Produce ogni anno 3 milioni di bottiglie: in Veneto puoi visitare il più grande birrificio d'Italia

Produce ogni anno 3 milioni di bottiglie: in Veneto puoi visitare il più grande birrificio d’Italia

600mila litri di birra in un piccolo ma grande stabilimento nel cuore delle montagne dove le Dolomiti sembrano incontrare la tradizione di malto e luppolo tipica dell'Europa del Nord: la sua, però, è una storia 100% italiana
Stefano Maria Meconi  | 13 Ott 2025  | Tempo di lettura: 5 minuti

36,4 litri all’anno fanno oggi della birra, in Italia, la bevanda alcolica più bevuta dai nostri connazionali. Sì, più del vino, che si assesta nel 2024 a 26,3 litri, in enorme calo rispetto ai 55,8 litri di soli 14 anni fa (2010). È una tendenza che tiene conto di numerosi fattori: sempre più si cercano bevande dal tenore alcolico più moderato, i giovani privilegiano cocktail e boccali rispetto al classico calice, e l’influenza dei paesi del Nord e Centro Europa è sempre più evidente anche nelle abitudini sociali. Certo, siamo ancora su livelli da pivellini, considerando che in Repubblica Ceca in media si consumano 104 litri di birra pro capite all’anno, ma qualcosa sta cambiando. O forse, le bionde sono sempre state presenti nella cultura del Bel Paese, come ci dimostra la presenza, nel cuore del Veneto, di un birrificio capace di produrre addirittura tanta birra quanta ne basta a una piccola città che la beve senza sosta.

3 milioni di bottiglie: ecco dove si trova il più grande birrificio d’Italia

Birreria Pedavena - 50548691

Tra i borghi di montagna del Veneto, regione delle Dolomiti ma anche di località marittime frequentatissime come Jesolo e Cavallino Treporti, c’è un angolo tra i monti che è una vera Mecca per gli amanti delle bionde, motociclisti inclusi. A Pedavena, infatti, ci si deve passare almeno una volta nella vita, per scoprire quella che ancora oggi è la più grande birreria d’Italia. I suoi sono numeri da record: ha una produzione che supera i 6.000 ettolitri di birra, l’equivalente di 3 milioni di birre all’anno. La più classica è la Pedavena Tradizione Italiana, da gustare in abbinamento alle specialità del celebre ristorante storico con ambienti specifici: c’è la Sala degli Elefanti e la Sala degli Affreschi, oltre a un grosso parco esterno per il relax. Venne salvata nel 2006 dalla chiusura grazie alla comunità di Pedavena, dopo essere stata acquisita dalla Heineken e averla integrata nella sua catena produttiva, ma nel 2004 ne annunciò la chiusura per ragioni economiche e logistiche. La mobilitazione di risposta fu così potente che coinvolse anche il Parlamento europeo, oltre a una serie di campagne pubbliche e raccolte firme. A gennaio 2006 viene salvata con gli sforzi combinati che permisero l’acquisizione da parte di Birra Castello, con la sede in provincia di Udine, rilanciando il brand e salvaguardando i posti di lavoro. La birreria, nel corso della, Grande Guerra ha subito saccheggi e persino un incendio, ma senza fermarsi. Infatti, nel 1928 i fondatori (i fratelli Luciani) acquisirono la Dreher di Trieste, e ancora oggi questa birreria è un punto di riferimento importante in tutta la regione.

