Tra tartufi e castelli, nelle Marche c'è la "Terra dei 9 Castelli": scommettiamo che non hai mai visto un posto così?

Tra tartufi e castelli, nelle Marche c’è la “Terra dei 9 Castelli”: scommettiamo che non hai mai visto un posto così?

Le Marche riservano ai turisti meravigliosi luoghi storici, cosparsi di architetture antiche: castelli, torri e mura perfettamente conservati, che testimoniano la ricca cultura locale. Ecco un percorso ideale per l’autunno, alla scoperta di ben 9 panorami.
Antonia Festa  | 18 Ott 2025  | Tempo di lettura: 6 minuti

Lo sapevate che le Marche sono una delle regioni più gettonate dai turisti italiani e internazionali? Capire perché, del resto, non è difficile. Dalla natura degli Appennini alle coste del Conero, dai borghi ai sapori della cucina, questa regione è un vero tesoro d’Italia. Qui si trovano alcuni dei gioielli del nostro Paese, dalla città rinascimentale di Urbino alle eleganti piazze di Ascoli Piceno. Queste destinazioni ci consentono di scoprire le bellezze italiane, all’insegna di quel turismo di prossimità che è fondamentale per il Bel Paese. Con la moto, poi, tutto diventa più facile. Immersi tra atmosfere tipicamente medievali, bastano poche ore per visitare posti incantevoli, per un tranquillo fine settimana ottobrino. In particolare, vi proponiamo un sentiero che abbraccia ben nove meraviglie.

Una storia che viene da lontano: i 9 castelli medievali

In provincia di Ancona, è possibile trascorrere un rilassante weekend culturale, alla scoperta delle bellezze storiche e archeologiche marchigiane. Il percorso che vi proponiamo è quello dei nove castelli di Arcevia, a pochissimi chilometri uno dall’altro, tra San Lorenzo in Campo e Avacelli. Prendono tutti il nome da Arcevia, questo bel borgo dell’anconetano che si trova all’imbocco degli Appennini, vicino la Gola della Rossa. L’antica Rocca Contrada cambiò il suo nome nel 1817, per decisione di Papa Pio VII, originario della non lontana Cesena. Il significato di questa nuova denominazione voleva evidenziare la storica rilevanza di città fortificata. Qui, però, i primi insediamenti risalirebbero addirittura a venticinquemila anni fa. A quei tempi esisteva una sorta di officina rudimentale, nella quale le popolazioni producevano degli strumenti per la caccia in selce. Circa 5000 anni fa nacque Conelle, una cittadella protetta da un fossato, mentre il borgo attuale risalirebbe all’incirca all’XI secolo.

Ecco quali sono i nove Castelli di Arcevia

Avancelli: il punto di partenza della tappa dei castelli di Arcevia

Circondato da un fittissimo bosco, il Castello di Avacelli fu costruito intorno al XIV secolo. Oggi ha le sembianze di un borghetto, il cui panorama spazia fino alle vicine Grotte di Frasassi. Splendide le due chiesette, quella di San Lorenzo e di Sant’Ansovino. Quest’ultima, dell’XI secolo, pare che sia stata costruita dall’Ordine dei Templari, che ne tenne la proprietà fino al suo scioglimento. Avacelli è anche famosa per la Sagra degli asparagi, che si tiene ogni anno nel mese di maggio.

Castiglioni

Si entra da una porta del Quattrocento e subito ci si ritrova immersi in un mondo antico ma straordinariamente ben tenuto. Ecco Castiglioni, uno dei nove castelli di Arcevia, conosciuto soprattutto per la sua festa del pane. Pare, infatti, che qui ci fossero, già seicento anni fa, un mulino e un forno “pubblici”, nei quali si cuocevano pagnotte e filoni. Nelle due chiese di Sant’Agata e Santa Maria della Piana sono conservate splendide opere degli artisti locali Ercole Ramazzini e Andrea di Bartolo da Jesi, entrambi vissuti nel periodo pre-rinascimentale.

Caudino

Il più piccolo dei nove castelli di Arcevia, Caudino si trova alla fine di un bosco nel quale godersi una bella passeggiata. Disabitato in inverno, ma scelto come meta di villeggiatura in estate, è un borghetto dove il silenzio domina incontrastato. Le mura fortificate dominano parte del perimetro, mentre la chiesa locale è dedicata a Santo Stefano.

