Marco Boccaccio ci racconta il suo viaggio in moto in Transilvania, un’esperienza su due ruote da sogno!
Quattordici giorni nel pieno dell’Europa dell’est, tra scenari straordinari che rendono questo uno dei più interessanti viaggi in moto raccontati su TrueRiders. Pronti all’avventura?
Gente ammassata una sopra l’altra, lettini improvvisati nei corridoi, sacchi a pelo in qualsiasi angolo libero. Questo è tutto ciò che che mi aspettavo in questa traversata da Bari a Durazzo. Naturalmente se dico questo è perché ho letto i diari di altri motoviaggiatori che si sono trovati in situazioni del genere.
Invece, devo dire che nella nave dove mi sono imbarcato tutto era abbastanza in ordine e ognuno regolarmente nel suo posto. Per fortuna, avevo prenotato un posto nella cabina. Infatti, ieri ho lavorato fino alla partenza e soprattutto avevo lavorato la notte, ed ero letteralmente distrutto!
Camminavo per inerzia e stavo in piedi sfidando le leggi della fisica, quindi è stato abbastanza facile prendere immediatamente sonno in cabina, subito dopo aver sistemato tutto e aver legato la moto. Sarà stata per la stanchezza o anche per la comodità del lettino che ho dormito abbastanza bene. Pertanto, mi sono svegliato carico. Si sbarca molto lentamente. Alcuni camionisti sono ancora in cabina che dormono. Gli stewart, tramite la targa del mezzo, intercettano gli autisti nelle cabine, li vedo salire nei TIR ancora col cuscino in faccia.
Finalmente è la mia volta. Dopo i vari controlli e registrazioni alla dogana, esco dal porto e incontro Massimiliano. Un motociclista italiano che vive in Albania e che, anche grazie alle sue informazioni, ho potuto creare un bel itinerario in questo tour. Massimo, molto gentile, mi offre un caffè e una bottiglia d’acqua e mi mette al corrente di alcune informazioni utili durante il mio soggiorno in Albania spiegandomi che gli autisti sono un po’ distratti e spesso indisciplinati, alcune strade sono molto dissestate e soprattutto mi da informazioni sulla moneta albanese, cioè il lek. Ci salutiamo e sicuramente ci rincontreremo al ritorno a Tirana.
Inizio a realizzare che sto in viaggio dopo i primi 15 km. Durante quest’ultimi, mi guardo intorno e mi accerto che la moto sia carica, non sento la pressione e lo stress inizia a sparire… quindi tutto inizia a prendere forma! I bruchi nello stomaco diventano farfalle. Sento quella sensazione di quando sei innamorato. Il casco inizia a farmi male, causa dell’enorme sorriso. Inizio a parlare con la moto… Sono in viaggio!
Lascio Durazzo e mi dirigo verso Valona. La prima parte dell’itinerario è una superstrada e si attraversano alcuni paesi e città. Il traffico è intenso e la superstrada di cui vi parlavo non lo è per niente! Si vede di tutto, gente che attraversa saltando lo spartitraffico, fermate di pullman nella corsia di marcia, qualche motorino contromano, carretti trainati da asini, piccole baracche per la vendita della frutta e Dulcis in fundo, la processione con carro funebre.
Concentratissimo raggiungo Valona; la città è stupenda, tutto in ordine e pulito. Percorro il lungomare e finalmente imbocco la #buonastrada, ovvero la SH8 alle porte del parco Kombëtar Llogara. È la strada che preferisco, un bel misto di curve con dei bellissimi panorami sull’Adriatico.
L’asfalto è buono, ma ogni tanto incontri delle mucche e degli asini che stanno pascolando sul ciglio della strada. È arrivato il momento di mettere sotto stress la Scrambler. Il carico sul posteriore mi alleggerisce di tanto l’anteriore, e ci sono momenti, nei cambi di direzione, che sento galleggiare il davanti, ma è una bellissima sensazione. Le #Scorpionrally, nonostante sia un tassellato medio, sull’asfalto hanno ottimo grip.
La #scrambler si sta divertendo e con lei anch’io, ci lasciamo trasportare dalle curve e ci fermiamo spesso per fare delle foto. Quando attraversiamo i paesini, la gente saluta ed io come un bimbominkia mi atteggio! Ricambio con un colpo di clacson e una bella sgasata del Desmo!
Sono quasi arrivato a Saranda e vengo attirato da lontano da un sterratino che sparisce tra la montagna… non esito! In piedi sulle pedane e dall’asfalto dritto senza chiudere il gas nella terra bianca alzo un polverone enorme. Capisco subito che non sono nel posto giusto! Infatti dopo qualche km mi trovo dentro una cava! Il guardiano non l’ha presa bene, faccio inversione e ritorno nella giusta direzione facendomi strada tra i camion che percorrono la mia stessa via. Raggiungo Kasmil, posto davvero stupendo e pieno di gente che si gode il weekend al mare. Decido di fermarmi piazzare il bivacco, pranzare e fare un bel bagno! Domani direzione Macedonia, ma lì si mangia solo frutta??
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