Croce d’Aune, una meraviglia dove arrivare a… tutta birra

Il Croce d’Aune collega Feltre all’altopiano di Sovramonte. La salita verso Passo Croce d’Aune è davvero piacevole e di tanto in tanto ci si imbatte nella semplicità dei borghi di montagna. Se escludiamo il chilometro iniziale da Pedavena la cui pendenza sfiora il 12%, la salita al passo non presenta particolari difficoltà dal punto di vista altimetrico. I restanti 8 chilometri di salita mantengono una pendenza al di sotto del 10% e la strada sale regolarmente. Lo scollinamento avviene a quota 1011 metri, in prossimità di un piccolo centro abitato in cui sorgono alcune strutture turistiche. Passo Croce d’Aune è uno dei valichi di montagna più importanti per la storia del ciclismo. Sembra infatti che proprio qui Tullio Campagnolo, fondatore dell’omonima e famosissima azienda di componenti ciclistici, abbia avuto l’intuizione di progettare un meccanismo che agevolasse la pedalata. Stiamo parlando dello sgancio rapido, in seguito alle delle difficoltà meccaniche incontrate sul Croce d’Aune durante una competizione. Il Giro d’Italia ha incluso il Passo in più edizioni, anche in quella del 2019. La gara Granfondo Sportful lo ha inserito come ultimo valico da affrontare prima di fare ritorno a Feltre.

Il trek tour al rifugio Dal Piaz

Per chi vuole vivere al meglio l’esperienza del passo Croce d’Aune non c’è solo il giro in moto. Davvero interessante è l’itinerario, da fare rigorosamente a piedi, che porta al Rifugio Dal Piaz, chiamato pure rifugio Giorgio dal Piaz. Una lunga salita, non troppo faticosa, percorre una stradina militare sterrata con 1000 metri di dislivello. La salita offre dei panorami imparagonabili sulla valle del Feltrino, in una magica atmosfera che alterna il bagliore del sole ai giochi di nebbia.

Dove mangiare a Passo Croce d’Aune

La salita mette fame e la discesa non ci fa vedere l’ora di arrivare al ristorante. Ecco tre ristoranti in cui far tappa, oltre alla Birreria Pedavena.

  • Locanda al cacciatore (Via Generale Giardino, 7, 32030 Seren del Grappa BL). Location rustica, personale gentilissimo e menù originalissimi presentati nelle custodie di musicassette sono solo gli antipasti di un pasto davvero con i fiocchi. Qui potete provare anche la carne di struzzo.
  • Panevin (Via Cart, 16, 32032 Cart BL). In un piccolo borgo in mezzo al verde vi aspetta questo ristorantino. Nel menù a base di pesce, non perdete i ravioli di branzino.
  • Rifugio Caltena (Via Caltene, 1, 38054 Transacqua TN). Canederli, polenta e tosella sono gli imperdibili della cucina locale offerta dal ristorante, oltre ad un golosissimo tagliere di salumi.

Consigli di viaggio

Mappa

Itinerario

Partiamo da Belluno e ci dirigiamo verso Feltre seguendo la SS50 del Grappa e del Passo Rolle per 29,8 chilometri in direzione di Viale Giuseppe Mazzini a Feltre. Fermiamoci per una veloce rifocillata, parcheggiamo la nostra moto e facciamo un giro per la cittadina. Il percorso riprende da Viale Giuseppe Mazzini in direzione Via Farra per 550 metri. Da qui imbocchiamo Via Croce d’Aune in direzione di SP39 per Pedavena, proseguendo per 11,3 chilometri e continuiamo sulla SP39 fino alla ‘scollinata’ del passo. La destinazione del viaggio è raggiunta. La strada è generalmente stretta e il manto stradale per non perfetto. Una volta giunti a destinazione, ad accoglierci troveremo il monumento dedicato a Tullio Campagnolo, inventore dello sgancio “rapido” della ruota della bicicletta e del primitivo cambio. Dopo la sosta di rito riprendiamo la strada per l’approdo finale, a Pian del Vescovo, che dista 17 chilometri. Ritorniamo sulla SP 39 in direzione Pedavena, deviando sulla SP 473 e guidando in direzione della SP 19 a Lamon.

Stefano Maria Meconi
Stefano Maria Meconi

Giornalista, appassionato di viaggi e tecnologia, ho iniziato a occuparmi di TrueRiders sin dalla sua fondazione nel 2015. Mi piace raccontare il modo attraverso numeri e curiosità, perché ogni viaggio è un'esperienza da raccontare e condividere

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