inizio Novecento con la realizzazione della tranvia Biella – Oropa, poi soppressa.
Il Sacro Monte del Santuario di San Giovanni Battista d’Andorno (che viene chiamato anche Sacro Monte di Andorno) si trova invece nella Valle del Cervo. Situato a 1020 m s.l.m. merita sicuramente una visita, anche se non è incluso nei Sacri Monti riconosciuti dall’UNESCO. Nonostante ciò, gode di una fama (turistica e spirituale) sicuramente all’altezza della sua bella posizione geografica.
Credit dell’immagine in evidenza: galleriarosazza.com
Credit dell’immagine nell’ultimo paragrafo: santuariosangiovanni.it
Sono Alessio Gabrielli, ho 26 anni. Laureato magistrale presso l'Università La Sapienza di Roma in Media, comunicazione digitale e giornalismo. Mi occupo dal 2022 di creare contenuti web per il sito TrueRiders portando avanti la mia passione per le moto e lo sport
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