Santo Stefano di Sessanio, il borgo “diffuso” d’Abruzzo - TrueRiders

Il borgo diffuso dell’Abruzzo è il luogo più accogliente di una regione dalle 1000 qualità

Stefano Maria Meconi  | 29 Gen 2024  | Tempo di lettura: 3 minuti

Poche regioni italiane riescono a catturare, come fa l’Abruzzo, l’essenza e l’eterogeneità di un territorio che, nonostante le sue dimensioni non pantagrueliche, racchiude in sé spiagge lunghissime di sabbia e vette che sfiorano i 3000 metri. Città d’arte dalla storia millenaria e piccoli borghi dimenticati, altopiani che esplodono in colori intensi e tavole imbandite dei frutti della natura. Mari e monti, laghi e colline, ma anche l’accoglienza diffusa sono le parole d’ordine di questa regione e di un suo borgo in particolare, Santo Stefano di Sessanio, il primo in Italia ad aver tentato, con successo, la strada dell’albergo diffuso. E dove ci si sentirà accolti in un progetto che non è solo commerciale, ma anche e soprattutto culturale e sociale. E che difficilmente delude.

Santo Stefano di Sessanio in moto. L’itinerario

Mappa

Percorso

L’itinerario che raggiunge Santo Stefano di Sessanio è breve ma ricco. Si parte da L’Aquila, capoluogo di regione e città ancora alle prese con la ricostruzione dopo il devastante terremoto del 2009. La nostra prima tappa è Barisciano, che dista 20 chilometri precisi: seguiamo la SS17 in direzione della Provinciale Barisciano, e da qui proseguiamo fino al centro cittadino. Dopo una breve sosta, Santo Stefano ci attende: il percorso, tutto sulla Provinciale di Barisciano, è di appena 10 chilometri e, traffico permettendo, non richiede che 15 minuti. Visitiamo il borgo e continuiamo, il viaggio non è finito: a soli 5 chilometri (SP7/SS17bis) c’è Calascio, con la sua celebre Rocca; altri 10 km sulla SP7 ci portano infine a Castel del Monte, altro luogo iconico dell’Abruzzo.

La storia del borgo che ha “inventato” l’albergo diffuso

Recuperare i borghi italiani come patrimonio indissolubile di storia e di cultura, e renderli accessibili a un turismo nazionale e internazionale. Sono questi i cardini intorno ai quali si è sviluppato Sextantio, il progetto dell’albergo diffuso di Santo Stefano di Sessanio, che rappresenta il primo caso organizzato di questo tipo in Italia. Grazie a una collaborazione tra privati, istituzioni e con accenni etnografici, si è riusciti a trasformare un declino inesorabile in un progetto di rinascita, che vede negli antichi edifici del borgo di montagna delle splendide camere e suite. Non un progetto di nicchia, anzi: ne è la dimostrazione l’interesse suscitato anche nella BBC, il principale canale di informazione del Regno Unito, che ha realizzato un vero e proprio documentario sul borgo abruzzese.

Cosa vedere a Santo Stefano di Sessanio

Santo Stefano è un borgo di appena 114 abitanti, a oltre 1200 metri di altitudine. Un luogo idilliaco, ideale per la riscoperta di una atmosfera calma e rilassata, quella Slow Life a cui tutti aspiriamo. Nel borgo medievale non mancano tuttavia i luoghi da scoprire:

  • La Torre Medicea, completamente ricostruita dopo il terremoto del 2009, risale al Trecento ma fu rielaborata sotto Francesco de’ Medici, la cui famiglia comprò questa zona nel Cinquecento.
  • La Chiesa Madre, dal gusto che combina elementi romanici e settecenteschi, con un importante interno tripartito con interessanti elementi artistici
  • Il Palazzo del Capitano, che insieme alla Porta urbica e alla Cappella medicea sono ulteriori testimonianze del lascito che la famiglia toscana ha portato in quest’angolo alle porte de L’Aquila

Nel borgo è inoltre possibile partecipare ad attività tematiche legate al territorio, come delle lezioni di cucina abruzzese, di panificazione, di tessitura e di realizzazione di saponi con prodotti della quotidianità. Un ottimo modo per riscoprire i piaceri, e le ricchezze, che si nascondono dietro oggetti e prodotti che fanno parte della vita di tutti i giorni.

Stefano Maria Meconi
Stefano Maria Meconi

Responsabile editoriale di TrueRiders sin dal 2015



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