Un bellissimo centro storico da bandiera arancione! Questo borgo è una vera sorpresa della Romagna

Un bellissimo centro storico da bandiera arancione! Questo borgo è una vera sorpresa della Romagna

Sarsina in moto: itinerario, storia e cosa vedere nel borgo Bandiera Arancione della Romagna, tra archeologia, natura e strade panoramiche
Edoardo Galeani  | 22 Dic 2025  | Tempo di lettura: 5 minuti

Chi pensa di aver visto tutto della Romagna si sbaglia di grosso. Immerso nella valle del Savio tra boschi, colline e sentieri esiste un borgo dalla storia millenaria. Una vera sorpresa dell’Appennino tosco-romagnolo. Una chicca da visitare tanto da aver ricevuto il riconoscimento di ‘Bandiera Arancione’ del Touring Club Italiano. Un contrassegno che viene riconosciuto alle località che non solo godono di un patrimonio storico, culturale ed ambientale di pregio. Ma che sanno offrire al turista un’accoglienza di qualità. Sarsina è tutto questo, un luogo che ti conquista passo dopo passo.

Sarsina in moto. L’itinerario

Percorso

Partendo da Forlì iniziamo questo viaggio verso lo splendido borgo di Sarsina. Prendendo via Giorgio Regnoli in direzione di SS 9 Via Emilia e proseguendo fino a SP4 in direzione via Giuseppe Mazzini a Medola ci si dirige verso il comune di Medola. Un percorso di circa 14km. Da qui si segue SP4 e SP68 in direzione di Strada Comunale Pittarola a Civitella di Romagna per 13km e si continua in direzione di Ranchio per altri 14km. Una volta attraversato quest’altro comune del territorio Romagnolo, si inizia l’ultima tratta del viaggio. Procedendo in direzione est da via J. F. Kennedy/SP29 verso SP128 si mantiene la marcia per circa 15km. Poi, si svolta a destra e si prende via Don E. Barucci e dopo 170m si gira a destra per prendere via Linea Gotica e si sarà raggiunta la destinazione. Dopo 1 ora e 18 minuti e 54,5km percorsi, ecco Sarsina.

Sarsina: dalla fondazione ad oggi

Le storia di questo borgo affonda le proprie radici tra il VI e il IV secolo a.C. La città divenne un importante insediamento di popolazioni umbre lungo il corso del fiume Savio. Diedero vita ad un asse naturale tra la Pianura Padana, la costa adriatica e l’Italia centrale. Le tracce di urbanizzazione dei primi popoli in questo territorio rinvenibili in piccole costruzioni in legno con affianco modeste botteghe artigianali.

Nel 266 a.C., a seguito di due campagne militari, Sarsina (all’epoca conosciuta come Sassina) fu sottomessa dai romani. Grazie all’influenza romana, questa piccola località vide subito svilupparsi a livello urbano e culturale. Sarsina divenne, quindi, civitas foederata. Godeva di una certa autonomia, ma rimase sempre subordinata alla Repubblica romana. È in questi anni che la città diede i natali a Tito Maccio Plauto, il più grande ed importante commediografo latino. Considerato uno dei padri della commedia di cui restano tracce storiche e culturali all’interno del borgo. Sotto l’influenza romana, intorno al I secolo a.C., la città fu riorganizzata a livello urbanistico ed architettonico tanto da dotarsi di una cinta muraria.

È in età imperiale che questo luogo vide un notevole sviluppo. Sarsina consolidò la propria economia silvo-pastorale ed incrementò i rapporti commerciali con il porto di Ravenna. Nei secoli a venire, Sarsina fu oggetto di influenze barbariche, l’affermazione del cristianesimo e la costruzione di opere come la cattedrale romanica intorno all’anno Mille. Questa città, infatti, mantenne un ruolo fondamentale come centro religioso, culturale e strategico di una regione spesso vittima di oppressioni, ma mai povera di identità.