Loretello

Dal più piccolo al più antico, il nostro viaggio tra i nove castelli di Arcevia prosegue verso Loretello, che risale addirittura all’anno 1072. Furono i monaci di Fonte Avellana a rifugiarsi da queste parti, a caccia di un luogo perfetto per la meditazione e l’ascetismo. Qui è molto diffusa, ancora oggi, la coltivazione dei cereali, delle olive e la produzione vinicole. Per ricordarne la storia è stato fondato il Museo della Civiltà Contadina.

Montale

Un po’ antico e un po’ moderno. Dei nove castelli di Arcevia quello di Montale è, forse, quello che ha saputo accogliere meglio i tempi contemporanei. La sua cinta muraria è molto ben conservata, così come il campanile della Chiesa di San Silvestro. Da qui il panorama spazia fino al promontorio del Conero.

Nidastore

Saliamo a nord, fino quasi a toccare la provincia di Pesaro, per conoscere il Castello di Nidastore, ovvero “nido degli astori“. Qui, infatti, venivano allevati quei grandi uccelli che, in pieno Medioevo, erano una parte essenziale della caccia. I toni ocra delle casette e di parte delle mura giunte fino a noi danno a tutto il complesso un aspetto elegante ma accogliente.

Palazzo d’Arcevia

Palazzo d’Arcevia è forse il più “borgo” tra questi nove castelli: una serie di case ed edifici arroccati su una collina, che spunta quasi all’improvviso tra i boschi dell’Anconetano. In cima all’abitato, la Chiesa dei Santi Settimio e Stefano domina tutto il complesso, e regala dei panorami che fanno bene agli occhi e al cuore. Un vero ventaglio di emozioni, di vicoli stretti e di ampie vedute sulle zone circostanti.

Piticchio, il più noto dei castelli di Arcevia

È il più famoso dei nove castelli di Arcevia, Piticchio, dal curioso nome e dalla carta d’identità celebre. Solo qualche anno fa, furono gli olandesi a scoprirlo e portarlo sulle TV di tutta Europa, forse anche prima di molti turisti italiani. Si entra nel borgo passando per il grande arco dell’Ottocento, dal quale parte la Torre dell’Orologio. È uno dei simboli del paesino, insieme alla Parrocchiale di San Sebastiano, ai quadri di Ercole Ramazzini e alle mura del Quattrocento. Passeggiare per i vicoli ben tenuti o sul cammino di ronda è un’esperienza irrinunciabile, che raccoglie e sintetizza tutta la bellezza di questa terra.

San Pietro in Musio

Ultimo, ma non per importanza, tra i nove castelli di Arcevia, San Pietro in Musio risale all’inizio del Duecento. La sua conformazione è, però, del Quattrocento, intoccata da allora. Bellissima la passeggiata della cinta muraria, sulla quale quasi all’improvviso spunta un affresco dedicato a San Pietro. Da visitare anche il vicino Santuario della Madonna di Montevago.

Nove castelli di Arcevia in moto: l’itinerario

Mappa

Percorso

Il percorso dei nove castelli di Arcevia è una “passeggiata” nel cuore delle Marche anconetane. 50 chilometri, che – escludendo le soste – richiedono appena un’ora di guida. Ognuno di questi borghetti merita, però, una visita approfondita: concedetevi una o due giornate. Qualunque sia la scelta, partiamo da Avacelli, che da Castiglioni dista appena 5,4 chilometri lungo la Provinciale 44. Oltrepassata Serra De’ Conti, ci attendono due borghetti molto vicini uno dall’altro, Montale e Piticchio (4 chilometri). Siamo proprio nel cuore dei nove castelli di Arcevia, ma il percorso ha ancora molto da svelarci. Circa 7 chilometri ci separano da Loretello, il più antico dei nove. Dopo la visita, deviamo sulla Provinciale 59 in direzione di San Lorenzo in Campo, il più settentrionale dei castelli. Ridiscendiamo verso Nidastore seguendo nuovamente la Provinciale 59, mentre è la SP14 che ci porta dritti a Palazzo (7,5 chilometri) e, finalmente, ad Arcevia (10,3 chilometri).

Antonia Festa
Antonia Festa

Giornalista pubblicista e giurista, con la passione per il teatro e il trekking. Col mio lavoro mi impegno a esplorare e analizzare a fondo e in maniera trasversale le dinamiche sociali e intellettuali della nostra epoca, per una comunicazione efficace e coinvolgente, che consenta a tutti di avere libero accesso anche alle notizie più tecniche e complesse.

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