Tra murales e nuraghi, a quota 1000 metri c'è il paese più alto della Sardegna

Tra murales e nuraghi, a quota 1000 metri c’è il paese più alto della Sardegna

Dove la Barbagia incontra la montagna e dove le tradizioni vengono narrate attraverso splendidi murales sorge un borgo di millenaria bellezza, perfetto per capire le caratteristiche intrinseche della Sardegna
Stefano Maria Meconi  | 28 Set 2025  | Tempo di lettura: 4 minuti

Molti pensano che la Sardegna sia solo una terra di mare, e per certi versi potrebbero avere ragione. Le sue sono tra le spiagge più belle al mondo, ma se pensate che la seconda isola più grande del Mediterraneo sia solo questo, dovete prendere in mano un atlante (oppure aprire Google Maps) ed essere pronti a ricredervi. Perché qui, nella terra dei nuraghi e delle seadas, potrete trovare veramente tutto ciò che cercate, anche i paesaggi alpini. Ne è prova il paese più alto di tutta la regione, un luogo dalla bellezza artistica (scopriremo poi perché) e che, ogni inverno, viene abbondantemente imbiancato dalle nevicate. Un giro nel suo centro storio e nelle campagne circostanti sarà un modo perfetto per sfruttare una pausa durante il lungo tragitto verso la destinazione finale. E ad attendervi non avrete solo un borgo, ma anche gustose soluzioni per mangiare, all’insegna migliori e più genuini sapori locali. Un luogo ideale, certo non vicinissimo per tanti, ma sicuramente degno di nota. Lo scopriamo insieme, vi va?

A 1000 metri nel cuore della Barbagia

Alto 1834 metri, il Gennargentu è per definizione la montagna della Sardegna, nonché la più alta con i suoi 1834 m s.l.m. Proprio le sue pendici, che d’inverno sono bianche candide come la neve che vi cade, dominano dall’alto un altro luogo da record, il borgo più alto della regione. Qui l’altitudine è precisa precisa: 1000 m s.l.m., un po’ come trovarsi nel Cadore o in Val di Fassa, ma con il mare che dista 65 chilometri (direzione Oristano, 35 dal lato di Baunei/Orosei). Nonostante le evidenti difficoltà territoriali, la zona non ha difficoltà a essere popolata sin dalle epoche più antiche: addirittura nel periodo prenuragico, dunque in piena Preistoria, forse già nel VI millennio a.C. Le varie evoluzioni del territorio sardo, e del suo controllo, ci consegnano l’appartenza di questo paese di 3500 abitanti alla cosiddetta Barbagia di Ollolai, ma prima ancora è parte integrante del Giudicato di Arborea e, alla fine di questo, è Oristano ad assumerne il controllo, poi diviene un feudo filo-spagnolo e solo con l’espansione del controllo dei Savoia segue infine le vicende che lo accomunano al resto d’Italia negli ultimi 150 anni.

Santuari, tombe e basiliche

Il patrimonio storico archeologico di zone come quella di Fonni rappresenta tutto ciò che la Sardegna, con i suoi millenni di storia, ha da offrire. A partire dalle domus de janas (case delle fate, o delle streghe), che proprio nel 2025 sono entrate a far parte dei beni protetti dall’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità. Complessivamente, il territorio fonnese è uno dei più importanti siti archeologici di tutta l’isola: nei suoi 112 kmq di estensione ci sono un santuario nuragico, due tombe dei giganti, nuraghi, menhir e altri monumenti tipici del periodo nuragico e non solo. Unico nel suo genere è il santuario nuragico di Gremanu, rifornito in passato da un acquedotto che non ha altri paragoni nel resto dell’isola. Non è un caso: tutti i siti religiosi, tra templi ed edifici sacri, erano qui consacrati al culto delle acque. Le tombe dei giganti si possono visitare nelle zone di Talesso (dove c’è anche un pozzo sacro), San Michele Orrui (dove c’è anche un menhir) e Bidistili.

I murales, cultura e patrimonio locale

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Passeggiando per il centro storico della cittadina ci si accorge che molti muri non sono semplici come gli altri, ma riccamente dipinti con scene di quotidianità, vita antica e soprattutto cavalli. A volerne la realizzazione fu, nel 2001, il comune di Fonni. Dipinti lungo un periodo di 13 anni da Angelo Pilloni, proveniente da San Sperate, questi murales sono come un museo etnografico a cielo aperto e diffuso, un viaggio nella tradizione e nella memoria, ma anche in una passione locale, che sin dal 1985 vede lo svolgimento del Palio di Fonni. Peraltro, le opere murarie non sono nuove di questi luoghi: la vicina Orgosolo ne è un esempio lampante e altrettanto curioso da visitare. Un segnale che la Sardegna contemporanea continua ad associarsi alla tradizione per promuovere la memoria e la valorizzazione di ciò che la rende così speciale.

Consigli di viaggio

Mappa

Percorso

Partiamo da Ollolai e, per 2 chilometri, seguiamo la SP29 in direzione nord. Da qui ci immettiamo sulla SS128 che attraversa la vicina Gavoi, poi costeggia il lago di Gusiana e continua fino al bivio con la SS389. In 19 chilometri arriviamo a Fonni, dove ci concediamo una sosta turistica (e perché no, gastronomica) prima di ripartire lungo la SS389 e, subito dopo, SP2ter. Tocchiamo il lago Govossai e, in meno di 10 chilometri, siamo a Pratobello, con la sua città fantasma e il vicino lago di Olai. Oltrepassiamo la SS389var e prendiamo la SP2bis, poi SP48 e raggiungiamo in 11,6 chilometri Orgosolo, termine ultimo di questo breve ma intenso viaggio tra i borghi della Barbagia di Ollolai.

Stefano Maria Meconi
Stefano Maria Meconi

Giornalista, appassionato di viaggi e tecnologia, ho iniziato a occuparmi di TrueRiders sin dalla sua fondazione nel 2015. Mi piace raccontare il modo attraverso numeri e curiosità, perché ogni viaggio è un'esperienza da raccontare e condividere

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