Il suo centro è Bandiera Arancione e cuore pulsante

Percorrere le strette vie del centro storico di Sarsina è come rivivere millenni di storia. Questo borgo è stato premiato con il riconoscimento della ‘Bandiera Arancione’ per il valore dell’offerta culturale, con attrattori ben tenuti e egregiamente promossi. Il suo centro storico, omogeneo e vivace, con diversi esercizi di ristorazione, servizi di informazione efficienti e servizi camperistici sono stati il guizzo in più. Il livello di qualità dell’offerta locale è stato decisamente alzato e migliorato negli anni. Un conseguimento raggiunto nel 2021.

Piazza Plauto è il cuore pulsante di questa città. È dedicata, ovviamente, al celebre commediografo e da qui si sviluppano vie, botteghe e luoghi che raccontano le diverse epoche e le diverse influenze che si sono stanziate nei secoli. In questa piazza, sotto la dominazione romana sorgeva il foro. I resti sono ben visibili grazie alle tracce dell’antica pavimentazione a lastre di marmo. Piazza Plauto è dominata da due statue in bronzo che ricordano il commediografo. Rappresentano ‘La commedia dell’Arte’ e ‘Pirgopolinice’, celebre personaggio del Miles gloriosus. Nel lato nord della piazza è presente una galleria che permette di raggiungere i resti del foro e di edifici risalenti al I secolo a.C.

Nel centro storico non può mancare una passeggiata lungo via Cesio Sabino. La strada è stata intitolata ad un’importante figura vissuta intorno alla fine del I secolo a.C.: Cesio Sabino. Un uomo con la carica di magistrato edile, che arricchì Sarsina con edifici in pietra e marmo. Oggi, passeggiando lungo questa via è possibile ammirare botteghe ed osterie che conservano le insegne a tempera sui muri. Un’occasione anche per fermarsi a gustare qualche specialità romagnola. Questa via permette di collegare Piazza Plauto con la Statale 71, lungo la quale si trova il Museo Archeologico Nazionale.

Tesori archeologici, spiritualità e natura

Il Museo Archeologico Nazionale di Sarsina è una delle tappe imperdibili. Esso è custode di reperti archeologici straordinari dell’insediamento romano. Dal foro agli oggetti ritrovati nelle aree circostanti, il museo è testimone della vita quotidiana e dell’importanza di questa città in età classica. Non lontano dal museo è possibile scoprire i resti del Mausoleo di Obulacco, un monumento funebre dedicato ad Aulo Murcio Obulacco. È un cenotafio a edicola e cuspide piramidale, di marmo bianco risalente al I secolo a.C., di quasi 9mt d’altezza.

La Basilica di San Vicino è il simbolo della spiritualità di Sarsina. Uno dei monumenti più suggestivi di questo borgo. Costruita in pieno stile romanico è famosa per la devozione al santo patrono e la “benedizione della catena”. L’esterno è tipicamente in stile romanico, con la lunetta raffigurante un mosaico con il santo titolare con la mitra da vescovo e la catena miracolosa. Entrando ci si ritrova una basilica a croce latina a tre navate, separate da colonne con soffitto a capriate. La navata centrale, quella più ampia, termina con l’abside. Nella navata di sinistra invece è possibile vistare il battistero, la tomba dell’ultimo vescovo, la cappella della Beata Vergine del Rosario e la cappella del Santissimo Sacramento. Nella navata opposta, invece, la cappella di San Vicino, qui le reliquie del santo e la catena miracolosa.

Per gli amanti della natura e delle tradizioni in autunno è possibile prendere parte alle celebri sagre. Ad esempio quella della castagna oppure partecipare agli itinerari naturalistici seguendo il Cammino di San Vicino. Senza dimenticarsi del Parco delle Marmitte dei Giganti che offre un’esperienza autentica nel paesaggio romagnolo.

Edoardo Galeani
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