È un giro ad anello, con partenza ed arrivo a Riva del Garda. Che ci farà toccare tre Regioni quattro laghi in davvero pochi chilometri. Da fare rigorosamente a inizio o fine stagione, per evitare il traffico che affligge soprattutto le coste del Lago di Garda.
La partenza è da Riva del Garda.
Un caffettino a Torbole, e in un attimo ecco che dal Trentino ci si trova subito in Veneto. Si passa da Malcesine, che ci offre in bella vista, la sua Torre Scaligera, e scorci di Lago stupendi, spiaggette e porticcioli.
Gabbiani, Germani, Folaghe e Cormorani ravvivano le acque increspate e l’azzurro del cielo. In una quarantina di minuti ed altrettanti chilometri, si arriva a Torri del Benaco.
Il traghetto effettua servizio tutto l’anno e in una mezz’oretta e 10 euro e 70, moto e conducente vengono dolcemente trasportati sulla riva opposta.
Mi godo l’aria frizzante e intanto scatto foto e mi immagino in un grande fiordo. Alle mie spalle la catena del Monte Baldo con le cime già innevate. Davanti a me le Prealpi Bresciane, e il porto di Maderno, che mi accoglie allo sbarco.
Qui siamo in Lombardia. E la prossima destinazione sarà la Valvestino.
Imbocco la Gardesana (SS 45 Bis) verso Nord per una decina di chilometri e a Gargnano una svolta a sinistra, molto decisa e non ottimamente segnalata, immette sulla SP 9 della Valvestino. La prima parte della strada è molto bella.
Regala ampi tornanti tra olivi ed oleandri, e scorci mozzafiato sul lago. E anche qualche piazzola per fermarsi a scattare foto panoramiche.
Poi la strada si fa più stretta, e anche più sporca, e inizia a serpeggiare dentro alla vallata. Qui si apre un altro mondo.
Con altri colori e altra vegetazione. Quella rigogliosa del Garda, lascia il posto a faggi e a conifere. Mentre le acque, da azzurre, si tingono di verde giada. Il bacino artificiale della diga di Ponte Cola è una vera sorpresa!
Qui il Droanello si esprime al meglio, regalandoci acque che ricordano le tonalità di quelle delle Gole del Verdon.
Scatto foto alla Diga e ai resti della Dogana Austro Ungarica che ho la fortuna di vedere affiorare dall’acqua, a causa della siccità degli ultimi anni.
Scatto foto di questa gola così fantastica e così diversa da tutto ciò che a pochi chilometri la circonda, e riprendo il mio viaggio, passando dal Passo San Rocco e lasciando in breve la Valvestino per dirigermi verso il lago d’Idro.
La discesa è fresca ed entusiasmante e un buon panino fatto con la pasta della pizza, so che mi attende a Lamprato. Bisogna avere delle certezze quando si gira in moto, da sole, e pure fuori stagione!
Così invece la certezza della Panchina dell’amore svanisce, perché ho freddo e voglia di tornare a casa prima che faccia proprio tanto freddo.
Risalgo tutto il lago d’Idro, arrivo a Storo (e qui si torna in Trentino) sapendo che presto la temperatura andrà di nuovo vicina allo zero, e mi infilo su per la gola, umida e suggestiva come sempre.
I soliti tornanti un po’ ”falsi” che ogni volta che li percorro mi sembra la prima volta, e finalmente arrivo al Passo Ampola.
La valle pian piano si apre e torna una parvenza di sole, che illumina in tutta la sua bellezza, il lago di Ledro. Da Est ad Ovest accarezzo le sue sponde, seguendo le dolci curve che mi portano fino a Molina.
Poi un netto dislivello, qualche tornante e presto mi infilo nella lunga e fredda galleria, che in 5 km mi riporterà a Riva del Garda. Dall’alto vedo il Garda Trentino illuminarsi di piccole luci d’oro.
Anche oggi torno a casa con gli occhi ricchi dei mille colori che hanno scaldato il mio cuore, e reso questa gita, assolutamente speciale.
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