Questa piccola spiaggia in Calabria è uno spezzacolo mozzafiato: come arrivarci in moto

Questa piccola spiaggia in Calabria è uno spezzacolo mozzafiato: come arrivarci in moto

Stefano Maria Meconi  | 20 Lug 2023  | Tempo di lettura: 4 minuti

Chi viaggia in moto lo sa beme: a volte la destinazione migliore è quella che ancora non hai scoperto prima. Specie se questa destinazione che andremo a scoprire non è il solito passo, quella strada di montagna così ricca di curve da farti venire il mal di testa, quel dislivello avventuroso che dalla città ti porta a toccare il cielo e ritorno. Ci piace cambiare, e in estate è il momento giusto per vivere un’esperienza di quelle che uniscono mototurismo e tuffi, magari nelle azzurrissime acque della Spiaggia dell’Arcomagno San Nicola Arcella. Una destinazione poco conosciuta, non lontana dalla Calabria più amata, quella di Scalea e Diamante, mentre la lucana Maratea è a un tiro di schioppo. Ma perché intraprendere un viaggio di centinaia di chilometri per una spiaggia? Beh, come in ogni trucco di magia, c’è qualcosa in più dietro, e lo scopriremo a breve. Pronti a partire?

La Spiaggia dell’Arcomagno in moto? Ecco come arrivarci

Mappa

Percorso

Usciti dall’Autostrada A2 “Salerno – Reggio Calabria” al casello di Morano Calabro, raggiungiamo questo che è uno dei Borghi più belli d’Italia. Da qui inizia il percorso in direzione della Spiaggia dell’Arcomagno, partendo dalla SP241 che arriva fino all’altro interessante borgo di Mormanno. Lasciamo la SP241 che continua verso nord, e prendiamo la SP3 che affronta numerose curve per arrivare a Papasidero, sulle sponde del fiume Lao. La provinciale 3 continua la discesa verso l’arrivo, passando per Santa Domenica TalaoScalea, per arrivare infine a San Nicola Arcella. Da qui, il modo migliore per raggiungere la Spiaggia dell’Arcomagno è proseguire a piedi, arrivando alla Spiaggia di San Nicola e seguendo il percorso pedonale – impegnativo ma panoramicissimo – che porta fino a destinazione.

Nascosta dalla roccia c’è la spiaggia più incredibile del Sud Italia

Nel cuore del Tirreno, nascosta tra le imponenti scogliere della Calabria, la Spiaggia dell’Arcomagno a San Nicola Arcella è un luogo dove il tempo sembra fermarsi, ritagliando un’immagine da cartolina che lascia senza fiato. L’Arcomagno è un maestoso arco naturale scavato nel corso dei secoli dall’incessante lavoro del mare, che fa da sfondo a questa perla incastonata tra la roccia. La spiaggia, una lingua di sabbia fine e dorata, è un scrigno che custodisce il prezioso segreto dell’armonia tra l’uomo e la natura.

Qui, il mare è protagonista, offrendo un panorama di tinte azzurre e turchesi che si fondono in un’unica, inebriante visione. Le onde accarezzano la riva in un eterno e ritmico balletto, che narra l’antica storia di questa terra. Gli ulivi secolari, che spuntano tra le rocce, aggiungono un tocco di verde a questo quadro pittoresco, mentre il sole del sud bacia e risveglia i colori dell’ambiente, dipingendo scenari indimenticabili dalla mattina al tramonto.

Come viverla al meglio

La Spiaggia dell’Arcomagno non è attrezzata, a differenza della vicina spiaggia di San Nicola Arcella. Questo, ovviamente, per mantenerne sia il profilo ambientale-naturalistico e sia per preservare la bellezza paesaggistica di un luogo unico in tutta la Calabria e nel Sud Italia. Sono circa 300 metri la distanza tra la due spiagge, con un percorso che è sospeso tra la macchia mediterranea e un mare cristallino. Da scoprire rigorosamente in estate ma, per i più avventurosi, anche fuori dal periodo vacanziero.

Cosa vedere nei dintorni: i 22 comuni della Riviera dei Cedri

La Calabria è la regione preferita degli Ebrei. O meglio, lo è delle loro guide spirituali, i Rabbini, che proprio qui vengono alla ricerca del prezioso frutto del cedro, impiegato nella festa del Sukkot o festa delle Capanne. Non a caso, sulla costa tirrenica si estende un lunghissimo territorio, la Riviera dei Cedri, dove questa perla naturale è coltivata ormai da tempo immemore.
Quella degli Ebrei e del cedro è una tradizione davvero molto particolare: i frutti vengono raccolti a mano, da piante vecchie di almeno quattro anni, scelti in base al colore e alla forma (simile a quella del cuore), poi esportati in tutto il mondo per essere donati alle famiglie dei fedeli durante la celebrazione.

Sono ben ventidue i comuni della Riviera dei Cedri, che va da Tortora – al confine con la Basilicata – fino alla località di Paola, dove è presente l’antico santuario di San Francesco di Paola, patrono della Calabria e il cui culto in tutto il Sud Italia è pari a quello di San Francesco d’Assisi. Un territorio sul quale insistono magnifiche località di mare come Scalea, Diamante o Fuscaldo, città d’arte come Papasidero e Santa Domenica Talao, o borghi d’autore come Guardia Piemontese.

Stefano Maria Meconi
Stefano Maria Meconi

Responsabile editoriale di TrueRiders sin dal 2015



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