Nicola Magoga ci racconta la sua esperienza di viaggio a Capo Nord in moto con partenza e rientro a Treviso. Un diario d’avventura ricco di consigli e di testimonianze fotografiche.
La decisione è stata un guizzo, inaspettata e veloce, velocissima. Non riuscivo a trovare un compagno in questa avventura e nonostante le tappe già decise e la programmazione già fatta tutto era bloccato perché un viaggio così lungo mi spaventava. Alla fine un lampo: in un pomeriggio prenoto tutti gli alloggi (campeggi, case, b&b) in modo da non avere più scuse, avrei raggiunto Capo Nord a ferragosto. Preparato il mio Multistrada 1200s, valige e vestiti e via.
La partenza è stata tranquilla perché il mio amico Andrea ha deciso di accompagnarmi fino in Austria. Dal secondo giorno i chilometri sono aumentati rapidamente con la traversata della Germania, tutta dritta e senza limiti. Già dal terzo giorno il paesaggio è iniziato a cambiare: lungo la strada sempre più campi di frumento che venivano lavorati, la prima vista del mare, il viaggio in traghetto per arrivare in Danimarca e lo spettacolare Ponte di Øresund: affrontarlo in moto ti fa sentire veramente piccolo!
Man mano che andavo verso nord le strade si facevano più sperdute, immerse nel verde e nelle azzurre acque di laghi e fiumi. Ho deciso di passare nella fascia centrale della Svezia, forse quella più sperduta, senza grandi città, per poter vedere luoghi incontaminati. Ho preso l’E4 con qualche diramazione ogni tanto perché ero stanco di andare sempre dritto, poi la statale 26 cercando di prendere le strade che portavano ai vari laghi della zona.
Sono arrivato a Mora, una bella cittadina sul lago e poi Furudal, dove ho alloggiato in una delle case rosse tipiche del paesaggio svedese e dove ho incontrato la padrona che parlava italiano, una grande sorpresa dopo giorni di inglese! Ho continuato lungo la E45 senza però perdere dei bellissimi momenti lungo alcune strade bianche sperdute nei boschi. Che paesaggi incredibili!
Strade sperdute, senza nulla attorno, solo foresta e natura e ogni tanto comparivano dal nulla un paio di case. Ho avuto moltissimi incontri con gruppi di renne, bellissime e maestose che passeggiavano in mezzo alla strada e l’unica cosa da fare era fermarsi a guardarle.
Mi sono fermato una sera in Finlandia dove ho potuto apprezzare al meglio quello che restava del sole di mezzanotte: il tramonto alle 23 e l’alba attorno alle 3.30, con colori magici e un silenzio impressionante. Dopo quella notte la strada portava dritta verso Capo Nord.
Il meteo mi ha fatto sudare l’ambita meta: pioggia e tanto vento, tanto da andare in piega sul dritto e vedere la temperatura scendere fino a 5 gradi. Non ho potuto godermi la strada per questo motivo, anzi, volevo solo arrivare e ogni chilometro durava 20 minuti. Quando ho visto la collina con il mondo in lontananza le emozioni sono arrivate come un treno ed ero al settimo cielo: avevo conquistato Nordkapp! Lo stufato di renna trovato al ristorante è stata la ciliegina sulla torta. Dopo essere rimasto dentro per ritrovare la temperatura corporea giusta, sono uscito a fare la foto di rito con il mondo assieme a un folto gruppo di italiani.
Il giorno dopo il meteo era perfetto e ho apprezzato la strada che il giorno prima era stata così difficile: essere cullato lungo i fiordi con paesaggi indescrivibili, i piccoli ghiacciai quasi a portata di mano, il lungo tunnel per arrivare all’isola di Capo Nord, i piccoli villaggi di pescatori.
Per fare la poca strada che avevo in programma quel giorno ci ho messo una eternità perché mi fermavo sempre a fare foto. Ho visitato Alta e Tromsø, delle megalopoli in confronto a tutti i posti che avevo visitato fino a prima. Poi le Lofoten, delle isole incredibili, con la strada più bella di tutto il viaggio, la E10 che arriva fino alla città di Å i Lofoten dove ho preso il traghetto per Bodø. Vedere l’alba tra queste isole è qualcosa di speciale, che ti riempie l’anima: paesaggi perfettamente riflessi tra i fiordi, sempre pochissime case e tantissima natura incontaminata.
Piano piano tornavo verso sud, con il passaggio attraverso il circolo polare e l’addio dei fiordi. Ho attraversato le montagne e non ci sono passi come li intentiamo in Italia, sono sempre strade con curve ampie, senza tornanti o punti stretti. Ho ricominciato a fermarmi in qualche città più simili alle nostre, Elverum e Halmstad, sempre bellissime e immerse nella natura e da queste città ho ricominciato a prendere autostrade per lo sprint finale verso casa.
È stata un’esperienza pazzesca, di grandi pensieri e con strade fantastiche, da affrontare con molta calma, non perché fossero complicate (tranne nei chilometri di lavori in corso che le rendevano peggiori di una strada bianca) ma per la loro bellezza e il paesaggio che offrivano.
Svezia e Norvegia sono paesi incredibili, con persone cordiali e che ti mettono a tuo agio. Tra le uniche note negative di questo lungo viaggio, sicuramente il costo del cibo: è molto alto, quindi per risparmiare qualcosa certi pranzi o cene li saltavo o mi arrangiavo. In più, la catena della moto ha deciso di abbandonarmi strada facendo, fortunatamente però in una città con un concessionario, dunque un problema tecnico risolto senza troppi patemi.
Se volete fare il viaggio della vita, prendetevi il vostro tempo e fatelo, anche da soli. Quando si viaggia in moto alla fine si è sempre in due: il cuore umano e quello meccanico che riesce sempre a emozionare e farti passare momenti indimenticabili. Buona strada a tutti!
Nicola
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