Terzo giorno di viaggio in moto verso la Transilvania di Marco Boccaccio aka #BuonaStrada.
In questa tappa il viaggio parte dalla Macedonia e si dirama attraverso i Balcani fino ad arrivare alla capitale bulgara, Sofia, per quasi 500 chilometri di straordinarie avventure su due ruote.
A volte, quando scrivo i diari, mi sembra di essere troppo prolisso. Pertanto, spesso salto qualche passaggio della giornata come quello di ieri, quando per fare uno di quei video fighi, che ti riprendi simulando pieghe o salti inesistenti, metto la fotocamera, acquistata per l’occasione, nel treppiedi e il tempo di salire in moto cade a terra danneggiandosi! Inizio a usare il cellulare come i vecchi tempi! Detto ciò, possiamo ritornare a oggi!
Apro la tenda e intorno noto che tutti ancora dormono. A parte Doku, lui è a passeggio nel prato che fuma peggio di un turco! Il rito è il solito, ormai sono diventato un professionista, sono anche capace di arrotolare la tenda e infilarla dentro la sua custodia senza tanti sforzi. Saluto Doku e pago il conto. Faccio un Salto al museo “Bay of Bones” a pochi passi dal campeggio, ma è ancora chiuso! Faccio qualche foto e inizio il mio itinerario. Percorriamo la strada che costeggia il Lago di Ocrida direzione Skopje. La prima ora della giornata la trascorriamo attraversando paesini e zone di campagna presi in un via vai frenetico come un cattivo lunedì che si rispetti.
Imbocchiamo la R1201 direzione Parco nazionale di Mavrovo. L’asfalto è perfetto! Rettilinei neanche uno, il tutto con una magnifica cornice fatta di alberi, fiume e pareti rocciose. Sulla Scambler non c’è il ride mode sport, ma a noi non ce ne frega, lo mettiamo lo stesso! Io e Zazzá ci godiamo le curve con musica a palla nel casco come non ci fosse un domani. Dalla mappa sul navigatore capisco l’angolo delle curve e tutto viene più semplice. Raccordarle nel modo più corretto è un gioco da ragazzi. Il carico sul posteriore questa volta facilita il grip del posteriore. Insomma, non ci manca nulla, e percorriamo circa 120 km cosi!
Completato il Parco Mavrovo la destinazione è ancora a qualche ora! Dobbiamo attraversare dei paesini per raggiungere un altro passo dove nell’altro versante ci riagganciamo sulla superstrada per Skopje. Paesini poco abitati, non noto nessuna pattuglia della polizia, soltanto qualche negozio per la vendita di materiale per l’agricoltura e i soliti bar con tavolini fuori.
Mi fermo davanti una chiesa ortodossa per scattare delle foto. Dallo specchietto mi accorgo che un ragazzo si avvicina verso di me. Con sigaretta in mano mi chiede la mia provenienza. Italy, rispondo! Si affianca anche una Golf con due tipi dentro, dalla faccia non sembravano due santi! Chiedono al ragazzo qualcosa, per me incomprensibile. Un altro ragazzo sulla mia destra si avvicina. Capisco che la miglior soluzione era salutare con un “falso” sorriso e andare immediatamente via. Esco subito dal paesino guardo sempre lo specchietto, noto anche che il cielo era diventato grigio, soprattutto sopra le montagne che avrei dovuto raggiungere.
Decido di cambiare programma! Prendo l’autostrada a pochi km dalla mia posizione e dritto verso Skopje. Attraverso il centro della città, non mi fermo a fare foto, solo video con la GoPro. In realtà mi era passato anche lo spirito. Raggiungo il posto dove avrei campeggiato, un desertissimo campeggio comunale, letteralmente aperto e anche abbastanza trafficato. La variazione dell’itinerario mi ha fatto recuperare tre ore, che decido di sfruttare percorrendo della strada che avrei dovuto esplorare domani.
Chiamo un amico che vive a Sofia e gli spiego la situazione e lui senza tanti problemi mi ospita a casa sua. Sofia è a tre ore circa dalla mia posizione, ma sono ancora le 14. Mi metto con calma e allungo la tappa. Raggiungo la Bulgaria e dopo i vari controlli alla dogana imbocco l’autostrada per Sofia e qui l’ennesima trasformazione di Zazzá!
Come una globetrotter, non si fa intimorire dalle lunghe curve e rettilinei della mega strada bulgara! La pioggia riprende ininterrottamente fino a sotto casa di Marcello. Scarichiamo la moto e andiamo a mangiare qualcosa in centro. Un Hamburger e birra, ecco la nostra cena. Sono veramente stanco ma il giorno è nostro!
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