
Nascosta tra le pieghe delle colline marchigiane, ai margini del Parco Naturale della Gola della Rossa e di Frasassi, si trova un luogo che sembra custodire un segreto antico: è l’Abbazia di Sant’Urbano, nel comune di Apiro, in provincia di Macerata. Immersa in una cornice bucolica di boschi, campi coltivati e silenzi senza tempo, l’abbazia appare come un piccolo occhio luminoso incastonato nel verde, capace di osservare il mondo con la quiete e la forza di mille anni di storia.

Fondata intorno all’anno 1000, probabilmente su un precedente insediamento romano, l’abbazia è uno degli esempi meglio conservati di architettura romanica nelle Marche. La sua posizione appartata e il suo stile essenziale la rendono un luogo carico di fascino e spiritualità. L’edificio, in pietra locale chiara, colpisce per l’armonia delle proporzioni e per la semplicità che racchiude una profondità inattesa. Appena si varca la soglia, si entra in un mondo sospeso: tre navate austere, archi a tutto sesto, colonne antiche, capitelli decorati con motivi vegetali e animali. Ma è soprattutto la cripta, con il suo pavimento musivo e le colonne irregolari, a trasmettere un’aura di mistero che si respira come un profumo antico. La luce che filtra dalle piccole finestre crea giochi chiaroscurali sulle pareti nude, esaltando il senso di raccoglimento. È una luce che non acceca, ma accarezza; che non mostra tutto, ma lascia spazio all’immaginazione. Non a caso l’abbazia è stata spesso descritta come un luogo “senza tempo”, in cui il silenzio non è assenza di suono, ma presenza viva del sacro e dell’invisibile.

Raggiungere l’Abbazia di Sant’Urbano è già parte dell’esperienza. Da Apiro si percorrono strade di campagna, tra colline punteggiate da casali, vigne e oliveti, fino a trovarsi davanti a questo piccolo gioiello architettonico, incorniciato da cipressi e querce secolari. Nessuna insegna appariscente, nessuna folla. Solo la quiete, qualche voce lontana e il fruscio del vento tra i rami. Qui si viene per ascoltare. Se stessi, la storia, o forse qualcosa che non ha nome.nL’abbazia è oggi sede di eventi culturali, concerti e piccoli momenti di meditazione. Ma la sua forza non è nell’uso che se ne fa, quanto nell’energia che emana: è uno di quei luoghi che sembrano respirare, e che restituiscono al visitatore una sensazione di pace profonda e duratura.
Questo itinerario parte da Arcevia (AN) e si snoda tra suggestive strade provinciali immerse nel paesaggio marchigiano. Dopo un primo tratto lungo la SP14 e alcune deviazioni su vie secondarie, si imbocca la SP9, attraversando piccole località e zone rurali fino ad arrivare all’Abbazia di Sant’Urbano ad Apiro (MC), una tappa di grande interesse storico e culturale. Da qui il percorso prosegue verso il centro di Apiro, per poi continuare lungo la SP26 in direzione di Cingoli, meta finale dell’itinerario, nota come il “balcone delle Marche” per i suoi splendidi panorami. Complessivamente, il tragitto copre circa 47,5 km in poco più di un’ora, regalando un viaggio tra borghi, natura e testimonianze artistiche del territorio.
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