Capita molto raramente che un ponte diventi un’attrazione turistica, ma per il Viadotto di Millau bisogna fare un’eccezione. Questo ponte in Francia dall’altezza record è sconsigliato a chi soffre di vertigini, e forse da solo potrebbe non valere il viaggio. O forse sì? In ogni caso, è decisamente consigliato a chi ama il brivido dell’altezza, e a chi è affascinato dalle meraviglie architettoniche di cui l’uomo è capace. Anche le strade possono essere opere d’arte!
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È ora di accendere il motore: partiamo subito per l’itinerario in moto verso il viadotto dei record. Ah, la proverbiale “grandeur” della Francia!
Per andare a scoprire il Viadotto di Millau partiamo da Rodez, capoluogo del dipartimento dell’Aveyron (nella regione dell’Occitania). Dal centro prendi la strada D12 che attraversa il fiume dell’Aveyron e si dirige verso Le Monastère. Continua dritto sulla D62 fino ad arrivare a Flavin. A Flavin, passato il centro della cittadina, gira a sinistra sulla D911: questa è la strada maestra da percorrere per arrivare all’imbocco del viadotto. Segui per l’autostrada A75 ed entra in corrispondenza di Gorges du Tam.
L’autostrada ti porta dritto sul Viaduc de Millau: goditi questi 2 km e mezzo sospeso in aria! Esci dall’autostrada in corrispondenza del comune di La Cavalerie. Giunto in centro gira a sinistra per la strada statale D809 che ti porta a Millau. Giunto a Millau puoi vedere lo spettacolo del viadotto da sotto; in particolare facendo una breve deviazione sulla D992 (che costeggia il fiume Tarn) puoi avvicinarti ancora di più alla parte sotto il ponte. Da Millau continua sulla D809 verso Aguessac, e ancora dritto per Sévérac-d’Aveyron: siamo sulla via di ritorno di questo percorso ad anello.
Gira a sinistra per entrare in Sévérac-d’Aveyron, attraversa il centro abitato, e imbocca la D64. La strada si dirige verso la Route nationale 88: prendila e tornerai fino al punto di partenza, Rodez.
Innanzitutto la cosa più importante: il Viaduc de Millau è il ponte più alto d’Europa. Si trova in Francia meridionale, nel dipartimento dell’Aveyron (regione dei Midi-Pirenei). È stato costruito per la necessità di creare un asse autostradale diretto tra Clermont-Ferrand e Béziers, attraversando così la valle del Tarn senza scendere nella città di Millau.
La costruzione del Viaduc de Millau è stata una sfida che ha richiesto 13 anni di studio e 3 anni di lavori. È un ponte strallato: l’impalcato è retto da cavi (stralli) ancorati a piloni (torri) di sostegno. In particolare la costruzione – concepita dall’architetto britannico Norman Foster e dall’ingegnere francese Michel Virlogeux – è iniziata il 10 ottobre 2001, e l’opera fu inaugurata ufficialmente dal Presidente Chirac il 14 dicembre 2004 (con apertura al traffico il 16 dicembre). Ma furono gli studi per l’opera a essere particolarmente laboriosi, per trovare un progetto che coniugasse fattibilità dei lavori, ridotto impatto ambientale, necessità di evitare un passaggio a Millau che rischiasse di congestionare il traffico. Il risultato è questo ponte sorprendente, dalla figura leggera e slanciata, ma dalla robusta tenuta per tutti i suoi 2460 metri di lunghezza.
Curiosità: il limite di velocità sul viadotto è stato ridotto da 130 a 110 km/h, a causa dei rallentamenti frequenti dovuti ai turisti che si attardavano facendo foto del ponte e del paesaggio, alcuni addirittura fermandosi sulla corsia di emergenza.
Almeno una volta il Viaduc de Millau è da percorrere “sopra”, in carreggiata. Ma oltre a questo, è anche una bellezza da vedere da “sotto”. Tanti turisti lo sanno, e infatti i migliori punti panoramici sono molto frequentati dai curiosi.
La località di Les Caves de Roquefort e il sito di Micropolis a Saint-Léons – che sono molto vicine al ponte – hanno visto i visitatori crescere molto rapidamente. Nei negozi sono iniziati ad apparire gadget e souvenir sul viadotto. Aree di sosta “panoramiche” apposite sono in via di realizzazione. Addirittura saranno ricavati degli ascensori e degli oblò per turisti all’interno dei pilastri!
Insomma, il Viadotto di Millau è diventato in fretta una “celebrità”, tanto da essere considerato tra i riferimenti architetturali dell’inizio del XXI secolo.
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