
E se oggi vi portassimo a scoprire un borgo incantevole in Friuli-Venezia Giulia? Si tratta di una delle località più affascinanti della regione, che tutti gli amanti del formaggio conoscono o dovrebbero conoscere. Questo incantevole paese si è formato nel tempo dall’unione di più masi, le caratteristiche abitazioni di alpeggio degli allevatori di capi bovini, attività qui ancora molto in voga. E dove ci sono masi vuol dire anche che si può trovare dell’ottimo e genuino formaggio: qui, come nel resto dell’intera valle, i pastori locali producono il formaggio salato della Val Cosa, un prodotto piacevolmente cremoso, affinato in una particolare salamoia di acqua, sale, latte e panna. Avete l’acquolina in bocca? E allora andiamo alla scoperta di questo borgo del Friuli dove gustare questa incredibile specialità.

L’archeologia conferma che già i Romani frequentavano l’area dove oggi sorge Toppo, frazione del comune di Travesio; sotto alcuni masi, infatti, gli archeologi hanno rinvenuto tracce di preesistenti ville agricole. Ma la prima testimonianza documentale del paese risale al 1160; in quell’anno Uroino, un nobile normanno divenuto signore del paese, giunse dal Regno di Napoli per difendere la chiesa di Aquileia, insidiata dai popoli barbarici, divenendo così feudatario del vescovo di Aquileia.
La vita del borgo scorre, quindi, attraverso i secoli, di pari passo con la storia del Friuli e con essa condividerà anche i tremendi danni del terremoto del 1976, evento tragico che sconvolse buona parte della regione. Il paese subì ingenti danni; ciononostante, oggi è ancora visibile l’urbanistica medievale, oltre a diverse strutture storiche che sono sopravvissute alla furia della natura. Appena arrivati, verrete accolti dal rumore impetuoso delle acque del fiume Meduna, affluente del Livenza, che scorre poco lontano dal centro abitato. Ma non solo; poco distante da Toppo scorre anche il Tagliamento, tristemente noto per aver rappresentato la prima linea difensiva italiana dopo la sconvolgente rotta di Caporetto, alla fine di ottobre del 1917, durante la Grande Guerra.
L’aria qui è tersa e pulita; il piacere più grande lo si prova perdendosi nei suoi vicoli e vivendo per qualche ora i ritmi lenti della valle, dove lo stress della città sembra solo un lontano ricordo.
Qui la tappa culinaria non è consigliata, è decisamente obbligatoria! La cucina della valle è ricca e saporita, considerato che è strutturata per rifocillare gli abitanti del posto, notoriamente impegnati in attività faticose. E, quindi, concedetevi la frittata con il formaggio salato locale e un bell’antipasto di salame con l’aceto. Non lasciatevi sfuggire, poi, il cotechino con le rape rosse fermentate, il cd. brovada e muset, vera delizia friulana che allieterà il vostro palato.
Si parte da Trieste, affascinante città dai mille volti, ultimo capoluogo a esser stato annesso alla nostra Nazione. Dopo una visita alle sue bellezze architettoniche, tireremo dritto seguendo la costa. I primi chilometri sono semplici: lunghi rettilinei con il mare sempre a sinistra. Dopo Monfalcone, la SP15 vi inizierà a condurre nell’entroterra friulano, facendovi approdare prima a Gradisca d’Isonzo, poi a Cormons e a Udine.
Concedetevi una tappa nel capoluogo di provincia friulano e poi ripartite, prima alla volta di San Daniele del Friuli, dove potrete fare provvista del famigerato prosciutto locale, e poi dritti fino alla meta finale: Toppo.

Giornalista pubblicista e giurista, con la passione per il teatro e il trekking. Col mio lavoro mi impegno a esplorare e analizzare a fondo e in maniera trasversale le dinamiche sociali e intellettuali della nostra epoca, per una comunicazione efficace e coinvolgente, che consenta a tutti di avere libero accesso anche alle notizie più tecniche e complesse.
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